L’attività fisica è un comportamento dal notevole impatto positivo per la nostra salute. Eppure, per molti non è un’attività frequente, anche a causa delle innovazioni tecnologiche, della transizione verso professioni e attività ricreative sempre più sedentari, dell’uso dei mezzi di trasporto a motore per spostamenti anche brevi. Infatti, tutto ciò sta contribuendo a cambiare il nostro rapporto con il movimento, favorendo in molte parti del mondo comportamenti in cui si è poco attivi fisicamente.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), quasi un terzo degli adulti nel mondo non raggiunge i livelli di attività fisica necessari a mantenere un buono stato di salute, e tra gli adolescenti la percentuale supererebbe l’80 per cento. In totale sarebbero circa 1,4 miliardi gli adulti nel mondo a rischio di malattie perché non svolgono sufficiente attività fisica. Lo scarso movimento aumenta infatti il rischio di sviluppare molte patologie, tra cui quelle cardiovascolari, l’ipertensione, l’obesità, il diabete, l’osteoporosi, ansia e depressione, e anche il cancro. Gli esperti hanno stimato che la mancanza di attività fisica contribuirebbe alla morte di circa 4-5 milioni di persone nel mondo ogni anno.
Non è stato semplice dimostrare che la scarsa attività fisica può contribuire ad aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. Il cancro è infatti una malattia che il più delle volte si sviluppa nell’arco di molto tempo ed è quasi sempre determinata da molteplici fattori di rischio che, peraltro, interagiscono tra loro. Inoltre, per studiare l’impatto dell’inattività fisica sulla salute occorre considerare diversi gradi di sedentarietà, il che richiede numeri molto grandi di persone da coinvolgere negli studi. Progressivamente, però, la ricerca ha fornito numerose prove di questo legame, che è molto forte per alcuni tipi di tumore e ancora da approfondire per altri.
Ci sono solide evidenze sul fatto che una scarsa attività fisica favorisca lo sviluppo delle neoplasie che colpiscono il colon, il corpo dell’utero, e il seno sia prima sia dopo la menopausa. Si stima che livelli insufficienti di moto siano associati a un rischio dal 10 al 20 per cento maggiore di sviluppare questi tipi di tumore rispetto a chi invece pratica un’adeguata attività fisica. A oggi sono un po’ più deboli le prove del legame tra sedentarietà e tumori della prostata, della vescica, del rene e dei polmoni.
Per avere una misura dell’impatto dell’inattività fisica sul rischio di sviluppare il cancro: in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, si stima che tra il 2 e il 4 per cento di tutti i casi di tumore siano attribuibili al poco movimento.
Oltre che direttamente, la scarsa attività fisica contribuisce alle probabilità di sviluppare tumori aumentando il rischio di obesità, anch’essa associata a diversi tipi di tumore. Le neoplasie dell’endometrio (cioè il rivestimento interno dell’utero), dell’esofago, dello stomaco, del fegato, dei reni, del pancreas, del colon, della cistifellea, del seno (ma in tal caso solo dopo la menopausa), dell’ovaio e della tiroide sono più frequenti tra le persone obese.
Al contrario, ci sono ormai prove sufficienti del fatto che l’esercizio fisico abbia un effetto protettivo contro i tumori. Tale effetto tende a essere tanto più ampio quanto maggiori sono l’intensità, la durata e la frequenza dell’attività svolta.
Negli ultimi anni sta emergendo chiaramente un altro aspetto da considerare nel legame tra movimento e salute: il tempo trascorso in attività sedentarie. Sedentarietà e inattività fisica per la scienza non sono espressioni intercambiabili: con la seconda si intende un livello di attività insufficiente a soddisfare le raccomandazioni delle istituzioni sanitarie, mentre la prima indica un comportamento a bassissimo dispendio energetico tipico di quando si è seduti o sdraiati.
È una distinzione importante, dal momento che il comportamento sedentario è esso stesso un fattore di rischio per lo sviluppo di alcuni tumori, indipendentemente dal livello di esercizio fisico svolto. Diversi studi infatti hanno ormai mostrato che trascorrere molto tempo impegnati in attività sedentarie riduce i benefici del moto anche in persone con buoni livelli di attività fisica.
Esistono prove consolidate dell’esistenza di un legame tra la sedentarietà e lo sviluppo di tumori del colon, dell’endometrio e dei polmoni. Inoltre sono disponibili prove, seppure meno solide, su un possibile rapporto tra il tempo trascorso in attività sedentarie e l’aumento delle probabilità di ammalarsi di tumore della prostata e del seno. Infine, numerose ricerche hanno mostrato che le persone con più alti livelli di comportamento sedentario (che negli studi è in genere misurato come tempo trascorso seduti o a guardare la TV) presentano anche una più alta mortalità per cancro.
La ricetta proposta da tutte le autorità sanitarie è ridurre quanto più possibile i comportamenti sedentari. Tuttavia, non sempre è possibile farlo: la sedentarietà è connaturata a molte della attività che svolgiamo quotidianamente, come guidare l’auto, guardare la televisione e svolgere la maggior parte dei lavori d’ufficio. Una strategia per attenuare gli effetti negativi è interrompere periodicamente le attività sedentarie con pochi minuti di leggera attività fisica, come una passeggiata o semplici esercizi di piegamenti sulle gambe. Alcuni studi suggeriscono che questi accorgimenti possano offrire benefici alla salute, ma non è ancora chiaro se siano sufficienti a ridurre il rischio di cancro che deriva dalla sedentarietà.
Antonino Michienzi
Articolo pubblicato il:
29 ottobre 2024