Ultimo aggiornamento: 15 ottobre 2018
Descritta una cascata di eventi che spinge alcune cellule attorno al tumore a produrre sostanze in grado di indurre resistenza a terapie a bersaglio molecolare. Aprendo così nuove prospettive di trattamento.
Titolo originale dell'articolo: Increased Lactate Secretion by Cancer Cells Sustains Non-cell-autonomous Adaptive Resistance to MET and EGFR Targeted Therapies
Titolo della rivista: Cell Metabolism
Data di pubblicazione originale: 30 agosto 2018
Il microambiente che circonda un tumore, oltre al tumore stesso, può avere un ruolo importante nell'eventuale insorgere di resistenza alle terapie a bersaglio molecolare. Può succedere per esempio in malattie che diventano resistenti a trattamenti con inibitori della tirosina chinasi (TKI), i farmaci utilizzati contro vari tipi di tumore, come il melanoma, il cancro del polmone o quello della mammella. Lo dimostrano i risultati di uno studio coordinato da Silvia Giordano e Simona Corso, rispettivamente professoressa e ricercatrice dell'Università di Torino presso l'Istituto di Candiolo. I risultati dello studio sostenuto da AIRC sono pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.
Le ricercatrici hanno studiato i tumori di alcuni topi di laboratorio che a un certo punto sviluppavano una resistenza agli inibitori di tirosina chinasi. “Abbiamo scoperto che sotto l'azione del farmaco le cellule tumorali cambiano il loro metabolismo e iniziano a produrre elevate quantità di una molecola chiamata lattato” spiega la professoressa Giordano. “Il lattato, a sua volta, spinge alcune cellule presenti nell'ambiente che circonda il tumore – i fibroblasti – a produrre altre molecole che verosimilmente contribuiscono all’insorgere della resistenza”. Le ricercatrici hanno osservato lo stesso meccanismo, che non è esclusivo dei topi, anche in campioni provenienti da pazienti con tumore del polmone resistente alla terapia con TKI.
La catena di eventi responsabile della resistenza può essere interrotta? Le ricercatrici di Candiolo avevano già scoperto che alcuni farmaci in uso in clinica o in sperimentazione sono in grado di bloccare la “via del lattato” nei topolini malati, evitando così lo sviluppo della resistenza. Se questo effetto fosse dimostrato anche nei pazienti, in futuro una terapia classica a farmaci a bersaglio molecolare potrebbe essere associata a questa nuova terapia metabolica, basata sull'attività del microambiente tumorale e in grado di sfruttare una specifica differenza di metabolismo tra cellule cancerose e le cellule sane.
Valentina Murelli