Ultimo aggiornamento: 19 maggio 2023
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L’alcol, il benzene, la naftalina usata come antitarme negli armadi, ma anche farmaci come la ciclosporina, impiegata per impedire il rigetto in caso di trapianto anche in alcuni tipi di tumore: tutte queste sostanze hanno in comune l’appartenenza al gruppo 1 della IARC. L’agenzia dell’OMS, con sede a Lione, in base ai risultati degli studi scientifici stila la classifica di ciò che può provocare il cancro (e che viene per questo detto cancerogeno o carcinogeno).
Le sostanze (lista aggiornata al 20/04/2023) possono essere classificate in uno di quattro gruppi:
Nel corso della revisione del sistema di classificazione che è stata fatta nel 2019 dalla IARC, il gruppo 4 è stato eliminato: ciò significa che le liste della IARC oggi includono solo agenti che si sono dimostrati cancerogeni o per cui esistono vari gradi di evidenza di cancerogenicità e sono sotto sorveglianza. In quell’occasione è stato rivisto anche il processo di valutazione, che ora è più strutturato e dovrebbe quindi essere più coerente e trasparente.
Quando il nylon si è diffuso nell’abbigliamento, qualcuno ha avuto un dubbio sulla sua innocuità. È stato così è valutato in laboratorio per poi scoprire che il caprolactam, il precursore del nylon, non interagisce con le molecole biologiche contenute nell’organismo umano e che quindi non è pericoloso. Questa vicenda è utile anche per spiegare come mai le sostanze contenute nel gruppo 1 non sono state vietate e ritirate dal commercio. Per dimostrare la cancerogenicità di un agente è necessario da un lato valutare l’esposizione di animali di laboratorio a tale sostanza in altissime concentrazioni, di solito molto superiori a quelle che si riscontrano nella vita reale.
Dall’altro lato gli esperti della IARC tengono anche conto di eventuali osservazioni epidemiologiche negli esseri umani, ossia studi in cui esposizioni a determinate sostanze nella popolazione sono state associate a successive diagnosi di tumori. Anche grazie a questi studi sappiamo che, statisticamente, chi beve troppo alcol è a rischio di tumori del tratto gastrointestinale, mentre, sempre statisticamente, chi fuma tabacco rischia il cancro al polmone in modo proporzionale alla quantità. Le osservazioni epidemiologiche in questo senso sono state rafforzate dai risultati di studi di laboratorio e di conseguenza sia l’alcol sia il tabacco sono entrate nella famosa lista 1. Nonostante ciò, chi beve una piccola quantità di alcol nella vita o fuma una sola sigaretta non vede crescere il proprio rischio oncologico in modo misurabile.
Nel 2015 la IARC ha inserito la carne rossa lavorata, come salumi e carne in scatola, nel gruppo 1 e la carne rossa nel gruppo 2A. Il salame è pericoloso quanto il fumo di sigaretta? No, fumare è molto più dannoso per la salute che mangiare qualche insaccato. A qualcuno verrebbe in mente di vietare salami e prosciutti? Quasi sicuramente no, anche se è importante sapere che il loro consumo, specie se continuo e abbondante, comporta qualche rischio.
La IARC stabilisce soltanto se una sostanza è con ragionevole certezza un cancerogeno, mentre non paragona fra loro i cancerogeni per la loro potenza. Così le carni rosse, per esempio, sono sostanze cancerogene con ragionevole certezza in grado di aumentare il rischio di tumori. In questo caso la probabilità di ammalarsi dipende sia dalle quantità consumate sia dall’intrinseco potere cancerogeno di tali sostanze, il quale, secondo le osservazioni epidemiologiche è più basso, nel caso delle carni rosse, per esempio, del fumo di sigaretta.
Ecco perché quando leggiamo sui giornali che una sostanza è entrata a far parte di una delle liste della IARC dovremmo chiederci anche quanto è cancerogena, a quali dosaggi e dopo quanto tempo di esposizione. Dovremmo quindi preoccuparci eventualmente dei suoi effetti, anche in caso di categorie particolarmente a rischio, come bambini, donne in gravidanza o anziani.
Vi sono anche moltissime sostanze di cui il potere cancerogeno è altamente probabile, ma che non sono in nessuna lista poiché mancano gli studi rigorosi richiesti dalla IARC per l’inserimento nei propri database. Potrebbe esistere un dato epidemiologico, ma potrebbero mancare gli studi di laboratorio, o viceversa. Oppure gli studi possono essere incompleti, non conclusivi o di bassa qualità, tali per cui non è possibile trarre conclusioni.
Vi sono anche alcune sostanze che sono cancerogene solo se associate con altre, ma molte combinazioni non sono menzionate nelle liste della IARC perché non sono mai state studiate con sistematicità.
Quando leggiamo che una sostanza o un agente è stato inserito in una delle liste della IARC, non è il caso di farsi prendere dal panico. È necessario capire quali sono i reali livelli di rischio ed entro che dosi e limiti vale la pena di preoccuparsi davvero.
Agenzia Zoe