Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2023
L’oblio oncologico è legge. Il 5 dicembre 2023 è una data importante per chi è guarito da un tumore: il Senato ha dato il via libera al testo, già approvato dalla Camera, che tutela gli ex pazienti oncologici dalle discriminazioni legate alla malattia.
In Italia 3,6 milioni di persone sono vive dopo una diagnosi di tumore. Di queste, circa un milione può considerarsi guarito. Fino a oggi era comune per loro, a causa della malattia pregressa, ricevere un rifiuto a una richiesta di un mutuo o di un prestito, alla stipulazione di un’assicurazione, alla possibilità di partecipare a un concorso pubblico o privato, o a una domanda di adozione. Grazie alla legge appena approvata, d’ora in poi queste persone non saranno più obbligate a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa neoplasia. Da questi punti di vista saranno considerati come a coloro che non si sono mai ammalati di tumore.
Ma quando si è considerati guariti dal cancro? Quando l’aspettativa di vita per chi ha superato la malattia torna paragonabile a quella della popolazione generale che non si è ammalata. La nuova legge, rispettando criteri scientifici, stabilisce che si è considerati guariti quando sono trascorsi 10 anni dalla fine delle cure. Ma per chi si è ammalato prima dei 21 anni è sufficiente che ne siano passati 5. Inoltre, nei prossimi mesi è previsto che vengano definite, con un apposito decreto del ministro della salute, le forme di cancro per le quali sarà sufficiente sia trascorso un intervallo di tempo più breve per dichiarare la guarigione.
“Il valore di questa legge va oltre quello puramente amministrativo” sottolinea Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) e ricercatore sostenuto da AIRC. “Se è vero che noi oncologi riusciamo a guarire dal cancro un numero sempre più elevato di pazienti, è anche vero che permangono delle difficoltà che in qualche in modo non consentono a queste persone di percepirsi come veramente e definitivamente guarite. Tra questi elementi c’era sicuramente il sentirsi obbligati a raccontare di avere avuto molti anni prima un cancro e di essere guariti. Questo poteva generare anche un danno economico: per esempio i premi assicurativi potevano diventare più alti o una banca poteva decidere di negare un mutuo o un finanziamento. Il danno, quindi, non era solo economico, ma soprattutto psicologico. Di fatto venivano considerati ancora attuali una storia e un vissuto di malattia che dal punto di vista clinico erano ormai superati. Un’ingiustizia e al tempo stesso un elemento che in qualche modo vanificava almeno in parte il buon lavoro fatto in ambito clinico. Grazie a questa legge, per cui c’è stato un forte impegno di AIOM e di Fondazione AIOM, queste discriminazioni saranno superate” conclude Perrone.
La nuova legge, di cui si attende ora la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, rappresenta un passo avanti e un importante cambiamento nella percezione della malattia oncologica.
Michela Vuga