Ultimo aggiornamento: 29 gennaio 2020
Titolo originale dell'articolo: Endogenous murine microbiota member Faecalibaculum rodentium and its human homologue protect from intestinal tumour growth
Titolo della rivista: Nature Microbiology
Data di pubblicazione originale: 27 gennaio 2020
Una famiglia di batteri fisiologicamente presenti nell’intestino svolge un’importante azione protettiva contro il tumore del colon-retto. È la scoperta compiuta da un gruppo di ricercatori coordinati da Maria Rescigno, principal investigator del Laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas e docente di Humanitas University.
I risultati dello studio, condotto grazie al sostegno di Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Microbiology.
Il cancro al colon è una malattia influenzata da fattori genetici, ambientali e da abitudini e comportamenti non salutari. Da qualche tempo si sta cominciando a capire che anche il microbiota, cioè l’insieme delle popolazioni di batteri che normalmente vivono nell’intestino, incide in diversi modi sulla malattia, in alcuni casi favorendone l’insorgenza e la progressione e in altri contrastandola.
Tuttavia, fino ad adesso non erano mai stati identificati specifici batteri endogeni capaci di proteggere dal processo di trasformazione tumorale.
Ci è riuscito ora il gruppo di ricerca coordinato da Maria Rescigno che, in esperimenti condotti sia con topi di laboratorio sia con campioni ottenuti da esseri umani, ha scoperto che il microbiota di pazienti in uno stadio precoce di sviluppo del tumore intestinale, il cosiddetto adenoma, è caratterizzato dall’assenza di una famiglia di batteri chiamati Erysipelotrichaceae.
"Crediamo che la trasformazione tumorale delle cellule dell’epitelio intestinale causi un cambiamento delle caratteristiche del muco intestinale" spiega Rescigno, che guida uno dei programmi speciali 5 per 1000 sostenuti da Fondazione AIRC. "Queste modifiche rendono l’ambiente non più idoneo alla sopravvivenza di questo ceppo di batteri."
Ciò fa sì che il tumore abbia maggiore facilità di sviluppo.
"Questi batteri, fino a oggi sconosciuti, svolgono infatti un’azione di contrasto al tumore" dice ancora Rescigno. "Attraverso il rilascio di alcune sostanze, in particolare l’acido butirrico, sono capaci di inibire la proliferazione delle cellule tumorali."
La scoperta potrebbe ora avere importanti ricadute dal punto di vista diagnostico e terapeutico o preventivo.
"Il fatto che il microbiota rilevato nelle feci non presenti questa famiglia di batteri" continua Rescigno "è estremamente importante ai fini della diagnosi precoce della malattia nei pazienti con adenoma avanzato. Inoltre, proprio per questi pazienti si potrebbe pensare di ridurre il rischio di sviluppare un tumore maligno restituendo il batterio sotto forma di probiotico."
Antonino Michienzi