Le statistiche del cancro

Il rapporto “I numeri del cancro 2024” mostra che i nuovi casi di tumore sono stabili rispetto al 2023, mentre aumentano le persone in vita dopo una diagnosi di tumore. Inoltre, ci si aspetta che circa un malato su due possa guarire.

Ultimo aggiornamento: 14 gennaio 2025

Tempo di lettura: 12 minuti

Il cancro in cifre

Grazie alla prevenzione primaria e ai programmi di screening, che permettono di cogliere anche lesioni pretumorali che si possono rimuovere, i nuovi casi di tumore risultano essere stabili negli ultimi anni. Diagnosi precoci e cure sempre più efficaci per i diversi tipi di cancro stanno inoltre facendo aumentare costantemente il numero di persone in vita dopo una diagnosi di cancro. Ci si attende, infine, che la metà delle persone diagnosticate con un tumore nel 2024 guarirà, cioè tornerà ad avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella delle persone che non si sono ammalate.

È quanto emerge dal rapporto “I numeri del cancro 2024”, frutto della collaborazione tra AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia, a cura dell’Istituto superiore di sanità). Si tratta di un documento aggiornato annualmente che fornisce dati utili a capire come meglio direzionare la ricerca di nuovi metodi di prevenzione, diagnosi e cura. Anche le istituzioni possono farvi affidamento, per esempio per gestire meglio le risorse e impostare nuovi provvedimenti. È anche grazie a questi rapporti che in Italia, come in altri Paesi, a partire dal 2023 è stato garantito il diritto all’oblio oncologico, una legge che tutela da discriminazioni le persone guarite da un tumore.

Il rapporto del 2024 evidenzia molti dati positivi e alcuni aspetti su cui è possibile lavorare. Innanzitutto, in circa 15 anni, tra il 2006 e il 2021, nei giovani adulti la mortalità per cancro nel nostro Paese è diminuita di circa il 21,4% nelle donne e il 28% negli uomini. Il miglioramento interessa in particolare alcuni tipi di tumore, come quello del polmone, per il quale la mortalità è diminuita del 35,5% circa tra gli uomini e del 46,4% circa tra le donne. Un dato importante, anche perché il cancro del polmone è la prima causa di morte oncologica in Italia tra gli uomini e la seconda tra le donne (dopo il tumore della mammella). La sopravvivenza è più o meno stabile da anni, invece, per altre neoplasie, come quelle del colon-retto e dell’ovaio.

I miglioramenti registrati sono dovuti a terapie sempre più efficaci e mirate, ma non solo. La prevenzione resta un elemento fondamentale per limitare il rischio di cancro e migliorare la possibilità di cura. Fino al 40% circa dei casi di tumore potrebbe infatti essere evitato eliminando tutti i fattori di rischio modificabili come fumo, alcol, obesità e sedentarietà. Inoltre, è essenziale l’adesione ai programmi di screening, che almeno per alcuni tipi di cancro permettono di individuare sia lesioni pretumorali, sia malattie in stadio iniziale, quando sono più semplici da curare.

Da questo punto di vista, uno degli obiettivi dell’Unione Europea è assicurare l’offerta di screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto, della mammella e della cervice uterina ad almeno il 90% degli aventi diritto in tutti i Paesi membri entro il 2025. Su questo, il rapporto evidenzia che l’Italia è già a ottimo punto, in quanto in molte Regioni tutte o quasi tutte le persone idonee ricevono l’invito a effettuare gli screening. L’adesione agli esami e la copertura sul territorio sono però ancora migliorabili nel Paese, in particolare nel Sud Italia, anche se la situazione negli ultimi anni è migliorata. Un altro obiettivo dell’Unione europea è mettere a punto uno screening per la diagnosi precoce del tumore del polmone per le persone maggiormente a rischio, ossia i forti fumatori di ieri e di oggi.

Nel rapporto compaiono termini quali incidenza, sopravvivenza, prevalenza e rischio, spesso utilizzati per parlare di dati e statistiche relative ai tumori. Vediamo insieme cosa significano e quali sono stati i numeri in Italia nel 2024.

L'incidenza

Che cos’è

L’incidenza indica quanti nuovi casi di una malattia, per esempio di un tipo di tumore, vengono diagnosticati in una popolazione di riferimento, di solito ogni 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno.

L’incidenza dei tumori in Italia

Si stima che in Italia nel 2024 vi siano state non più di 390.000 nuove diagnosi di tumore, circa 214.000 tra gli uomini e 175.000 tra le donne. Si tratta di dati sostanzialmente stabili rispetto a quanto riportato nelle edizioni de “I numeri del cancro” del 2022 e del 2023.

Secondo le statistiche, nel 2024 in Italia, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori in assoluto più frequenti sarebbero stati quelli della mammella (53.686 casi circa), del colon-retto (circa 48.706 casi), del polmone (circa 44.831 casi), della prostata (circa 40.192 casi) e della vescica (circa 31.016 casi).

Il tumore maschile più frequente, che corrisponde a quasi il 19% dei casi di tumori maschili, sembra essere stato quello alla prostata, con circa 40.192 nuovi casi. È seguito dal tumore al polmone, con circa 31.891 nuovi casi (14,9% circa dei tumori maschili), dal tumore al colon-retto (con 27.473 casi, il 12,8% dei tumori negli uomini) e quello alla vescica (con all’incirca 25.227 nuovi casi, l’11,8% circa dei tumori maschili).

Nelle donne il tumore alla mammella è stato di gran lunga il più comune, con circa 53.065 nuovi casi (il 30,3% circa di tutti i casi di tumore nelle donne). Il secondo è stato il tumore del colon-retto (con circa 21.233 nuovi casi, il 12,1% dei tumori femminili), seguito dal tumore del polmone (circa 12.940 nuovi casi, il 7,4% dei tumori delle donne) e il cancro del corpo dell’utero (con 8.652 casi, il 4,9% circa del totale).

Si prevede che nei prossimi 20 anni il numero assoluto di tumori aumenterà, in media, dell’1,3% circa per gli uomini e dello 0,6% circa per le donne.

La mortalità

Che cos’è

La mortalità indica il numero di persone decedute in una popolazione di riferimento in un arco di tempo definito, per una particolare causa. Di solito si calcola su 100.000 abitanti in un anno e si parla di mortalità per cancro, per tumore del polmone, o di mortalità totale.

La mortalità per tumori in Italia

In generale, la mortalità per cancro è in diminuzione in entrambi i sessi. Secondo il rapporto “I numeri del cancro 2023”, il numero di morti dovute a tumori che si stima siano state evitate nel 2007 era pari a 614, mentre nel 2019 avrebbe superato le 9.000. In percentuale, in soli 12 anni si è passati da meno dell’1% a circa l’11% delle morti evitate rispetto a quanto gli epidemiologi si aspettavano in base ai tassi di mortalità tra il 2003 e il 2006. Nel complesso, secondo i dati raccolti tra il 2007 e il 2019, tra gli uomini le morti oncologiche risparmiate sono più di 206.000. Queste hanno riguardato in particolare il tumore al polmone, con oltre 73.000 decessi evitati (più del 18% del totale) e quello della prostata (con oltre 30.000 decessi evitati, più del 24% di quelli attesi in base alle stime precedenti). Superiore alle aspettative è stato, invece, il numero di morti per tumore al pancreas (1.344 in più del numero atteso, quasi il 2%) e per melanoma (1.256 in più, quasi il 10%).

Per le donne, tra il 2007 e il 2019 sono state oltre 62.000 le morti evitate rispetto a quelle attese: il 6% circa in meno. Il vantaggio è emerso in particolare nel caso del tumore dello stomaco, con più di 1 morte su 4 evitata (oltre 16.700 persone), del colon-retto (10.223 morti evitate, quasi il 9%) e della mammella (oltre 10.000 persone, il 6%). È stato invece superiore alle attese il numero di decessi per tumore al polmone, con oltre 16.000 morti in più, per quello al pancreas (quasi 5.000 morti in più) e per i melanomi cutanei (629 morti in più, quasi il 7%).

Il rapporto “I numeri del cancro 2024” si è focalizzato in particolare sui malati di tumore tra i 20 e i 49 anni, i pazienti “giovani adulti”, le cui morti costituiscono in Europa circa il 4,3% di tutti i decessi per cancro. Anche in questa fascia d’età si osserva una riduzione della mortalità per tumore, che nel periodo 2007-2021 si stima sia calata del 21,4% nelle giovani donne e del 28% nei giovani uomini. Le morti evitate sono state circa 1725: 786 tra le donne e 939 tra gli uomini. Il dato è stato calcolato rispetto al numero di decessi atteso, basato sui tassi di mortalità del 2006.

Particolarmente rilevante è il calo della mortalità per tumore del polmone, che rappresenta la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne tra i 20 e i 49 anni. Tra il 2006 e il 2021 tale diminuzione è stata del 35,5% tra i giovani adulti maschi e di ben del 46,4% tra le giovani adulte. In calo anche la mortalità per cancro della mammella, pur essendo i casi in aumento: sempre tra il 2006 e il 2021 il tasso di decessi per questo tipo di tumore si è ridotto di circa il 16,2% per le giovani adulte. In entrambi i casi il merito è in parte attribuibile ai progressi nei metodi di prevenzione primaria e diagnosi precoce e nel miglioramento delle cure che nell’insieme hanno portato ad aumenti nella sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. Restano invece stabili i tassi di mortalità per i tumori del colon-retto e dell’ovaio.

Leggi anche

La sopravvivenza

Che cos’è

La sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare, in base a studi epidemiologici, sia la gravità della malattia, sia l’efficacia dei servizi sanitari e del miglioramento delle cure disponibili. Si misura calcolando quanto sopravvivono in media, dopo la diagnosi, le persone che sono colpite da un cancro con determinate caratteristiche al momento della diagnosi. Per esempio: quante persone non sono morte dopo 5 anni dalla diagnosi di un cancro alla mammella?

La sopravvivenza è influenzata principalmente da due elementi: la diagnosi precoce, permessa soprattutto dai programmi di screening offerti alla popolazione per alcuni tipi di tumore, e le terapie, sempre più mirate ed efficaci grazie a nuove strategie, tra cui quelle dei farmaci a bersaglio molecolare dell’immunoterapia.

Un altro indicatore è invece la guarigione, spesso difficile da misurare. Tra gli esperti c’è abbastanza consenso sul fatto che, a seconda del tipo di tumore, si può in alcuni casi parlare di guarigione dopo 5 anni dalla fine delle cure senza che si ripresenti la malattia, mentre per altre forme di cancro è più difficile avere certezza di una guarigione completa. La questione assume particolare importanza per quanto riguarda il diritto all’oblio oncologico, a tutela gli ex-pazienti contro possibili discriminazioni per esempio nella ricerca di un lavoro, nella domanda di un mutuo o di una polizza assicurativa sulla vita o la salute.

La sopravvivenza dopo un tumore in Italia

Per molti tipi di tumore la sopravvivenza è aumentata negli anni. Inoltre, cresce a livello individuale man mano che ci si allontana dal momento della diagnosi. In questo decennio, come riportato ne “I numeri del cancro 2023”, circa il 5% delle persone in Europa è viva dopo una diagnosi di tumore, e in gran parte ha ricevuto una diagnosi da oltre 5 anni. In Italia, oggi il 24% circa delle persone che hanno avuto un tumore ha ricevuto la diagnosi più di 15 anni fa.

Secondo le ultime stime, basate su dati aggiornati al 2018, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori è del 59,4% circa negli uomini e al 65% nelle donne. Sono quindi aumentate rispetto alla rilevazione precedente, basata su dati aggiornati al 2015 (la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi era stata stimata essere del 54% per gli uomini e del 63% per le donne). È particolarmente estesa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto alcuni tipi di tumore molto comuni nella popolazione, come quelli del seno (88%), del testicolo e della prostata (oltre il 90%). Il cancro resta purtroppo ancora la seconda causa di morte (il 25% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari. Tuttavia, chi sopravvive dopo 5 anni dalla diagnosi ha, dopo alcuni tipi di tumore (testicolo, tiroide, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto), prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia.

In Italia i valori di sopravvivenza sono sostanzialmente in linea con quelli dei Paesi nordeuropei, degli Stati Uniti d’America e dell’Australia.

La prevalenza

Che cos’è

La prevalenza in oncologia corrisponde al numero di persone ancora in vita dopo una diagnosi di un tumore. Dipende dunque sia da quanto sono frequenti i nuovi casi di un determinato tumore (incidenza) sia da quanto è possibile convivere con la malattia o superarla (sopravvivenza).

La prevalenza di tumori meno frequenti ma con prognosi favorevole (quindi con lunga sopravvivenza) tende a essere maggiore nella popolazione rispetto a quella di tumori molto frequenti, ma caratterizzati purtroppo da una breve sopravvivenza.

La prevalenza dei tumori in Italia

In Italia sono più di 3,7 milioni le persone in vita dopo una diagnosi di tumore: il 6,2% circa della popolazione italiana, o circa 1 abitante su 16. Si tratta di circa 2 milioni di donne (il 6,8% circa della popolazione femminile) e 1,6 milioni di uomini (il 5,6% circa della popolazione maschile).

Il rischio

Che cos’è

Il rischio è la probabilità che si verifichi un evento. Si parla di rischio assoluto quando si indica la probabilità che un evento si verifichi in un certo lasso di tempo. Per esempio, la probabilità teorica individuale di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita nell’intervallo di tempo che va dalla nascita agli 84 anni. Con rischio relativo si intende invece l’aumento o la riduzione delle probabilità di ammalarsi per chi ha una particolare condizione in grado di proteggere dalla malattia o, viceversa, di predisporre al cancro rispetto a chi non ce l’ha (per esempio, determinati stili di vita o una particolare variante genica). Il rischio dipende molto dalla frequenza generale della malattia in questione: se è molto rara, il rischio assoluto che una persona si ammali resta basso anche in presenza di una mutazione genetica che, per esempio, raddoppia il rischio relativo.

Per quanto riguarda i fattori di rischio individuali in Italia, secondo le stime della sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento, nel biennio 2022-2023:

  • tra le persone tra i 18 e i 69 anni, il 24% circa fuma e il 24% di loro consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. Il tabagismo è più diffuso tra i giovani (18-24 anni), tra gli uomini e tra persone in situazioni socioeconomiche svantaggiate o con bassa istruzione. Ma un adulto su 5 ha smesso di fumare da almeno un anno e la percentuale di fumatori è in declino: infatti, è diminuita del 6% tra il 2008 e il 2023.
  • Il 42% circa delle persone dichiara di non consumare bevande alcoliche, mentre il 18% fa un uso di alcol a maggior rischio per la salute, cioè beve alcolici in quantità eccessive, spesso o sporadicamente, oppure fuori pasto. Migliorabile è anche l’attenzione al tema da parte degli operatori sanitari, poiché nel biennio 2022-2023 solo il 7% circa dei consumatori a maggior rischio tra i 18 e i 69 anni ha ricevuto il consiglio di bere meno.
  • Il 28% circa della popolazione adulta in Italia è sedentaria, soprattutto tra le donne, nel Sud Italia e tra persone meno istruite, e il 24% svolge attività fisica con frequenza inadeguata. Peraltro la sedentarietà è aumentata negli ultimi anni, poiché nel 2008 era inattivo il 23% della popolazione.
  • Più di 3 adulti su 10 sono in sovrappeso e 1 su 10 è obeso, soprattutto in ambienti sociali ed economici svantaggiati e al crescere dell’età.
  • Solo il 7% degli adulti in Italia mangia le 5 porzioni di frutta e verdura al giorno raccomandate dalle principali linee guida per un’alimentazione varia ed equilibrata; il 38% ne consuma solo 3-4 e il 52% appena 1-2. Ad avere questa buona abitudine sono soprattutto le donne, le persone in condizioni socioeconomiche migliori e gli abitanti delle Regioni del centro e del nord Italia.

Referenze

  • Redazione

    La redazione di AIRC è composta da esperti in comunicazione che si dedicano ogni giorno a informare la collettività sui temi di missione in modo chiaro e rigoroso.