Ultimo aggiornamento: 25 agosto 2022
Titolo originale dell'articolo: Defining TCRγδ lymphoproliferative disorders by combined immunophenotypic and molecular evaluation
Titolo della rivista: Nature Communications
Data di pubblicazione originale: 8 giugno 2022
I risultati di una ricerca italiana hanno mostrato alcune caratteristiche molecolari che potrebbero essere utili a descrivere meglio l’evoluzione e i sottotipi di una rara leucemia, permettendo così di distinguere questa malattia da un linfoma anch’esso raro.
I tumori rari, come sono definiti nell’Unione europea, sono malattie i cui casi all’anno sono meno di 6 ogni 100.00 abitanti. I numeri molto bassi rendono la ricerca particolarmente difficile, perché i risultati ottenuti non riescono a raggiungere una significatività statistica tale da poter essere considerati affidabili per tutti i pazienti. È quanto accade, per esempio, per la leucemia a linfociti T granulati di tipo gamma/delta. Ora, però, i risultati di uno studio multicentrico, che ha messo insieme campioni e informazioni di un numero abbastanza consistente di pazienti, hanno permesso di identificare nuovi marcatori prognostici, utili a definire l’andamento clinico della malattia. Lo studio, reso possibile anche grazie al sostegno di Fondazione AIRC, è stato coordinato da Renato Zambello e Gianpietro Semenzato, dell’Università di Padova e dell’Istituto veneto di medicina molecolare. Antonella Teramo, che ha collaborato alla ricerca, è prima autrice dell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications.
“La leucemia a linfociti T granulati di tipo gamma/delta è una forma rara di un gruppo di malattie a loro volta poco comuni: le malattie linfoproliferative dei linfociti granulati” spiega Semenzato. La leucemia a linfociti T granulati di tipo gamma/delta può manifestarsi in forma sia asintomatica sia severa, e può inoltre essere confusa con un altro tumore raro, il linfoma epatosplenico a cellule T, altamente aggressivo e che richiede una strategia terapeutica differente. “Per questo è fondamentale individuare marcatori che permettano sia di distinguere le diverse forme sia di seguirne la progressione nel tempo.”
Con questo obiettivo, i ricercatori hanno analizzato una serie di caratteristiche molecolari di campioni ottenuti da pazienti con leucemia gamma/delta ad andamento differente e con linfoma epatosplenico. In particolare, hanno preso in considerazione il profilo delle molecole Vδ2/Vγ9 nelle cellule ed eventuali mutazioni del gene STAT. “Abbiamo osservato che, in presenza di mutazioni di tipo STAT5b, che si associano anche a presenza di un profilo Vδ2/Vγ9 positivo, la malattia si presenta in modo asintomatico e la prognosi è buona. Viceversa, dove ci sono mutazioni di tipo STAT3, che si associazioni a profilo Vδ2/Vγ9 negativo, la malattia è più grave” sottolinea Zambello. Si tratta di un dato molto interessante, perché apre la strada alla possibilità di sviluppare nuovi marcatori molecolari prognostici per questa malattia.
Il gruppo di Semenzato e Zambello ha anche osservato che, contrariamente a quanto accade nel caso della leucemia gamma/delta, nei pazienti con linfoma epatosplenico a cellule T le mutazioni di STAT sono di tipo STAT5b. “Inoltre” conclude Semenzato “abbiamo notato in questo tumore la negatività di un altro marcatore che è invece positivo nella forma leucemica. Il prossimo passo sarà capire perché lo stesso tipo di mutazioni può portare allo sviluppo di malattie con prognosi così diversa. Una possibilità è che siano coinvolte altre mutazioni che ancora non conosciamo.”
Valentina Murelli