Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
Uno studio interdisciplinare condotto presso IFOM mostra come il processo di endocitosi possa risvegliare il tessuto di un tumore solido, portando gruppi cellulari organizzati a formare metastasi.
Titolo originale dell'articolo: Endocytic reawakening of motility in jammed epithelia
Titolo della rivista: Nature Materials
Data di pubblicazione originale: 30 gennaio 2017
Lo sviluppo di metastasi a partire da tumori solidi è una delle cause più frequenti di morte per cancro, ma capire come questo avvenga rimane una delle sfide principali che la ricerca oncologica cerca di risolvere. Un aspetto comune a molti tumori solidi particolarmente aggressivi è il passare da uno stato solido e organizzato, a uno più fluido e dinamico. Ciò permette agli aggregati cellulari che fanno parte del tumore di muoversi collettivamente in modo più libero, di infiltrare i tessuti interstiziali e di colonizzare così altre parti dell'organismo. È un po' quello che accade a un gruppo di persone stipate in metropolitana che cerca di scendere sulla banchina e raggiungere l'uscita nell'ora di punta.
Con un innovativo approccio interdisciplinare, i ricercatori dei gruppi di Giorgio Scita, responsabile presso IFOM del laboratorio sui Meccanismi di migrazione delle cellule tumorali e di Roberto Cerbino, dell'Università degli studi di Milano, hanno realizzato un modello bidimensionale di cellule epiteliali capaci di esprimere RAB5A in modo controllato. RAB5A è una proteina che regola il processo di endocitosi, ovvero il meccanismo con cui la cellula porta al suo interno le sostanze esterne. RAB5A è presente in alte concentrazioni nei tumori della mammella più aggressivi. I risultati dello studio di Scita e colleghi sono pubblicati sulla rivista Nature Materials.
Sorprendentemente la sola espressione della proteina RAB5A si è rivelata sufficiente a "fluidificare" il tessuto, mimando il processo metastatico. I ricercatori di IFOM hanno potuto misurare e osservare, grazie all'unione di tecniche biologiche e di fisica dei materiali, come un tessuto costituito da un unico strato di cellule, sostanzialmente immobile, si sia risvegliato originando moti cellulari organizzati. Tali moti hanno portato le singole cellule a migrare insieme, in maniera coesa e dinamica, attraversando più facilmente gli spazi interstiziali dell'organismo.
In futuro, sempre grazie al sostegno di AIRC, si cercherà di riprodurre gli stessi meccanismi in sistemi più complessi, tridimensionali e più vicini alle patologie umane, in modo da poter individuare i fattori che regolano la metastatizzazione dei tumori solidi e mettere così a punto terapie efficaci.
Alberto Locca