“I was only sixteen”: a suon di musica contro il cancro degli adolescenti

Ultimo aggiornamento: 22 novembre 2024

“I was only sixteen”: a suon di musica contro il cancro degli adolescenti

La voce e l’esperienza dei ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano hanno preso forma in una canzone, grazie anche alla partecipazione di ospiti internazionali di eccezione.

Sorrisi, bellezza e tanta musica sono parole che difficilmente vengono in mente pensando al cancro. Eppure sono state protagoniste dell’evento di presentazione della canzone “I was only sixteen”, che si è svolto nell’Aula magna Gianni Bonadonna dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. La canzone è stata composta dai ragazzi del Progetto Giovani dell’istituto, e il video è disponibile su molte piattaforme di streaming.

“Si tratta di una canzone struggente e poetica, scritta in inglese per portare i sogni di questi ragazzi ancora più lontano, a livello internazionale. Le parole utilizzate sono un inno alla vita: ‘I was only sixteen’ è la canzone di tutti gli adolescenti con tumore nel mondo” dice Andrea Ferrari, medico coordinatore del Day Hospital e dell’Ambulatorio pediatrico della pediatria oncologica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, nonché ideatore del Progetto Giovani. “Questi ragazzi sono riusciti a portare la bellezza in ospedale. È un privilegio per me fare questo lavoro” aggiunge l’oncologo.

I partecipanti al Progetto Giovani non sono nuovi al mondo musicale. Il brano arriva dopo il grande successo della canzone “Palle di Natale”, che ha fatto registrare oltre 17 milioni di ascolti, ma questa volta i ragazzi si sono davvero superati e hanno dato vita a una ballata che supera i confini dell’Italia. La canzone è stata infatti cantata da Tony Hadley, ex frontman della band Spandau Ballet. “Le parole della canzone mi hanno colpito nel profondo. Questo progetto è davvero unico” ha commentato la pop star.

“Best in Class” e un esempio per molti

Svuotare la valigia dai vestiti per andare a ballare e riempirla di forza, speranza, coraggio e determinazione (e tanti pigiami!). E ancora, stare lì seduti davanti ai medici che parlano della tua malattia, quando tutto quello che vorresti fare è uscire e scappare via. Di questo parla la nuova canzone, della vita di giovani uomini e donne che si trovano catapultati all’improvviso in una realtà del tutto nuova. “C’è tanto ospedale nel testo, ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani” spiega Ferrari, che presiede anche il comitato dedicato ad adolescenti e giovani adulti (adolescents and young adults, AYA) all’interno della Società europea di oncologia pediatrica (SIOP Europe).

La forza del progetto, sostenuto dall’Associazione Bianca Garavaglia, che dal 1987 appoggia l’attività clinica e la ricerca del reparto, risiede anche nelle sue solide basi scientifiche, che hanno portato a diverse pubblicazioni su riviste prestigiose, da Lancet Oncology al Journal of Clinical Oncology. Anche questo ha contribuito a far sì che il Progetto venisse definito “best in class”, un’eccellenza che però finora era stata declinata solo per il pubblico italiano. “Volevamo una cosa nuova, che tutti, in Europa e nel mondo, potessero apprezzare completamente e con immediatezza” afferma Ferrari, parlando della nuova canzone.

Adolescenza, un’età difficile

L’adolescenza è un’età difficile, un importante momento di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta. Le difficoltà aumentano notevolmente quando in questa fase di transizione ci si ammala di cancro. Le strategie cliniche per i bambini e gli adulti sono ben definite, dall’altro la popolazione degli adolescenti e dei giovani adulti vive in una sorta di “terra di mezzo”.

In un articolo pubblicato a febbraio 2023 su ESMO Open, gli autori fanno il punto sull’impatto del cancro su questi pazienti in Europa. I tumori più comuni nella fascia di età 15-39 anni sono quello del seno (per le femmine), della tiroide e del testicolo, seguiti da melanoma cutaneo e tumore della cervice. L’incidenza della malattia in questa popolazione è in crescita, così come lo è la mortalità, particolarmente elevata nei paesi dell’Est Europa. “Le differenze possono in parte essere spiegate con la diversa diffusione di alcuni fattori di rischio o anche con i ritardi nella diagnosi precoce”, spiegano gli autori, coordinati nella ricerca proprio da Andrea Ferrari. Ferrari ricorda anche che occorre sviluppare programmi per garantire equità nelle cure, oltre a strategie di prevenzione per fermare l’incremento di queste patologie.

Per quanto riguarda più nello specifico gli adolescenti in Italia, i dati parlano ogni anno di circa 900 casi di tumore nella fascia di età 15-19 anni. Per l’80 per cento circa dei casi ci sono, fortunatamente, buone probabilità di guarigione. I ragazzi in questa fascia di età corrono però il rischio di non ricevere le cure più adeguate per diverse ragioni, come il mancato arruolamento nei protocolli clinici o la difficoltà nel raggiungere centri di riferimento. “Il punto di partenza reale del nostro Progetto Giovani è di tipo medico, legato alla qualità delle cure che i pazienti ricevono e quindi alle loro probabilità di guarigione” dice Ferrari, che poi precisa: “Non può però mancare un’attenzione all’intera vita dei pazienti e a quello che passa loro per la testa quando si sentono dire che hanno un tumore”.

  • Agenzia Zoe

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