Sclerosi tuberosa

La sclerosi tuberosa è una malattia genetica che predispone allo sviluppo di tumori principalmente benigni in diverse parti del corpo, soprattutto a livello di cuore, pelle, reni, polmoni e cervello.

Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2024

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La sclerosi tuberosa è una malattia genetica la cui presenza e i cui effetti variano molto da persona a persona e che predispone a un aumentato rischio di tumori, principalmente benigni, in diverse parti del corpo ma soprattutto a livello di cuore, pelle, reni, polmoni e cervello. In Italia si stima ci siano 5.000 persone con sclerosi tuberosa, un milione nel mondo. Secondo le stime, colpisce circa una persona su 6.000-10.000 nati.

Sclerosi tuberosa: sintomi e tumori

I tumori benigni sono il prodotto del malfunzionamento di 2 geni associati alla malattia, TSC 1 e TSC 2, che contengono istruzioni per la produzione di 2 proteine, l’amartina e la tuberina. In condizioni normali queste contribuiscono a regolare il ciclo cellulare, per cui i geni TSC 1 e TSC 2 sono classificati come oncosoppressori. Le mutazioni a carico di questi geni sono ereditate solo in pochi casi: nella maggior parte dei casi vengono acquisite durante la formazione dei gameti da cui si originerà la persona o nelle prime fasi di sviluppo.

I tumori benigni tipici della sclerosi tuberosa sono diversi: ci sono, per esempio, angiofibromi cutanei, rabdomiomi cardiaci, astrocitomi cerebrali, angiomiolipomi renali, facomi retinici o lesioni simil-tumorali nei polmoni (una condizione nota come linfoangioleiomiomatosi polmonare). In particolare, a caratterizzare la malattia sono i tuberi corticali presenti nella gran parte dei pazienti: formazioni sclerotiche che derivano da un accumulo di calcio e che ricordano, appunto, i tuberi, da cui deriva il nome “tuberosa”.

La variabilità nella manifestazione dei sintomi è una delle più note caratteristiche della malattia. Alcuni pazienti presentano sintomi gravi, come epilessie resistenti ai farmaci, ritardi cognitivi importanti, lesioni neurologiche e renali anche mortali. Molti altri sperimentano invece sintomi lievi, compatibili con una vita attiva e un’aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione generale.

Le manifestazioni più comuni nelle persone con sclerosi tuberosa sono epilessia (soprattutto da bambini), angiomiolipomi renali e, in circa la metà dei casi, ritardo cognitivo. Inoltre, possono manifestarsi rabdomiomi cardiaci, che però spesso regrediscono nel tempo. Un’altra caratteristica comune sono le lesioni della pelle, che possono assumere aspetti molto diversi: da macchie chiare ipopigmentate o “caffè e latte”, a fibromi in prossimità delle unghie di mani e piedi, da aree di pelle ispessita a placche chiare in prossimità della fronte.

Ma la lista dei sintomi comprende anche cisti che possono interessare rene, polmone, pancreas e fegato; disturbi del comportamento, come iperattività e soprattutto di disordini dello spettro autistico; raramente può svilupparsi un carcinoma renale. La presenza di cisti e tumori benigni nelle diverse sedi può comportare anche altre manifestazioni, come il rischio di aritmie o di idrocefalo (ovvero un accumulo di liquido cefalorachidiano nei ventricoli cerebrali collegato alla presenza di astrocitomi) e difficoltà di respirazione.

I progressi della ricerca

Negli ultimi anni la ricerca ha permesso di chiarire i meccanismi patogenetici della sclerosi tuberosa, identificando nuovi possibili bersagli terapeutici e marcatori predittivi dell’evoluzione della malattia. Per esempio, alcuni marcatori negli elettroencefalogrammi e nelle risonanze magnetiche possono consentire oggi di identificare i bambini a rischio di epilessia, autismo o ritardo cognitivo, aprendo la strada a interventi preventivi per scongiurare alcune complicazioni della malattia. I dati sono stati raccolti in una recente revisione sul tema sulla rivista Lancet Neurology, a cura di un gruppo di ricercatori attivi in Italia.

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  • Anna Lisa Bonfranceschi

    Dopo gli studi in biologia e una breve esperienza nel mondo della ricerca, dal 2010 scrive storie di scienza, salute e innovazione tecnologia. Oggi è giornalista pubblicista. Fuori dal lavoro soprattutto corre e va in mountain-bike.