Bambini: più sono piccoli, più ci vuole attenzione

Ultimo aggiornamento: 12 giugno 2024

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I bambini, soprattutto sotto i 12 anni, sono i più sensibili ai rischi di un’eccessiva esposizione al sole.

Per loro natura tendono a giocare a lungo al sole anche mentre sono in acqua, ma la loro pelle è più delicata di quella degli adulti ed eventuali danni al DNA che i raggi ultravioletti possono provocare hanno più tempo per manifestarsi negli anni successivi. Le scottature contratte nell’infanzia e nell’adolescenza sono, infatti, un importante fattore di rischio per lo sviluppo di tumori della pelle nel corso della vita. Ecco perché ai bambini piccoli va riservata una particolare attenzione.

Neonati

I bebè sotto i 6 mesi di vita non dovrebbero mai essere esposti alla luce diretta del sole: per questo le creme protettive non sono consigliate in questa fascia di età. Vanno usate solo quando ci si trova accidentalmente in condizione di non poter proteggere il piccolo, che altrimenti andrebbe sempre tenuto all’ombra, anche mentre si è a passeggio, con ombrellini montati su carrozzina e passeggino.

Bisogna inoltre tenere conto che i raggi ultravioletti riescono ad attraversare anche superfici protettive come quelle degli ombrelloni: per questo i bambini al di sotto dei 6 mesi non dovrebbero essere esposti nelle ore in cui il sole è più alto.

Questa regola non vale solo per la spiaggia, ma anche in città.

Bambini

Più crescono, più i piccoli amano giocare nell’acqua o sulla battigia: per questo, nel corso della giornata, andrà ripetuta più volte l’applicazione delle creme solari. In particolare andrebbero usati prodotti con un fattore di protezione 30 o 50, resistenti all’acqua e ad ampio spettro (ovvero capaci di proteggere sia dai raggi UV-B sia da quelli UV-A). È possibile scegliere prodotti solari studiati per i piccoli, o che utilizzano lo schermo minerale, in grado di prevenire irritazioni e proteggere la loro pelle sensibile.

Meglio insistere perché i bimbi tengano il cappello, di solito meno gradito degli occhiali da sole, che invece li fanno sentire “grandi”. Questi però non devono essere considerati come giocattoli, ma piuttosto come strumenti di protezione che, al pari di quelli degli adulti, devono proteggere almeno dal 99 per cento dei raggi UV-A e UV-B.

Per i bambini con la pelle più delicata esistono particolari indumenti protettivi che filtrano i raggi del sole ma lasciano traspirare e si asciugano rapidamente, per cui possono essere indossati anche durante il bagno. Per evitare danni alla pelle va comunque messo un limite alle ore trascorse al sole ed è senz’altro preferibile che a un pranzo all’ombra seguano un paio d’ore di gioco o di riposo al riparo dai raggi più forti nelle ore centrali della giornata.

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Testo originale a cura della Redazione di Fondazione AIRC, pubblicato il 20 maggio 2021.

Testo revisionato da Antonino Michienzi, in data 12 giugno 2024.

  • Agenzia Zadig