In memoria di Giovanni Maga, virologo votato alla ricerca sul cancro e divulgatore appassionato

Ultimo aggiornamento: 25 marzo 2025

In memoria di Giovanni Maga, virologo votato alla ricerca sul cancro e divulgatore appassionato

Il 22 marzo 2025, ad appena 59 anni, dopo una breve malattia, ci ha lasciato precocemente Giovanni Maga, ricercatore AIRC e membro del Comitato tecnico scientifico.

Molti ricorderanno le parole serie, pacate, rassicuranti di Giovanni Maga, virologo e genetista, durante la pandemia di Covid-19. I suoi dispacci, in certi momenti a cadenza quasi quotidiana, hanno portato messaggi di ragionevole ottimismo in molte case d’Italia in un periodo particolarmente confuso e turbolento. I suoi contributi di ricerca sui virus e sul loro ruolo nelle malattie infettive e nel cancro non saranno dimenticati, insieme alle sue attività di divulgatore appassionato della scienza biomedica a favore del pubblico.

Nato a Pavia, Giovanni Maga ha conseguito la laurea in scienze biologiche nel 1989 presso l'Università della sua città. Qui si è poi sviluppata la sua carriera, dopo alcuni significativi soggiorni all’estero, in particolare all’Università di Zurigo. Presso il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ha ricoperto il ruolo di direttore del Dipartimento di scienze biomediche e precedentemente di direttore dell'Istituto di genetica molecolare Luigi Luca Cavalli-Sforza. In parallelo all'attività di ricerca, Maga è stato anche docente di biologia molecolare presso l'Università di Pavia.

L'attività di ricerca di Giovanni Maga si è concentrata principalmente sullo studio della replicazione e della riparazione del DNA, con una particolare attenzione alle attività di alcuni enzimi. I suoi studi hanno spaziato dalla replicazione di virus umani a DNA e RNA (tra cui gli Herpes virus, l’HIV-1, i virus dell’epatite C e dell’influenza) ai meccanismi di resistenza ai farmaci antivirali, aprendo nuove strade per lo sviluppo di terapie innovative.

La ricerca sui virus, alcuni dei quali causano tumori, è fin dalle origini strettamente legata agli studi sul cancro, al punto che più di un Nobel per la fisiologia o la medicina ne ha premiato i risultati pionieristici. Non deve dunque stupire che anche Maga abbia dato un contribuito significativo alla comprensione di alcuni meccanismi di resistenza ai farmaci antitumorali, proprio a partire dall’esplorazione dei processi di replicazione e riparazione del DNA. Il suo lavoro in quest’ambito ha aperto nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative contro il cancro, migliorando la comprensione dell'integrità del genoma cellulare. Per i suoi studi sulla biologia dei tumori, Giovanni Maga ha ricevuto numerosi finanziamenti da parte di AIRC nel corso della sua carriera ed è stato inoltre membro del Comitato tecnico scientifico.

Autore di centinaia di articoli scientifici, Maga si è anche distinto per il suo impegno nella divulgazione dei risultati della ricerca, con l'obiettivo di rendere accessibili concetti complessi a un pubblico ampio. Con il suo primo libro, dal titolo Occhio ai virus e pubblicato da Zanichelli nel 2012, si è meritato il Premio nazionale di Divulgazione Scientifica nel 2013. Sono poi seguiti AIDS, la Verità Negata, uscito con Il Pensiero Scientifico Editore (2014) e risultato vincitore, nel 2014, del Premio letterario Franz Kafka Italia per i saggi scientifici, e Batteri spazzini e virus che curano: come le biotecnologie riscrivono la vita, uscito con Zanichelli nel 2016. L'ultimo libro Pandemia e infodemia. Come il virus viaggia con l'informazione, scritto con Marco Ferrazzoli e pubblicato nel 2021 da Zanichelli, è una riflessione sulle opportunità e i limiti della comunicazione durante un’epidemia su scala globale nell’epoca dei social network e della disinformazione.

Giovanni Maga aveva l’umiltà dei grandi. Era uno scienziato di altissimo livello, ma si presentava sempre in maniera straordinariamente modesta. Con le sue competenze e la sua professionalità era generoso e non si tirava mai indietro. Ha formato decine di giovani ricercatori che hanno mantenuto con lui rapporti di amicizia e riconoscenza. Per hobby collezionava microscopi antichi, un’attività che lo rendeva particolarmente felice. Ma la felicità maggiore era forse serbata per la sua famiglia, di cui parlava spesso con grande affetto.

La scomparsa di Giovanni Maga è una grave perdita per la comunità scientifica e un dispiacere profondo per chi ha avuto la fortuna di conoscere il grande valore anche umano di questo ricercatore. Alla famiglia Maga vanno il cordoglio, il rimpianto e la riconoscenza della comunità dei ricercatori, dei volontari e di tutto il personale di Fondazione AIRC.

  • Redazione

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