Ultimo aggiornamento: 17 febbraio 2022
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In questo articolo risponderemo alle domande:
“Sei malato, riposati.” Una frase che tante persone con diagnosi di tumore si sentono dire da parenti e amici. Eppure, forse sarebbe più giusto dire: “Sei malato, se puoi cerca di muoverti un po’”.
Numerose ricerche hanno infatti dimostrato che una vita attiva contribuisce sia alla prevenzione dei tumori, sia alla salute di chi ha già ricevuto diagnosi di malattia. Un po’ di esercizio aiuta a mantenersi in forze, a superare meglio le terapie e ha inoltre un effetto positivo anche dal punto di vista psicologico.
Eppure ancora oggi quasi 4 pazienti oncologici su 10 (il 38 per cento circa) sono sedentari. Non sempre i medici forniscono ai pazienti raccomandazioni sull’attività fisica da praticare dopo una diagnosi di tumore o durante il trattamento.
Secondo uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Supportive Care in Cancer, nel Regno Unito il 52 per cento dei pazienti oncologici riceve indicazioni sull’attività fisica da praticare. Di questi, però, solo il 30 per cento riceve anche informazioni specifiche sul tipo di attività da svolgere e appena il 14 per cento viene inviato a colloquio con un altro specialista per suggerimenti mirati.
I dati parlano chiaro: l’attività fisica è un grosso aiuto per il benessere fisico e psicologico dei pazienti oncologici.
Già nel 2010 il gruppo di esperti che aveva preso parte a una tavola rotonda dell’American College of Sports Medicine era arrivato alla conclusione che i pazienti oncologici potevano dedicarsi in sicurezza a esercizi volti a migliorare il benessere, la funzionalità fisica e la qualità della vita, e a mitigare la stanchezza legata al cancro (fatigue). Circa dieci anni più tardi, gli esperti hanno confermato e aggiornato queste conclusioni grazie all’analisi dei dati disponibili e sono giunti a definire delle linee guida sull’esercizio fisico per chi è sopravvissuto a un tumore. Le linee guida sono state pubblicate sulla rivista Medicine & Science in Sports & Exercise.
I dati dimostrano che svolgere attività fisica riduce ansia, depressione e dolore e aumenta inoltre la forza fisica e l’energia. Lo spiegano gli esperti della Società americana di oncologia medica (ASCO), secondo i quali l'attività motoria contribuirebbe anche al mantenimento di una certa mobilità e indipendenza, alla riduzione del rischio di cadute, al miglioramento della qualità del sonno e al mantenimento di un peso nella norma, un fattore questo decisivo nella prevenzione di molti tumori e delle recidive.
Da non dimenticare poi che rimanere attivi ha un impatto anche sui trattamenti: migliora la sopravvivenza dei pazienti con tumori come quello del seno e del colon-retto, aumenta l’efficacia delle terapie e riduce il rischio di sviluppare altri tumori o malattie croniche (tra cui problemi cardiovascolari e diabete).
Sebbene le ricerche dicano che è generalmente sicuro per i malati oncologici svolgere attività fisica, nei programmi di esercizi occorre tenere conto delle condizioni specifiche dei pazienti, del tipo di tumore, del trattamento in corso e degli effetti secondari sull’organismo. Per questa ragione è importante chiedere sempre al proprio oncologo come e quanto muoversi.
In linea di massima valgono le raccomandazioni generali, che prevedono circa 150 minuti a settimana (o 30 minuti al giorno) di attività fisica moderata, sempre da adattare a come ci si sente e alla propria mobilità.
L’ideale sarebbe inserire nel proprio programma diversi tipi di esercizio:
Agenzia ZOE