Sempre più dati sui tumori pediatrici

Ultimo aggiornamento: 17 dicembre 2024

Sempre più dati sui tumori pediatrici

Conoscere e condividere le caratteristiche genomiche delle neoplasie di pazienti pediatrici e giovani adulti potrebbe aiutare a fare progressi nell’oncologia di precisione e a curarli in modo più mirato ed efficace, anche in caso di tumori particolarmente rari.

Una ricerca del Dana-Farber - Boston Children’s Cancer and Blood Disorders Center di Boston, in Massachusetts, ha permesso di scoprire il profilo molecolare di centinaia di tumori di pazienti pediatrici. Una simile mole di dati è un traguardo importante per raccogliere informazioni utili per future sperimentazioni di oncologia pediatrica di precisione. Infatti, i dati raccolti, per esempio sulle mutazioni più e meno frequenti nei diversi tipi di tumori pediatrici, potranno essere usati per indirizzare la ricerca verso terapie più mirate e precise. Inoltre, la condivisione dei dati potrebbe aiutare ad affrontare anche i tumori pediatrici più rari. I risultati del gruppo di Boston sono stati pubblicati a luglio 2024 sulla rivista Nature Communications.

I casi il cui genoma tumorale è stato sequenziato nel corso dello studio sono rappresentativi dei registri nazionali dei tumori pediatrici e includono anche tipi di tumore assenti nelle precedenti analisi di sequenziamento dei tumori giovanili.

Quanti sono i tumori pediatrici più rari

Tutti i tumori infantili sono considerati rari e circa l’11 per cento di essi sono molto rari, cioè si verificano in meno di 2 bambini ogni milione per anno.

I tumori molto rari dell’età pediatrica e dei giovani adulti sono molto eterogenei tra loro all’esame istologico dopo la biopsia. Alcuni esempi di questi tipi di cancro includono i carcinomi surrenalici, nasofaringei, tiroidei e qualsiasi altro carcinoma che si manifesta al di fuori del cranio, così come i tumori desmoplastici a piccole cellule rotonde, i tumori stromali gastrointestinali o gonadici, i tumori neuroendocrini, il pancreatoblastoma, il blastoma pleuropolmonare e il retinoblastoma. Se alla rarità sommiamo l’eterogeneità, queste neoplasie infantili possono essere difficili da diagnosticare anche in centri altamente specializzati. Inoltre, sempre a causa dei piccoli numeri e della diversità dei tumori, spesso mancano trattamenti efficaci e cure standardizzate. La carenza di dati fa sì che vi siano anche poche conoscenze su come o perché questi tumori si verificano e su come si comportano nel corpo di una persona giovane nel corso del tempo.

Come sono stati condotti i sequenziamenti

Per migliorare la progettazione degli studi clinici e la pratica di oncologia pediatrica di precisione nel mondo reale, i ricercatori del Children’s Hospital hanno coinvolto, tra il 2013 e il 2019, i propri pazienti tra 0 e 20 anni con cancro o sospetto cancro (più pochissimi ragazzi sopra questa fascia d’età). In particolare, li hanno inclusi nel Profile Cancer Research Study, un’iniziativa avviata nel 2011 con l’obiettivo di sfruttare tecniche di sequenziamento di nuova generazione (NGS) per analizzare i genomi dei tumori dei pazienti del Dana-Farber Cancer Institute, del Boston Children’s Hospital e del Brigham and Women’s Hospital e di generare rapporti sui dati raccolti.

In circa 6 anni e mezzo il gruppo di ricerca ha sequenziato campioni di tumori di 888 pazienti pediatrici, per un totale di 95 tipi di tumore diversi.

In 512 casi (il 58 per cento circa) i tumori erano solidi extracranici e in 376 (il 42 per cento circa) le neoplasie riguardavano il sistema nervoso centrale. L’età media alla diagnosi del cancro era di 7 anni; il 56 per cento dei malati era di sesso maschile e il 65 per cento era di etnia caucasica. Il tumore alla diagnosi era localizzato nel 60 per cento dei casi con tumori solidi extracranici, mentre il 29 per cento dei pazienti aveva già una malattia metastatica alla diagnosi.

Tutti i campioni di tumore sono stati sequenziati utilizzando un test di nuova generazione per individuare specifiche alterazioni nel DNA. Le diagnosi sono state classificate in base al sistema di classificazione internazionale delle malattie per l’oncologia e valutando sia le diverse mutazioni associate a ciascun tumore, sia le varianti genomiche corrispondenti.

Come potrebbe cambiare il futuro dei bambini malati di cancro

Negli ultimi 40 anni si è registrato un notevole allungamento della sopravvivenza di bambini e adolescenti dopo una diagnosi di cancro. Tra le ragioni principali ci sono nuovi protocolli di chemioterapia, la stratificazione dei pazienti in base a fattori di rischio e l’introduzione di diverse modalità di trattamento. Nonostante questi progressi, il cancro rimane la principale causa di morte per malattia tra i bambini in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti. Inoltre, molti sopravvissuti a tumori infantili convivono con patologie dovute agli effetti collaterali dei trattamenti. Infine, non si sono registrati progressi significativi per alcuni tipi di tumore, per esempio i sarcomi e i tumori cerebrali.

Un modo per migliorare gli esiti dei trattamenti e ridurne la tossicità è perseguire la cosiddetta oncologia di precisione, metodo che consiste nel caratterizzare il genoma di ogni forma di cancro e scegliere di conseguenza le terapie molecolari più precise e mirate alle lesioni riscontrate. Conoscere il genoma di uno specifico tipo di tumore permette anche di classificare i suoi sottotipi in base alla diversa risposta ai trattamenti o alla capacità di sviluppare resistenza. Ciò può anche aiutare a mettere a punto protocolli di trattamento stratificati in base al livello di rischio. Per quanto riguarda i tumori di pazienti pediatrici e giovani, però, questi progressi non procedono alla stessa velocità che per gli adulti per diversi motivi. Le varianti genomiche che si trovano in questi tipi di tumore portano gli oncologi pediatri a fare spesso uso di trattamenti off-label, non necessariamente indicati per la loro fascia d’età o malattia. Inoltre, la rarità di molti tumori pediatrici è un ostacolo alla generazione di database sufficientemente ricchi di dati clinici e genomici che possano guidare l’oncologia di precisione.

Il futuro per le terapie a bersaglio molecolare

Nel complesso, dai sequenziamenti è emerso che il 33 per cento circa dei pazienti aveva almeno una variante corrispondente a una sperimentazione clinica in corso di oncologia di precisione. Il 14 per cento circa dei pazienti è stato poi trattato con terapia molecolare mirata. Tra di essi, il 12 per cento circa è stato arruolato in studi clinici, mentre gli altri hanno ricevuto trattamenti tramite protocolli per singoli pazienti oppure off-label.

I risultati dello studio suggeriscono che analizzare e condividere i dati genomici potrebbe essere utile sia per il trattamento di singoli bambini e ragazzi malati di tumore, sia per la ricerca nell’ambito dell’oncologia pediatrica di precisione.

I dati di sequenziamento ottenuti nello studio sono stati condivisi con gli specialisti che hanno accesso alla Childhood Cancer Data Initiative (CCDI) del National Cancer Institute statunitense.

  • Cristina Da Rold

    Cristina Da Rold (Belluno, 1988) è data-journalist dal 2012. Si occupa di sanità con approccio data-driven, principalmente su Infodata – Il Sole 24 Ore Le Scienze. Scrive prevalentemente di disuguaglianze sociali, epidemiologia e nuove tecnologie in medicina. Consulente e formatrice nell’ambito della comunicazione sanitaria digitale, dal 2015 è consulente per la comunicazione/social media presso l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal 2021 anche presso la Fondazione Pezcoller per la ricerca sul cancro di Trento. Nel 2015 ha pubblicato il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”(Il Pensiero Scientifico Editore). È docente presso il Master in comunicazione della scienza e della salute dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presso il Master in comunicazione della scienza dell’Università di Parma.