Guarire dopo il tumore alla mammella e al colon retto

Ultimo aggiornamento: 9 luglio 2024

Guarire dopo il tumore alla mammella e al colon retto

Titolo originale dell'articolo: Cure indicators and prevalence by stage at diagnosis for breast and colorectal cancer patients: A population-based study in Italy

Titolo della rivista: International Journal of Cancer

Data di pubblicazione originale: 1 marzo 2024

Secondo i risultati di un ampio studio epidemiologico condotto in Italia, quasi la totalità dei pazienti con diagnosi di tumore mammario o colorettale al primo stadio guarisce dalla malattia. Oltre ai risultati positivi, questo studio è una buona occasione per riflettere sul significato di guarigione.

A qualunque età, i tumori alla mammella e al colon-retto hanno probabilità di guarigione e di sopravvivenza molto alte quando vengono diagnosticati al primo stadio. In sintesi, è questo il principale risultato di un ampio studio in cui, per la prima volta in Italia, si sono calcolati diversi indicatori di guarigione per fase di malattia su un campione di quasi un milione di persone con questi tipi di tumore. “Queste stime sono il frutto del miglioramento dei sistemi di prevenzione e delle terapie negli ultimi anni e sono in linea con i numeri europei” afferma Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di riferimento oncologico di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, e coordinatore del progetto insieme a Stefano Guzzinati del Registro tumori del Veneto. I risultati dello studio, svolto con il sostegno di Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sull’International Journal of Cancer.

Prima di leggere i dati è però importante chiarire cosa si intende per guarigione in questo ambito, visto che, come commenta il ricercatore, “questa parola assume significati molto diversi a seconda del punto di vista”. Infatti, se per i pazienti guarire può significare riacquisire la quotidianità precedente alla malattia, per gli epidemiologi è associato a indicatori come il recupero di un’aspettativa di vita paragonabile a quella di persone che non si sono ammalate. Tali indicatori possono essere misurati attraverso metodi statistici consolidati. “Tra tutte le persone vive dopo una diagnosi di tumore, abbiamo stimato la percentuale di pazienti che recuperano la stessa aspettativa di vita della popolazione generale” spiega Luigino Dal Maso. “Abbiamo visto che l’87,5 per cento circa delle donne a cui è stato diagnosticato il tumore alla mammella guarirà. La percentuale aumenta fino a circa il 99 per cento per le neoplasie individuate al primo stadio, mentre è più bassa in quelli successivi, del 92 per cento circa, se la diagnosi è al secondo stadio”. Per quanto riguarda i pazienti con tumore colorettale i risultati sono simili: per diagnosi avvenute al primo stadio, gli epidemiologi stimano che guarisca il 90 per cento circa di tutti quelli che vivono dopo uno di questi tumori.

A queste stime si aggiungono quelle di un indicatore complementare, ovvero la probabilità di guarigione. Questo parametro corrisponde alla percentuale dei pazienti che, al momento della diagnosi, si può stimare che avranno lo stesso tasso di mortalità delle persone dello stesso sesso ed età non affette da tumore. Secondo i risultati dello studio, tale probabilità è superiore al 98 e all’89 per cento per i pazienti a cui viene diagnosticato, rispettivamente, il tumore alla mammella e al colon-retto al primo stadio dopo i 45 anni. “La percentuale è leggermente più bassa per le donne che sviluppano il cancro alla mammella prima di questa età, a causa della maggiore aggressività biologica delle neoplasie in giovane età” spiega Luigino Dal Maso. “Purtroppo, in tutte le fasce d’età e per entrambe le neoplasie, la probabilità di guarigione diminuisce se il tumore viene diagnosticato in stadi più avanzati.”

Sommati anche ai risultati di altri indicatori, come quelli della sopravvivenza e del tempo per la guarigione, “i numeri che abbiamo ottenuto sono coerenti tra loro. Quasi la totalità dei pazienti che hanno ricevuto la diagnosi al primo stadio, guarisce della malattia”. Tuttavia, guarire per queste persone non significa non dover più svolgere monitoraggi o trattamenti, se necessari. Come specifica Luigino Dal Maso: “Nel tempo l’aspettativa di vita diventa la stessa della popolazione generale, proprio perché uomini e donne che hanno avuto il tumore continuano a seguire i percorsi terapeutici e di sorveglianza raccomandati dai medici curanti che seguono i protocolli nazionali”.

In conclusione, i risultati dello studio rispecchiano i miglioramenti delle terapie per il tumore mammario e colorettale, ma lanciano anche due messaggi di prevenzione. Per individuare l’eventuale presenza di un tumore al seno e al colon-retto al primo stadio, massimizzando il risultato delle terapie, “è importante svolgere gli screening nelle fasce di età e con la frequenza consigliate dal Servizio sanitario nazionale in ciascuna Regione” precisa il ricercatore. È cruciale sottolinearlo soprattutto nel caso del tumore al colon retto, visto che in media meno del 30 per cento delle persone idonee in Italia partecipa allo screening e solo una minoranza delle diagnosi avviene al primo stadio. Inoltre, viene ribadita l’importanza di seguire abitudini e comportamenti salutari: non fumare, svolgere attività fisica, mangiare in modo vario ed equilibrato ed evitare il consumo di alcol. “Tutte queste indicazioni non valgono solo prima di sviluppare un tumore, ma anche e soprattutto dopo la diagnosi, quando si è guariti conclude Luigino Dal Maso.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/