Ultimo aggiornamento: 28 febbraio 2022
I risultati di uno studio condotto in Italia hanno confermato che dire addio alla sigaretta, anche poco prima o addirittura dopo la diagnosi di tumore del polmone, allunga la vita.
Non è mai troppo tardi per dire stop al fumo. Secondo i risultati di uno studio svolto in Italia, smettere di fumare migliora in modo significativo la sopravvivenza anche quando è già stato diagnosticato un tumore del polmone. E questo vale per diversi tipi di tumore del polmone e anche nel caso in cui si sia smesso poco prima della diagnosi.
“Il tumore del polmone è una delle neoplasie più diffuse e letali, nonostante i grandi progressi nella diagnosi e nei trattamenti” scrivono sulla rivista Journal of Thoracic Oncology i ricercatori guidati da Saverio Caini dell'Istituto per la ricerca sul cancro, la prevenzione e la rete clinica di Firenze. Nel mondo si registrano ogni anno oltre 2,2 milioni di casi di questa malattia, mentre in Italia le nuove diagnosi annue sono circa 41.000 (27.550 negli uomini e 13.300 nelle donne), con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 16 per cento circa negli uomini e 23 per cento nelle donne.
Sappiamo che 9 tumori del polmone su 10 sono causati dal fumo di sigaretta e sappiamo che se intercettati per tempo possono essere curati con trattamenti meno invasivi. Ecco perché evitare il fumo è una delle azioni di prevenzione più importanti contro il tumore del polmone. E per i fumatori è bene sapere che prima si smette, meglio è.
Resta però da capire se anche smettere di fumare “tardi”, ovvero al momento della diagnosi di tumore del polmone o nell’anno precedente la diagnosi, può avere qualche importanza ai fini dei risultati finali delle terapie.
Per rispondere alla domanda, Caini e colleghi hanno portato a termine una revisione della letteratura e una successiva metanalisi, includendo nell’analisi finale 21 articoli pubblicati con risultati di altrettante ricerche sul tema, che nel complesso hanno preso in esame i casi di oltre 10.000 pazienti. Lo studio ha mostrato che la sopravvivenza generale aumentava del 29 per cento in chi aveva smesso di fumare appena prima o dopo la diagnosi di tumore del polmone rispetto a chi invece aveva proseguito. “Questo effetto positivo è stato osservato per tutti i tipi di tumore del polmone: quelli non a piccole cellule, i più comuni, ma anche quelli a piccole cellule o di tipo non specificato” dicono i ricercatori. “Questo effetto può essere spiegato sia dal ruolo del fumo nel sostenere crescita, progressione e disseminazione della malattia, sia dal fatto che le sigarette interferiscono con i trattamenti, riducendo per esempio l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia” aggiungono. “I risultati del nostro studio suggeriscono che i medici curanti debbano comunicare ai pazienti i vantaggi di smettere di fumare anche dopo la diagnosi di cancro ai polmoni e fornire loro il necessario supporto per riuscirci” afferma Caini, che cita gli screening come momento importante per spiegare ai pazienti l’importanza di dire addio alla sigaretta e dare loro consigli su come farlo.
Agenzia ZOE