Sindrome di Lynch

La sindrome di Lynch è una patologia ereditaria che predispone allo sviluppo del tumore al colon-retto e altri tipi di cancro, tra cui quello dell'endometrio.

Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2024

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I tumori al colon-retto sono tra i più diffusi in Italia e nel mondo. Con quasi 2 milioni di casi stimati all’anno a livello globale, di cui circa 50.500 in Italia, sono rispettivamente al terzo e al secondo posto tra quelli più frequenti, come evidenziano i dati del World Cancer Research Fund International e quelli raccolti nel rapporto “I numeri del cancro 2023” a cura di AIRTUM-AIOM. In molti casi i tumori al colon-retto sono ricorrenti all’interno di alcune famiglie. Tra questi sono inclusi quelli attribuibili alla sindrome di Lynch, alla cui origine c’è un’alterazione genetica ereditaria che aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro e in particolare di quelli al colon e all’endometrio.

La sindrome di Lynch è spesso considerata una delle più note predisposizioni ereditarie al cancro, e la più comune se si restringe il campo al colon-retto. Si stima che fino al 5 per cento circa dei tumori al colon-retto e al 3 per cento circa di quelli all’endometrio possano essere attribuibili alla sindrome di Lynch.

Sindrome di Lynch e tumori

La prevalenza delle alterazioni genetiche associate a questa sindrome interessa circa 1 persona su 300. I rischi relativi di sviluppare un tumore al colon-retto o di tumore all’endometrio per chi ha la sindrome di Lynch possono aumentare rispettivamente dell’80 e del 60 per cento circa rispetto a chi non ne è portatore. Oltre ai tumori al colon-retto e all’endometrio, la sindrome di Lynch è associata a un aumentato rischio di tumori allo stomaco, all’ovaio, alle vie urinarie, al cervello e al pancreas. Avere le mutazioni specifiche della sindrome non equivale a sviluppare un cancro, perché almeno per alcuni tipi di tumore è possibile prevenire la malattia con adeguati programmi di controlli clinici e strumentali nel tempo.

Conosciamo la sindrome di Lynch almeno dagli inizi del Novecento, grazie ai medici Aldred Scott Warthin e Henry Thompson Lynch. La storia iniziò quando una sarta andò a farsi visitare da Warthin e gli riferì che aveva paura di sviluppare un tumore perché molti suoi familiari erano morti di cancro. Come temeva, purtroppo, morì proprio a causa di un tumore, un cancro all’endometrio. Lo studio dell’albero genealogico della famiglia della donna, condotto prima da Warthin e i suoi colleghi e poi da Lynch, arrivò a includere quasi 1.000 discendenti. Fu così confermata l’esistenza di una suscettibilità familiare al cancro, che portava la malattia a svilupparsi più precocemente rispetto alla popolazione che non aveva queste caratteristiche.

Grazie agli studi compiuti a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, oggi conosciamo anche le basi biologiche di questa malattia. Sappiamo infatti che la condizione ereditaria che aumenta il rischio di tumori è imputabile a mutazioni genetiche, ossia ad alterazioni presenti in alcuni geni che normalmente mantengono la stabilità del DNA. Quando non sono alterati, questi geni prevengono le mutazioni, siano esse innocue o pericolose. Più precisamente, nella sindrome di Lynch sono coinvolti i geni del cosiddetto “mismatch repair” (MMR), un sistema di riparazione degli errori che possono insorgere nel DNA durante la replicazione cellulare. I geni mutati noti per essere coinvolti nella sindrome sono, in particolare, MLH1, MSH2, MSH6, PMS2, e EPCAM.

Diagnosi e prevenzione

Diagnosticare la sindrome di Lynch è importante soprattutto per mettere in atto interventi di prevenzione secondaria dei tumori. L’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) e le principali società scientifiche interessate al problema hanno stilato apposite raccomandazioni per identificare i soggetti a rischio, mediante test che si possono effettuare su campioni di pazienti con cancro al colon-retto e all’endometrio, ottenuti da biopsie o dopo operazioni chirurgiche. Le analisi consentono, tra le altre cose, di identificare alterazioni a carico dei geni MMR nei pazienti con queste forme tumorali.

In alcune Regioni in Italia la diagnosi preventiva di sindrome di Lynch viene eseguita di routine dopo ogni prima diagnosi di carcinoma del colon-retto. In caso di positività, anche i familiari sono invitati a sottoporsi a test genetici e in caso di positività sono avviati a programmi potenziati di diagnosi precoce, che possono includere colonscopie ravvicinate con cui identificare al più presto eventuali tumori. La strategia si è mostrata efficace, anche se le raccomandazioni al momento non risultano applicate in modo uniforme sul territorio nazionale.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

  • Anna Lisa Bonfranceschi

    Dopo gli studi in biologia e una breve esperienza nel mondo della ricerca, dal 2010 scrive storie di scienza, salute e innovazione tecnologia. Oggi è giornalista pubblicista. Fuori dal lavoro soprattutto corre e va in mountain-bike.