Ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2020
Il tema delle diseguaglianze in salute riguarda molti aspetti della malattia: prevenzione, cura e qualità di vita. Conoscerne le cause permette di correre ai ripari per tempo, dando a tutti le stesse opportunità.
Il rischio di ammalarsi e morire a causa del cancro e di altre malattie non è uguale per tutti. La genetica ha sicuramente un peso, ma il DNA da solo non basta a giustificare le differenze. Ci sono altri fattori che influenzano la probabilità di ammalarsi, di ricevere cure adeguate e di ritornare a una vita normale una volta guariti. Questi fattori generano diseguaglianze all’interno di una stessa popolazione. Essere consapevoli della loro esistenza è il primo passo per assicurare a tutti il diritto alla salute.
Alcuni dati scientifici dimostrano che chi ha un livello di istruzione più alto ha una maggiore aspettativa di vita. Uno studio europeo pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health riporta che gli uomini con alto livello di istruzione vivono in media 5 anni in più degli uomini con basso livello di istruzione, mentre per le donne il divario è in media di 2,5 anni. I fattori di rischio che contribuiscono maggiormente a generare questo divario sono, nell’ordine, il fumo, un basso reddito e un elevato peso corporeo.
È stata dimostrata anche una correlazione tra livello di istruzione e mortalità per cancro. Combinando i risultati di due studi europei (DEMETRIQ e Lifepath), si può concludere che un uomo italiano con basso livello di istruzione ha il 50 per cento di probabilità in più di morire di cancro di un uomo con alto livello di istruzione. Questo è vero per la maggior parte delle neoplasie, anche se le differenze più marcate riguardano i tumori il cui sviluppo è legato al fumo di sigaretta e all’alcol. Considerando la media europea, le persone con un più basso grado di istruzione hanno un tasso di mortalità 2-3 volte più alto per il tumore del polmone e dell’esofago, 2-4 volte più alto per il tumore della bocca e 3-5 volte più alto per il tumore della laringe rispetto alle persone più istruite.
Perché il fatto di avere o meno un’istruzione influisce sulla durata della vita? Il grado di istruzione è un indicatore dello status socio-economico (SES) di un individuo, in quanto completare gli studi superiori e universitari è indice di maggiori opportunità offerte dalla famiglia e dall’ambiente di origine. Un titolo di studio più alto normalmente corrisponde
quindi a una posizione sociale più elevata e a un’occupazione e un reddito più alti. Tipo di occupazione e reddito sono infatti altri indicatori molto usati.
Nel 2019, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) ha pubblicato un volume intitolato Ridurre le diseguaglianze nel cancro: evidenze e priorità per la ricerca, in cui, a proposito delle diseguaglianze all’interno di una singola nazione, gli autori identificano cinque punti chiave: primo, le diseguaglianze nella cura e mortalità per cancro esistono sia nei Paesi ricchi sia in quelli poveri; secondo, gli individui e i gruppi con minori opportunità economiche tendono ad avere tumori diversi rispetto a chi ha opportunità maggiori; terzo, anche se le proporzioni dell’associazione tra status socio- economico (SES) e sopravvivenza cambiano a seconda del tipo di tumore, gli individui con basso SES hanno una mortalità più alta dei cittadini con alto SES per quasi tutti i tumori; quarto, nonostante nel tempo la mortalità per cancro sia diminuita in tutte le fasce di popolazione, il declino è stato più evidente in quelle con alto SES; infine, la variabilità nell’incidenza e nella mortalità per cancro osservata nelle varie nazioni e nel tempo suggerisce che le diseguaglianze non sono basate su leggi immutabili della natura, ma sono potenzialmente modificabili.
Un elevato status socio-economico corrisponde a maggiori disponibilità finanziarie. Questo consente di acquistare cibi sani e di abitare in case e zone più salubri. Avere un lavoro di livello più elevato riduce il rischio di essere esposti a sostanze o ambienti di lavoro pericolosi. In più, diventa più facile avere tempo per fare attività fisica e per effettuare regolari controlli medici. Tutto ciò contribuisce a ridurre il rischio di ammalarsi.
In caso di malattia, un elevato status socio-economico garantisce la possibilità di accedere ai servizi sanitari e di affrontare le spese, dirette o indirette, legate alla patologia.
È importante sottolineare che l’istruzione crea opportunità per una salute migliore che vanno al di là del mero aspetto finanziario. Le persone più istruite tendono ad adottare stili di vita salutari, riducendo il rischio di obesità attraverso un’alimentazione sana e un livello adeguato di attività fisica, e scegliendo di non fumare e di non eccedere con gli alcolici. In questa maniera si eliminano tre importantissimi fattori di rischio per il cancro, le malattie cardiovascolari e moltissime altre patologie.
Chi ha un grado di istruzione maggiore ha in genere anche maggiori capacità di relazione. I legami sociali di un individuo diventano una rete di sicurezza nelle avversità e aiutano ad ammortizzare lo stress, compreso quello legato alla diagnosi di una malattia. Inoltre, la capacità di relazione favorisce il dialogo medico-paziente.
Un individuo bene inserito nella società è più informato in tema di salute. E l’informazione gioca un ruolo importante nel campo della diagnosi precoce. In Italia, i numeri della partecipazione ai programmi di screening per il tumore della mammella, della cervice e del colon-retto sono molto eterogenei. Un rapporto del programma PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) mostra che la percentuale delle donne laureate che si sottopongono al test di screening mammografico fuori dalle chiamate organizzate è del 28 per cento, contro il 12 per cento di quelle che hanno raggiunto al massimo il diploma elementare. Per il Pap test, le percentuali sono, rispettivamente, del 42 e del 20 per cento. Accedono inoltre spontaneamente allo screening per il cancro del colon il 12 per cento dei laureati e il 5 per cento dei meno istruiti. Il rapporto mostra però che se lo screening è organizzato (ovvero se ci pensa il Sistema sanitario a chiamare le persone per i controlli, con avvisi e lettere) la partecipazione praticamente non è influenzata dal titolo di studio.
Questo dimostra che si possono mettere in atto azioni concrete per mitigare o evitare le iniquità che dipendono dai cosiddetti “determinanti sociali della salute” ossia, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, “le condizioni in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano e invecchiano”.
“Il notevole progresso terapeutico in oncologia ha come effetto collaterale l’aumento della diseguaglianza” spiega Francesco Perrone, direttore dell’Unità sperimentazioni cliniche dell’Istituto nazionale tumori di Napoli. “I nuovi farmaci sono molto costosi, perciò si crea un problema di accesso alle terapie.” Gli effetti delle difficoltà economiche (la cosiddetta tossicità finanziaria) sono evidenti negli USA, dove solo chi può pagare la quota non coperta dall’assicurazione riesce a curarsi senza andare in bancarotta.
Uno studio di Perrone ha mostrato che i problemi finanziari influenzano la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti con tumore anche nel nostro Paese, nonostante lo Stato si faccia carico di pagare i farmaci. “Paradossalmente osserviamo molta attenzione nel garantire i farmaci innovativi, ma un calo dell’attenzione rispetto ad altri elementi. I nostri dati indicano che gli esiti della cura del cancro sono sì legati a farmaci e terapie efficaci, ma sono anche connessi a quanto il sistema sociale sia in grado di andare in soccorso di una persona in difficoltà a causa della malattia. Penso per esempio agli effetti negativi del cancro sulla capacità lavorativa del paziente.”
Grazie proprio a un finanziamento di AIRC, il gruppo di Perrone sta sviluppando un questionario per valutare la comparsa, la gravità e le conseguenze della tossicità finanziaria. “È un progetto un po’ atipico, per cui trovo molto bello che AIRC sia sensibile anche alla ricerca in oncologia che si fa fuori dal laboratorio. Se noi riuscissimo a capire quali sono i punti critici per uno specifico paziente che si trova ad affrontare una diagnosi di cancro, almeno per alcuni si potrebbero tentare degli interventi.” Per esempio, un tema importante che sta emergendo in queste fasi del progetto è quello della burocrazia necessaria per accedere ai diritti previsti per gli ammalati di cancro. “Ci sono varie leggi che proteggono l’ammalato, ma alcuni rinunciano ad accedervi a causa della burocrazia e ne hanno un danno. Azioni che permettano di semplificare o centralizzare, magari in ospedale, tutto quello che serve in termini di pratiche burocratiche potrebbero consentire a tutti i pazienti di fruire dei diritti previsti dalla legge.”
Elena Riboldi (Agenzia ZOE)