Ultimo aggiornamento: 19 giugno 2023
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Si tratta di dispositivi elettronici che, diversamente dalle cosiddette e-cig, le sigarette elettroniche, contengono foglie di tabacco. Il prodotto, inserito in un apposito bruciatore elettrico, viene scaldato ad alta temperatura (circa 350 °C rispetto ai 900 °C della sigaretta classica), ma non brucia direttamente. Questi dispositivi sono sviluppati dalle industrie del tabacco e in Italia sono noti soprattutto con il nome del marchio IQOS.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) li ha denominati prodotti a tabacco riscaldato (Heated Tobacco Products o HTP), mentre l’industria del tabacco tende ancora a chiamarli prodotti a tabacco riscaldato che non brucia, (Heat-Not-Burn tobacco products), perché l’acronimo inglese (HNB) non ha al proprio interno la T di tabacco.
Per ottenere la registrazione del prodotto da parte delle autorità in Europa, Stati Uniti e altri Paesi, le industrie del tabacco hanno dovuto valutare la pericolosità di questi dispositivi. Secondo gli studi sostenuti da queste aziende, il vapore generato dal riscaldamento dei prodotti a tabacco riscaldato contiene nicotina a concentrazioni elevate e altre sostanze tossiche, ma a concentrazioni inferiori rispetto alle sigarette tradizionali. Tuttavia i risultati di ricerche i cui autori non hanno conflitti di interesse con queste industrie sono giunti a conclusioni differenti.
Ne è un esempio uno studio commissionato dal Governo giapponese con lo scopo di regolamentare il fumo di sigaretta in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Questi risultati dimostrano che, se la misurazione proviene da laboratori indipendenti, questo tipo di prodotti contiene, sia nel ripieno sia nel fumo emesso, nicotina e altre sostanze chimiche in quantità analoga alle sigarette comuni, ma un quinto delle nitrosamine e un centesimo dell’anidride carbonica. Inoltre secondo i risultati di un altro studio, pubblicati nel 2017 da JAMA Internal Medicine, gli stessi composti volatili presenti nelle sigarette classiche si ritrovano nei prodotti a tabacco riscaldato.
Al momento l’OMS ha evidenziato quanto sia importante monitorare i composti nocivi, tra cui nicotina, aldeidi e monossido di carbonio, provenienti dalle emissioni di questi prodotti. Se i livelli di sostanze tossiche sono in linea generale inferiori in confronto alle sigarette tradizionali, bisogna comunque considerare che questi nuovi prodotti e dispositivi non comportano necessariamente un rischio inferiore, ma magari semplicemente diverso. I prodotti a tabacco riscaldato rilasciano infatti, rispetto alle sigarette classiche, un contenuto più alto ed esclusivo di determinate sostanze tossiche, i cui effetti sulla salute sono ancora da comprendere appieno.
Sono circa 1,7 milioni le persone in Italia (il 3,3 per cento della popolazione) che consumano sigarette a tabacco riscaldato in maniera occasionale o abituale. Secondo i dati presentati in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2022, e contenuti nel Rapporto sul fumo in Italia dell’Istituto superiore di sanità, tale consumo è triplicato tra il 2019 e il 2022. A favorire l’utilizzo di questi prodotti è anche una percezione distorta sulla loro nocività. Un fumatore su tre pensa che questi prodotti siano meno dannosi delle sigarette tradizionali e uno su due crede che non favoriscano il passaggio alle sigarette tradizionali. Questa opinione è anche condivisa da circa il 38 per cento della popolazione generale.
Alla luce degli studi effettuati sul contenuto delle sigarette a riscaldamento del tabacco, è ragionevole affermare che il loro utilizzo crei dipendenza quanto la sigaretta comune, mentre il loro impatto potrebbe essere minore per quanto riguarda il fumo passivo. I risultati di uno studio della fine del 2018 hanno dimostrato un effetto tossico maggiore rispetto alle sigarette elettroniche, ma minore rispetto a quelle classiche.
Per quanto riguarda la correlazione con il cancro sono ancora poche le evidenze, perché il tempo da quando sono sul mercato è ancora troppo breve per raggiungere risultati affidabili. In ogni caso i limitati dati raccolti finora non sono rassicuranti. Considerando oltre 100 pubblicazioni dal 2008 al 2018, una revisione ha concluso che non vi sono prove di una riduzione del rischio né per il cancro né per le malattie cardiovascolari con l’utilizzo dei prodotti a tabacco riscaldato rispetto alle sigarette tradizionali. Invece i risultati di un recente studio, pubblicati sulla rivista Toxicology Reports, hanno mostrato che in esperimenti di laboratorio c’è un’associazione tra l’esposizione al fumo di questi prodotti e un aumento del rischio di trasformazione tumorale.
Per giungere a risultati più conclusivi sulla salute degli esseri umani saranno necessari studi su campioni più ampi, con osservazione degli effetti per un tempo prolungato. In genere infatti lo sviluppo di un cancro per effetto del tabacco richiede qualche decennio da quando si è iniziato a fumare, e questi prodotti sono stati immessi nel mercato ancora troppo di recente. Un’ulteriore complicazione di questo tipo di studi è dovuta alla grande varietà di gusti e aromi, in continuo aggiornamento, che possono far variare le proprietà chimiche e tossicologiche dei prodotti.
È sicuro però che: “Non esistono prodotti contenenti tabacco sicuri; perciò, le persone che non ne fanno uso non dovrebbero iniziare, soprattutto se giovani”. La dichiarazione di gennaio 2023 è della Food and Drug Administration (FDA), l’ente statunitense che regola la commercializzazione di farmaci e prodotti che possono avere un impatto sulla salute, e che aveva appena approvato la commercializzazione di tre nuovi prodotti a tabacco riscaldato negli Stati Uniti. L’approvazione è stata motivata dal fatto che, secondo la FDA, tali prodotti possano portare benefici ai fumatori adulti superiori ai rischi per i giovani. L’agenzia ha, però, specificato che questi prodotti saranno sottoposti alle stesse restrizioni di vendita delle sigarette comuni e non ha accettato la richiesta, avanzata da parte dell’azienda in questione, di pubblicizzarli come meno pericolosi. Autorizzare la loro commercializzazione non significa infatti dichiarare che siano sicuri o che siano stati “approvati dalla FDA”, perché tutti i prodotti con tabacco sono nocivi, seppur con diversi livelli di rischio.
Dal momento che il contenuto di nicotina, la sostanza che crea dipendenza, è simile a quello delle sigarette classiche, non vi sono benefici provati in termini di disassuefazione dal fumo. Per questa ragione la European Respiratory Society ha emesso un documento, detto position paper, in cui ne sconsiglia l’utilizzo quale strumento di riduzione del danno da fumo. Una revisione sul rischio di tossicità legato all’uso di aromatizzanti, molto comuni sia nelle sigarette elettroniche sia nei prodotti a tabacco riscaldato, mostra che al momento esistono pochi studi sugli effetti di ciascuna di queste sostanze, singolarmente o in combinazione, sul sistema respiratorio. La loro stessa allettante presenza aumenta tuttavia il rischio che i più giovani iniziano a utilizzarli. Alcune risposte provengono da un recente studio prospettico guidato da Silvano Gallus, epidemiologo dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano e sostenuto da Fondazione AIRC. Seguendo nel tempo più di 3.000 persone in Italia tra i 18 e 74 anni, dai risultati dello studio è emerso che le sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato non solo non aiutano a smettere di fumare sigarette tradizionali, ma inducono a cominciare a farlo sia chi non fuma sia gli ex-fumatori.
Come sottolineato dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, i prodotti a tabacco riscaldato andrebbero evitati se non si ha mai fatto uso di prodotti a base di tabacco. Anche per i fumatori, le evidenze raccolte finora dimostrano che non sono un supporto valido per smettere di fumare e potrebbero avere effetti dannosi per la salute. Infatti contengono quantità di nicotina simile a quello delle sigarette comuni, che possono indurre una dipendenza. Inoltre rilasciano diverse sostanze chimiche già presenti nelle sigarette tradizionali, a concentrazioni inferiori o superiori, e altre che non sono invece contenute nelle sigarette classiche.
Agenzia Zoe