Ultimo aggiornamento: 17 gennaio 2025
Sono numerose le osservazioni che mostrano l’impatto di ciò che mangiamo sul rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore. I risultati di due studi pubblicati nel 2024 offrono ulteriori conferme.
I tumori dell’esofago, dello stomaco, del pancreas, dell’intestino tenue, del colon, del retto e dell’ano fanno parte della categoria dei tumori gastrointestinali, che secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nell’insieme sono responsabili di circa 1 caso di tumore su 4 e di 1 decesso su 3 a livello globale. I risultati di ricerche recenti confermano che un’alimentazione povera di vegetali e ricca di grassi saturi è associata a un maggior rischio di sviluppare questi tipi di cancro, mentre una dieta varia e bilanciata aiuta a prevenirli. Conoscere tali associazioni è importante, soprattutto perché negli ultimi anni in alcuni Paesi (non in Italia) si sta osservando un preoccupante aumento di diagnosi di questi tipi di tumori tra i giovani sotto i 50 anni. Le cause di tale aumento non sono chiare, ma c’è l’ipotesi che un’alimentazione poco salutare possa avere un ruolo.
A novembre 2024 sullo European Journal of Nutrition è stato pubblicato un articolo firmato da un gruppo di ricercatori della Flinders University di Adelaide, in Australia. Secondo le conclusioni dello studio, aumentare l’assunzione di fibre e di grassi insaturi rispetto a quelli saturi riduce il rischio di sviluppare forme di cancro gastrointestinale particolarmente gravi e con esito infausto. Inoltre, un’alimentazione più salutare può migliorare la cura e la gestione di altre malattie digestive.
Secondo gli studiosi, le abitudini alimentari meno salubri, caratterizzate dal consumo eccessivo di carne rossa e lavorata, altri cibi ultra-processati, cereali raffinati, alcol e bevande zuccherate, sono strettamente associate all’aumento del rischio di tumori gastrointestinali. Viceversa, alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura, favoriscono i batteri intestinali benefici, che riducono l’infiammazione e promuovono la salute del tratto digestivo. La disbiosi, cioè l’alterazione della composizione del microbiota, è invece associata all’insorgenza di molte patologie, tra cui alcuni tipi di tumore.
Un gruppo internazionale di ricercatori ha poi paragonato due tipi di alimentazione, uno definito come “sano” e l’altro come “non sano”, sfruttando i dati raccolti in 28 studi. Il tipo di alimentazione “sano” prevedeva una dieta ricca di frutta, cereali integrali, legumi, verdura, latte e latticini, mentre quello “non sano” era caratterizzato da un consumo elevato di carne rossa e processata, alcolici e bevande zuccherate. I risultati dell’analisi, pubblicati nel 2024 sulla rivista Nutrition Review, hanno mostrato che seguire la dieta “sana” riduceva il rischio relativo di sviluppare tumori gastrointestinali di circa l’8% rispetto a chi non prediligeva queste abitudini. Seguire la dieta “non sana” aumentava invece il rischio relativo di sviluppare neoplasie gastrointestinali di circa il 14% rispetto a chi aveva comportamenti alimentari più salutari. I risultati dello studio suggeriscono inoltre che una dieta sana potrebbe ridurre il rischio di morte per tumori gastrointestinali, mentre una dieta non sana sembrerebbe aumentarlo. Lo studio presenta alcune limitazioni: per esempio non è stato possibile considerare altri fattori che possono incidere sui risultati, come l’età e lo stadio del tumore delle persone i cui dati erano riportati negli articoli analizzati. Si tratta di limitazioni importanti. I dati emersi mostrano però ancora una volta l’importanza di scelte alimentari salutari nella prevenzione dei tumori.
I risultati di questi studi sono in linea con le raccomandazioni del World Cancer Research Fund (WCRF) e dell’American Institute for Cancer Research (AICR), per cui un’alimentazione salutare è considerata uno dei primi e principali passi per prevenire almeno alcuni tipi di cancro gastointestinali. Sono invece ancora limitate le prove del legame tra una dieta più ricca di fibre e grassi insaturi, come un’alimentazione prevalentemente a base vegetale, e tumori diversi da quelli gastrointestinali. Tuttavia, un gruppo di esperti selezionati dal WCRF e dal AICR hanno esaminato le evidenze finora emerse dalla ricerca scientifica, concludendo che le prove disponibili erano sufficienti a giustificare le raccomandazioni alimentari anche per la prevenzione di questi tipi di cancro.
Ecco perché oggi WCRF e AICR promuovono diete ricche di cereali integrali e vegetali, verdure, frutta e legumi, suggerendo di limitare fortemente il consumo di carne rossa e lavorata, di bevande zuccherate e di cibi trasformati. Un consumo maggiore di questi alimenti porta a una dieta più ricca di nutrienti essenziali e più efficace nel regolare l’apporto energetico in relazione al dispendio energetico. Con questo obiettivo vanno pertanto ridotti i cibi processati e ricchi di grassi, nonché gli amidi raffinati e gli zuccheri, tra cui il pane e la pasta non integrale, i biscotti, le torte e i dolci. Ci si protegge così da sovrappeso e obesità e, di conseguenza, dai tumori associati a questi problemi. Un suggerimento pratico dalle raccomandazioni del WCRF è quello di prevedere nella maggior parte dei pasti alimenti contenenti cereali integrali, legumi (come fagioli e lenticchie) e verdure, includendo ogni giorno almeno 5 porzioni (corrispondenti, in totale, ad almeno 400 grammi) di varietà di verdure non amidacee e frutta.
Cristina Da Rold