Ultimo aggiornamento: 10 maggio 2024
Secondo le stime di GLOBOCAN, un progetto dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), nel 2050 nel mondo i nuovi casi di tumore potrebbero essere circa 35 milioni.
In tutto il mondo nel 2022 sono stati diagnosticati circa 20 milioni di nuovi casi di tumore e si sono verificati quasi 10 milioni di decessi per cancro. Le previsioni per il 2050, che tengono conto delle proiezioni di crescita della popolazione mondiale e del suo progressivo invecchiamento, dicono che le persone che scopriranno di avere un tumore saranno circa 35 milioni, l’equivalente di tutti gli abitanti di Svizzera, Austria, Ungheria e Bulgaria messi insieme.
Le stime sono state prodotte nell’ambito del progetto GLOBOCAN, promosso dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), e sono molto utili per comprendere l’urgenza di un’azione efficace contro questa malattia. Sulla piattaforma interattiva Global Cancer Observatory, nella sezione Cancer Today, si possono trovare dati, mappe e grafici relativi a incidenza e mortalità di 36 tipi di cancro in 185 Paesi.
Oggi, all’incirca una persona su 4 o 5 si ammala di cancro nel corso della vita, e un uomo su 9 e una donna su 12 muoiono a causa di questa malattia. A livello globale, i 5 tipi di tumore diagnosticati più di frequente sono, nell’ordine, il tumore del polmone, del seno, del colon-retto, della prostata e dello stomaco. Il tumore del polmone guida anche la classifica dei tipi di cancro che causano più morti, seguito da quelli del colon-retto, del fegato, del seno e dello stomaco. Le donne si ammalano più frequentemente di tumore del seno, mentre gli uomini sono colpiti più spesso dal tumore del polmone.
Se si analizza la distribuzione geografica dei casi e dei decessi per cancro si può osservare che l’Africa e l’Asia sono le regioni dove si muore di più, in misura sproporzionata rispetto al numero di nuovi casi. Ciò dipende in parte dai tipi di tumore più frequenti in questi continenti; per esempio, il tumore più diffuso in molti Paesi, soprattutto dell’Asia, è quello del polmone, che ha un tasso di mortalità maggiore rispetto, per esempio, al tumore della prostata, il più comune nella popolazione maschile italiana. Altri aspetti da considerare sono che la malattia viene spesso scoperta quando è già in uno stadio avanzato e che le cure disponibili variano da Paese a Paese.
L’Europa è la regione dove ci si ammala di più e si muore di più rispetto alla popolazione: qui si concentrano, infatti, circa un quinto sia dei nuovi casi di tumore sia dei decessi, nonostante gli abitanti dell’Europa rappresentino poco meno del 10 per cento della popolazione mondiale. Tra le cause, l’esposizione a inquinanti cancerogeni in particolare nella parte orientale del continente, l’abitudine al fumo, l’invecchiamento della popolazione e la diversa capacità dei servizi sanitari di offrire programmi di screening e cure adeguate. È anche possibile che in Europa, rispetto ad altri continenti, i registri tumori, in cui sono raccolte le statistiche su casi, sopravvivenza e mortalità, siano più completi e accurati rispetto ad altre aree del mondo.
Secondo le stime della IARC, nel mondo, in un anno 2,5 milioni di persone ricevono una diagnosi di tumore del polmone e 1,8 milioni muoiono a causa di questa malattia. I tassi di incidenza e di mortalità variano localmente e riflettono l’andamento della cosiddetta “epidemia del tabacco”. In Europa e in Nord America la diffusione del fumo di tabacco tra gli uomini ha già raggiunto il picco ed è andata riducendosi, mentre tra le donne è ancora in aumento.
Nei Paesi in via di sviluppo l’epidemia è ancora in una fase precoce, per cui ci si può attendere che i tassi di incidenza e di mortalità del tumore del polmone continueranno a crescere nei prossimi decenni. Ciò è particolarmente preoccupante se si considera che alcune delle nazioni più popolose del mondo hanno, tra gli uomini, percentuali di fumatori elevatissime, come la Cina, dove fuma il 41,5 per cento circa degli abitanti, o l’Indonesia, dove i fumatori sono circa il 54,4 per cento della popolazione.
Secondo le stime di uno studio dei ricercatori della IARC, nel 2020 quasi mezzo milione di bambini è rimasto orfano di madre a causa del tumore del seno o della cervice uterina. Nella popolazione mondiale femminile, ogni quattro nuovi casi di tumore diagnosticati uno è un tumore del seno, più frequente nei Paesi con economie ben sviluppate. Il tasso di incidenza di Nord America, Nord Europa e Australia e Nuova Zelanda è infatti 4 volte più alto di quello dell’Asia Centro-meridionale e dell’Africa centrale. A fare la differenza sono prevalentemente fattori legati alla vita riproduttiva: nei Paesi ad alto reddito le donne hanno meno figli, li generano in età più avanzata e allattano poco. Altri fattori di rischio riguardano abitudini e comportamenti, come la sedentarietà e un’alimentazione poco varia ed equilibrata. Il tasso di mortalità più alto è però registrato nell’Africa Sub-Sahariana, dove i servizi sanitari sono insufficienti e le donne si presentano dal medico per cercare aiuto quando il tumore si è già diffuso nell’organismo.
A livello globale, il tumore della cervice uterina è il quarto tumore più frequente tra le donne ma il più frequente in 25 nazioni e il più letale in 37 nazioni che si trovano principalmente nell’Africa Sub-Sahariana, nel Sud-est asiatico e in America del Sud. In queste regioni molte donne presentano un’infezione cronica da papillomavirus umano (HPV), causa riconosciuta del tumore della cervice uterina. L’infezione è ormai prevenibile con la vaccinazione, che però è ancora poco diffusa e accessibile in queste aree del mondo.
“La dimensione complessiva del problema cancro e il suo diverso profilo nelle varie aree geografiche e di sviluppo economico del mondo sottolineano la necessità di una crescita globale delle misure mirate per il controllo del cancro” concludono gli esperti della IARC. “Investimenti in interventi di prevenzione, compresi quelli che affrontano i principali fattori di rischio per il cancro (tra cui fumo, sovrappeso, obesità e infezioni) possono evitare milioni di future diagnosi di cancro e salvare molte vite in tutto il mondo, apportando alle nazioni enormi benefici economici e sociali nei prossimi decenni.”
Agenzia Zoe