Ultimo aggiornamento: 21 gennaio 2021
Uno studio americano conferma una tendenza già osservata in altre ricerche. Una parte di questi tumori può essere evitata intervenendo su abitudini e comportamenti
Negli Stati Uniti, i casi di tumore tra gli adolescenti e i giovani adulti sono aumentati di quasi il 30 per cento tra il 1973 e il 2015. Lo dimostrano i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista JAMA Network Open che ha studiato l’epidemiologia del cancro su un campione di quasi 500.000 persone di età compresa tra i 15 e 39 anni al momento della diagnosi. I risultati sono in linea con quelli riportati in altri studi recenti in cui veniva presa in esame la realtà europea. Queste informazioni sono rilevanti per i medici, ma anche per i giovani e le loro famiglie, perché esiste un margine di intervento.
Studiare l’aumento o la diminuzione dei casi di una malattia è importante per diversi motivi: innanzitutto serve a prevedere il carico sui sistemi sanitari e gli oneri per la società negli anni a venire e a programmare le risorse necessarie. Inoltre aiuta a generare ipotesi sulle cause che, se dimostrate ed evitabili o modificabili, possono essere oggetto di strategie di prevenzione. Questo vale in generale, ma è ancora più cruciale quando si parla di adolescenti e giovani adulti, una categoria sottorappresentata nelle ricerche sul cancro. I giovani si trovano infatti in una specie di limbo: non appartengono più alla fascia pediatrica, ma hanno caratteristiche ed esigenze diverse da quelle degli adulti o degli anziani.
Nello studio americano, nel periodo considerato, le diagnosi annue di tumore sono passate da 57 a 74 ogni 100.000 giovani. I tumori più frequenti sono quello del seno per le femmine e quello del testicolo per i maschi. La forma per la quale si è osservato l’aumento più importante è il tumore del rene, che tuttavia resta poco diffuso. È aumentata significativamente anche l’incidenza del tumore della tiroide, dei melanomi, dei tumori germinali (come quello del testicolo) e dei tumori gastrointestinali.
Da cosa dipende questo aumento di casi di tumore tra gli adolescenti e i giovani adulti? Non è facile dirlo. Gli autori delle ricerche ritengono che per alcuni tumori, come quello della tiroide e quello del rene, la variazione possa dipendere da una maggiore capacità diagnostica: vengono fatti più esami e nel corso di questi esami si scopre accidentalmente la presenza di una lesione, spesso fortunatamente di natura benigna.
Fattori ambientali potrebbero aver avuto un ruolo nell’aumento dell’incidenza di alcuni tumori. Per esempio, la maggiore esposizione alla cannabis o agli ormoni con l’alimentazione potrebbero avere influito sulla maggiore diffusione dei tumori del testicolo. Per altri tipi di cancro il motivo dell’aumentata incidenza va presumibilmente cercato nei comportamenti individuali: una alimentazione poco salutare e una scarsa attività fisica favoriscono l’obesità, che è un fattore di rischio per molte forme, incluse quelle dell’intestino e della tiroide. Agendo sui fattori di rischio modificabili, come quelli legati alle abitudini e ai comportamenti, si può ridurre in modo consistente il numero di casi di cancro anche tra i giovani.
Agenzia Zoe