Ultimo aggiornamento: 16 luglio 2020
Titolo originale dell'articolo: Fasting-mimicking diet and hormone therapy induce breast cancer regression
Titolo della rivista: Nature
Data di pubblicazione originale: 15 luglio 2020
Una dieta vegana a ridotto contenuto calorico sotto stretto controllo medico potrebbe contribuire a rallentare la progressione della malattia. L’effetto di tale dieta sarebbe su alcuni fattori noti per favorire la crescita tumorale e potenzierebbe così l’azione della terapia ormonale. I risultati pubblicati su Nature sono stati ottenuti in uno studio coordinato dal Policlinico Universitario San Martino di Genova e dall’Istituto FIRC di oncologia molecolare di Milano (IFOM), e sostenuto da Fondazione AIRC.
Rallentare la progressione del carcinoma della mammella abbinando una dieta mima-digiuno a base vegetale alla terapia ormonale: è una nuova possibile strategia individuata da un gruppo di ricercatori coordinati da Alessio Nencioni, del Dipartimento di medicina interna del Policlinico San Martino - Università di Genova, e Valter Longo dell’Istituto FIRC di oncologia molecolare di Milano (IFOM), con uno studio condotto al momento su un numero limitato di donne, 36, con tumore al seno positivo agli ormoni, anche metastatico, tutte in trattamento con terapia ormonale. I ricercatori hanno rilevato che in queste pazienti la dieta ipocalorica ha ridotto i livelli di glucosio in circolo ma soprattutto la leptina, l’ormone che regola la sazietà, l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile (IGF1), tutte proteine che favoriscono la proliferazione delle cellule del tumore della mammella.
La dieta mima digiuno porterebbe dunque a un cambiamento metabolico che, come già emerso dagli esperimenti condotti in cellule in coltura e in topolini con tumore della mammella, potrebbe associarsi a una minor progressione del cancro, a un potenziamento dell’efficacia delle terapie ormonali e a un recupero della sensibilità al trattamento nei casi in cui si sia instaurata una resistenza ai farmaci.
Va subito chiarito che questa specifica dieta vegana ipocalorica che induce nel corpo gli effetti metabolici del digiunare (per questo è chiamata mima-digiuno) non è una cura anticancro “fai da te” e se i risultati saranno confermati in studi clinici più ampi potrà essere fatta solo sotto stretto controllo medico. Le pazienti coinvolte nello studio hanno seguito i cicli di questa dieta per una media di circa 6 mesi, senza mostrare effetti collaterali consistenti, ma soltanto fastidi lievi e transitori come mal di testa e debolezza. Per evitare malnutrizione e perdita di peso, tra un ciclo e l’altro è stata loro prescritta un’alimentazione adeguata; inoltre si è visto che l’attività fisica leggera o moderata, sempre effettuata tra un ciclo e l’altro, migliora la composizione corporea con una riduzione della massa grassa e un aumento della massa magra.
I risultati dello studio sostenuto da Fondazione AIRC sono stati pubblicati sulla rivista Nature e rappresentano un passo avanti perché, dopo i risultati ottenuti in cellule in coltura e in topolini di laboratorio, dimostrano l’efficacia e le potenzialità della dieta mima-digiuno almeno in un piccolo gruppo di pazienti. Se nuovi studi clinici più ampi confermeranno i dati ottenuti e mostreranno l’effettivo rallentamento della progressione tumorale, in futuro potremo disporre di una strategia da cui potrebbe trarre beneficio la maggior parte delle donne colpite da tumore del seno: tre su quattro di quelle che ricevono diagnosi di carcinoma mammario sono infatti in terapia ormonale (circa 400 mila in Italia).
Michela Vuga