Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Il legame tra genetica e risposta alla terapia del dolore, scoperto da un gruppo di lavoro internazionale, che coinvolge anche l'INT di Milano.
Titolo originale dell'articolo: Multiple loci modulate opioid therapy response for cancer pain
Titolo della rivista: Clinical Cancer Research
Data di pubblicazione originale: 1 luglio 2011
Il nostro patrimonio genetico influenza la nostra percezione del dolore e il modo con cui l'organismo risponde ai farmaci antidolorifici. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale tumori (INT) di Milano che, insieme a colleghi di 17 ospedali in 11 Paesi europei, ha analizzato il genoma di molti individui provenienti da ogni parte del mondo e la loro sensibilità alle terapie antidolorifiche.
"È così che sono stati identificati 8 geni collegati a una minore sensibilità all'azione della morfina, un antidolorifico che agisce sui recettori degli oppiacei" spiega Tommaso Dragani, responsabile del laboratorio Basi molecolari del rischio genetico e modelli poligenici dell'INT, che ha condotto la parte genetica dell'indagine, finanziata anche da AIRC.
La relazione tra assetto genetico individuale e reazione ai farmaci non è nuova, così come la consapevolezza che ci sono persone che non ottengono alcun beneficio dalle terapie antidolorifiche, ma lo studio dell'INT (che ha avuto come partner principale l'Università norvegese di scienze e tecnologia di Trondheim) ha esaminato per la prima volta non solo i geni legati al metabolismo delle sostanze terapeutiche, ma anche quelli coinvolti nel funzionamento del sistema nervoso e, in particolare, quelli che producono o regolano i recettori per gli oppiacei. Inoltre sembrano giocare un ruolo importante anche alcuni geni coinvolti, tramite le loro rispettive proteine, in processi di adesione delle fibre nervose.
Oltre allo studio principale, pubblicato su Clinical Cancer Research, lo stesso gruppo di esperti ha pubblicato sulla rivista The Pharmacogenomics Journal un supplemento di indagine che dimostra anche l'importanza dei fattori culturali nella percezione del dolore. Studi precedenti avevano infatti evidenziato, che in alcuni Paesi europei gli abitanti sono meno tolleranti nei confronti del dolore rispetto ad altri. I ricercatori dell'INT hanno cercato di verificare se vi è anche un'associazione tra risposta ai farmaci antidolorifici e gruppo etnico di appartenenza, ma l'esito è stato negativo.
"La percezione del dolore è influenzata da una componente culturale, ma i geni sono responsabili delle differenze tra individui e non di quelle tra gruppi etnici" spiega Dragani." In sostanza, ci sono persone, a tutte le latitudini, che per ragioni legate alla struttura genetica hanno bisogno di essere trattate con dosi più elevate di antidolorifici oppure con farmaci con diverso meccanismo d'azione".