Ultimo aggiornamento: 29 aprile 2021
Si consolidano i dati per cui il tamoxifene, utilizzato da tempo per prevenire il tumore del seno nelle donne ad alto rischio, potrebbe essere somministrato a dosi più basse ottenendo effetti paragonabili.
Dopo lo studio pionieristico condotto, anche grazie al sostegno AIRC, da Andrea De Censi, direttore dell'Oncologia medica dell'Ospedale Galliera di Genova, un gruppo di ricercatori svedesi ha ulteriormente dimostrato in un campione di quasi 1.500 donne, che utilizzando il tamoxifene a dosi più basse di quella standard, si ottengono risultati paragonabili, ma si riducono drasticamente gli effetti collaterali. Le ricerche sul tamoxifene a basse dosi potrebbero avere importanti ricadute sulla prevenzione primaria e secondaria del tumore del seno.
Il tamoxifene è un inibitore del recettore degli estrogeni ed è usato già da quarant’anni per la farmacoprevenzione (ossia la prevenzione con un farmaco) del tumore della mammella. Più precisamente, viene usato per impedire che il tumore si riformi nelle pazienti già curate (prevenzione secondaria) e per ridurre il rischio che il tumore si formi per la prima volta in donne che hanno una predisposizione ereditaria (prevenzione primaria). Molte donne che potrebbero trarre beneficio dal tamoxifene però non iniziano o interrompono la terapia a causa dei suoi effetti collaterali, come la comparsa di sintomi della menopausa e di vari disturbi ginecologici.
I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno confrontato l’effetto della dose standard di tamoxifene con quello di dosi decrescenti (metà, un quarto e un ottavo della dose standard) andando a misurare la densità del tessuto mammario. Un seno denso, in cui il tessuto ghiandolare prevale sul tessuto adiposo, aumenta il rischio di ammalarsi di tumore e rende anche difficoltoso scoprire la malattia con la mammografia. Un effetto misurabile del tamoxifene è proprio di ridurre la densità del seno. Dopo sei mesi di trattamento, la riduzione nella densità ottenuta con i vari dosaggi di tamoxifene era paragonabile. Le pazienti che avevano ricevuto un ottavo della dose standard presentavano però la metà degli effetti collaterali rispetto alle pazienti che avevano assunto la dose piena.
Rendere più tollerabile la strategia preventiva basata sul tamoxifene sarebbe importante per aumentare il numero di donne che possono ricorrervi. Prima di modificare il dosaggio standard sarà tuttavia necessario dimostrare con certezza che il tamoxifene a basso dosaggio è efficace nel prevenire il tumore. Lo studio condotto dal gruppo di ricerca coordinato da Andrea De Censi, lascia ben sperare in questo senso.
Agenzia Zoe