Da oltre cinquant'anni AIRC si impegna per contrastare l’impatto del cancro sulla vita delle persone, rendendolo sempre più curabile attraverso la via maestra della ricerca scientifica. Un obiettivo che richiede strategie lungimiranti e programmi di formazione pluriennali ma soprattutto che vive della fiducia di milioni di persone senza la quali i risultati raggiunti non sarebbero stati possibili.
Oggi gran parte della comunità biologica e medica italiana, inclusi molti ricercatori finanziati da AIRC, si è re-indirizzata verso l’infezione da Sars-CoV-2. In questa pagina troverete le loro testimonianze. Nonostante l’emergenza la ricerca non si può fermare perché il cancro non aspetta. Molte domande essenziali sono ancora senza risposta e altre si presenteranno: la tua fiducia è la forza dei ricercatori AIRC e il tuo sostegno è la loro motivazione.
Barbara Belletti lavora al Centro di riferimento oncologico (CRO) di Aviano. Grazie al sostegno di AIRC guida un ambizioso progetto di ricerca con cui spera di contribuire a spiegare perché nelle donne colpite in giovane età dal cancro del seno le terapie tendono a essere meno efficaci.
Giorgio Stassi e Matilde Todaro, Università degli Studi di Palermo
“Per un ricercatore, per un medico, essere inerme è straziante: siamo le persone su cui i pazienti devono poter contare. Nelle ultime settimane, sebbene con un personale ridotto del 50 per cento per rispettare le distanze di sicurezza, il laboratorio non ha mai smesso di occuparsi di ricerca sul cancro. È un dovere nei confronti di pazienti e donatori.”
Federica Facciotti, Istituto europeo di oncologia (Milano)
“Sono sicura che quello che abbiamo vissuto in questo mese ci abbia cambiati nel profondo. Soprattutto abbiamo preso coscienza del fatto che come scienziati abbiamo la grande responsabilità di comunicare bene la scienza, in modo chiaro e comprensibile da tutti. Abbiamo anche capito che la vera forza è condividere le nostre conoscenze, di unire le nostre forze per trovare più in fretta risposte e terapie”
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