Ultimo aggiornamento: 22 novembre 2024
Non è necessario stravolgere le proprie vite per avere abitudini più sane, bastano piccoli passi per andare lontano.
Il rischio di ammalarsi di cancro non è uguale per tutti. Non abbiamo ancora un quadro completo dei motivi per cui una persona si ammala e un’altra no, ma alcuni pezzi di questo puzzle sono ormai chiari. A fare la differenza sembrano essere soprattutto i geni e il modo in cui viviamo. Non possiamo intervenire sulla nostra infrastruttura genetica, possiamo però ridurre il rischio di ammalarci modificando abitudini e comportamenti. A volte possono bastare piccoli cambiamenti. Darsi al giardinaggio, per esempio, può portare a mangiare in maniera più varia e sana e a fare più attività fisica. Lo dimostrano i risultati di una ricerca dell’Università del Colorado, pubblicati a gennaio 2023 sulla rivista Lancet Planet Health. Una dieta malsana e la sedentarietà sono fattori di rischio non solo per il cancro, ma anche per altre malattie croniche sempre più diffuse nelle società avanzate.
L’aspetto peculiare della ricerca statunitense sui benefici del giardinaggio, chiamata in breve CAPS, è il metodo rigoroso con cui è stata condotta. Non ci si è limitati a verificare se coloro che si dedicavano a questa attività fossero mediamente più sani, come spesso si fa quando si studia l’effetto di abitudini e comportamenti sulla salute. È stato invece condotto un vero e proprio studio randomizzato controllato (randomized controlled trial, RCT). Uno studio randomizzato è uno studio clinico in cui i partecipanti sono selezionati in base ad alcune precise caratteristiche e sono quindi divisi in due o più gruppi in modo casuale (random in inglese). Il trattamento o i trattamenti di cui si intende misurare l’efficacia sono assegnati a un gruppo, detto sperimentale. All’altro gruppo, denominato “controllo”, non viene invece somministrato il trattamento. Alla fine del periodo di studio si valuta se il gruppo sperimentale ha ottenuto risultati diversi da quello di controllo, in relazione a uno o più parametri predefiniti. Per esempio, se in uno studio randomizzato si intende verificare l’efficacia di un farmaco per abbassare la pressione, si può decidere di somministrare al gruppo sperimentale il medicinale e al gruppo di controllo un placebo, ossia una sostanza inerte. In questo modo, se il farmaco è efficace, dopo un certo tempo si dovrebbe osservare un abbassamento della pressione sanguigna negli individui del gruppo sperimentale, ma non in quelli del gruppo di controllo.
CAPS è il primo studio randomizzato controllato con cui è stato valutato l’effetto del giardinaggio di comunità sulla dieta, l’attività fisica e il benessere mentale. I ricercatori hanno selezionato circa 300 persone che avevano fatto domanda per l’assegnazione di un piccolo pezzo di terra da coltivare in un giardino comune a Denver e Aurora, due città del Colorado. A metà dei partecipanti è stato assegnato un lotto di terra (gruppo di intervento), mentre l’altra metà è rimasta in lista di attesa (gruppo di controllo). Nell’anno successivo, in tre occasioni, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a valutazione; è stato chiesto loro cosa avessero mangiato il giorno prima, è stato accertato quanta attività fisica avessero fatto nell’ultima settimana e sono stati misurati peso e giro-vita di ogni individuo. I ricercatori che conducevano i test di valutazione non erano a conoscenza del gruppo a cui apparteneva il soggetto che avevano di fronte: in questo modo non erano influenzati dalle aspettative.
L’analisi dei risultati ha permesso di stabilire che coloro che si erano dedicati al giardinaggio consumavano più fibre alimentari, importanti per un buon metabolismo e per la flora intestinale, che oggi si sa essere molto importante per la salute. Inoltre facevano più attività fisica di intensità moderata-intensa. Non solo, il giardinaggio aveva anche un effetto favorevole sulla psiche: i partecipanti del gruppo di intervento avevano livelli di stress e di ansia più bassi rispetto al gruppo di controllo; l’effetto era particolarmente evidente in chi all’inizio dello studio si era mostrato più stressato o ansioso.
“Nel nostro studio il giardinaggio di comunità potrebbe aver spinto gli individui a praticare più attività fisica moderata-vigorosa perché quest’attività non è percepita come 'esercizio', ma come qualcosa di divertente e utile” hanno commentato gli autori. “Ricerche precedenti hanno rivelato che chi si dedica al giardinaggio descrive quest’attività come appagante e piacevole”. Queste emozioni, unite alle occasioni di socialità offerte dall’orto comune, possono avere migliorato il benessere psicologico dei partecipanti allo studio.
Questa ricerca insegna che non è necessario forzarsi ad andare contro voglia in palestra per fare più attività fisica, né bisogna passare a una dieta ascetica per migliorare la propria alimentazione. Fissare degli obiettivi poco realistici aumenta solo il senso di inadeguatezza. Si può andare per gradi, seguendo le proprie inclinazioni. I pesi non ci piacciono? Fare una bella passeggiata camminando a passo svelto può essere sufficiente. Non dobbiamo digiunare, ma mangiare più frutta e verdura è importante per stare meglio e allontanare le malattie croniche.
Una prova del fatto che cambiare le proprie abitudini è un modo efficace per prevenire i tumori viene da un recente studio europeo, che ha dimostrato come migliorare le proprie abitudini e comportamenti riduca il rischio di ammalarsi di tumore del colon-retto. I ricercatori hanno assegnato un punteggio alla “salubrità” delle abitudini dei partecipanti, punteggio che teneva conto del consumo di tabacco e alcol, dell’indice di massa corporea (e quindi del fatto di essere o meno sovrappeso o obesi) e del livello di attività fisica praticata all’inizio e alla fine del periodo di studio. Per ogni punto guadagnato (ossia, per ogni miglioramento verso abitudini e comportamenti più sani) il rischio di ammalarsi di tumore del colon-retto diminuiva del 3 per cento circa.
Agenzia Zoe