Verso il profilo genetico del tumore adrenocorticale

Ultimo aggiornamento: 25 luglio 2024

Verso il profilo genetico del tumore adrenocorticale

Titolo originale dell'articolo: Germline NGS targeted analysis in adult patients with sporadic adrenocortical carcinoma

Titolo della rivista: European Journal of Cancer

Data di pubblicazione originale: 26 aprile 2024

I risultati di un recente studio condotto da ricercatori sostenuti da AIRC contribuiscono a definire il profilo genetico di un tumore raro, il carcinoma adrenocorticale.

Definire il profilo genetico del carcinoma adrenocorticale in futuro potrebbe portare a comprendere se nel DNA dei pazienti esistono alterazioni genetiche che predispongono allo sviluppo di questo tipo di cancro. In base alla disponibilità e alla validazione di queste informazioni, con controlli svolti con frequenze da stabilire si potrebbero tenere sotto controllo le persone considerate a maggior rischio. Gli obiettivi sarebbero diversi: anticipare l’eventuale diagnosi, aumentare l’efficacia delle terapie e ridurre gli effetti collaterali.

Raggiungere questi scopi richiede di svolgere studi che coinvolgono un ampio numero di partecipanti, il che non è sempre possibile. La rarità del carcinoma adrenocorticale rende difficile assemblare grandi casistiche, anche da parte dei centri di riferimento” afferma Massimo Terzolo dell’Università degli studi di Torino. Con il suo gruppo di ricerca, Terzolo ha condotto uno studio retrospettivo, analizzando la presenza di mutazioni genetiche germinali in 150 pazienti con tumore adrenocorticale. Grazie al sostegno di Fondazione AIRC, i risultati dello studio sono stati pubblicati sull’European Journal of Cancer.

Per alterazioni germinali si intende l’insieme delle modifiche del DNA presenti all’interno delle cellule sessuali, quali ovociti e spermatozoi, che i figli possono ereditare dai genitori. È cruciale studiare il loro ruolo nello sviluppo del tumore adrenocorticale, perché si tratta di un tipo di cancro che si può riscontrare in sindromi cancerose ereditarie.

Dopo aver coinvolto i partecipanti nell’analisi, i ricercatori hanno selezionato un insieme di 17 geni di riferimento in cui cercare la presenza di mutazioni germinali. “Abbiamo scelto questi geni perché sappiamo che, secondo i dati pubblicati nella letteratura scientifica, sono coinvolti in diverse patologie delle ghiandole surrenali, tra cui tumori benigni e maligni.” Sui 150 partecipanti allo studio, 21 persone sono risultate portatrici di mutazioni germinali in questi geni: alcuni di una sola, altri di più d’una. Invece, tra le varie alterazioni germinali analizzate, 6 sono state classificate come patogene o potenzialmente patogene: poiché potrebbero predisporre al tumore adrenocorticale, potrebbe essere importante monitorarle a fini di prevenzione.

Tra le varie mutazioni osservate, Massimo Terzolo ne menziona alcune in particolare. Le alterazioni del gene MSH2 regola la riparazione delle alterazioni del DNA ed è associato alla sindrome di Lynch, mentre quelle di TP53 sono già note per essere legate a un aumento del rischio tumorale e alla sindrome di Li-Fraumeni. Altre, invece, riguardano geni che favoriscono l’insorgenza di diverse patologie delle ghiandole del surrene, tra cui appunto il tumore adrenocorticale. “Finora si sapeva che ARMC5 era coinvolto nello sviluppo dell’iperplasia primaria macronodulare bilaterale, una malattia non tumorale” racconta Massimo Terzolo. In un paziente con questa mutazione, però, la patologia si è trasformata da una forma benigna a una maligna. E commenta: “Se confermata, questa evidenza potrebbe cambiare la gestione dei pazienti con questa patologia”.

Più in generale, dallo studio emerge che i portatori di mutazioni patogenetiche o potenzialmente patogenetiche hanno avuto una ridotta aspettativa di vita e un maggior numero di casi di tumori in famiglia rispetto a chi non le presentava. “Questi dati permettono di considerare la possibilità dell’ereditarietà delle mutazioni e della patologia, ma è ancora prematuro giungere a conclusioni” precisa il ricercatore. Bisogna infatti considerare che, anche se lo studio ha coinvolto un elevato numero di pazienti in relazione alla rarità della patologia, il campione di persone coinvolte non è sufficiente per stabilire né l’ereditarietà della patologia, né il coinvolgimento di specifiche mutazioni germinali. Lo studio ha comunque contribuito a delineare meglio lo spettro genetico dei pazienti con tumore adrenocorticale, suggerendo future direzioni di ricerca.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/