Ultimo aggiornamento: 8 gennaio 2025
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La conoscenza dei meccanismi molecolari alla base dello sviluppo, della crescita e della diffusione di malattie, tra cui il cancro, ha permesso di sviluppare le cosiddette terapie mirate. Si tratta di trattamenti progettati per agire in maniera selettiva su alcuni processi cellulari di cui si è scoperto un ruolo importante e causale in una malattia. Per questo sono anche chiamati terapie a bersaglio molecolare o, più familiarmente, farmaci intelligenti. Alcuni di questi farmaci sono in uso da molti anni, mentre altri sono in fase di studio o di sperimentazione.
Le terapie mirate rappresentano uno dei più importanti strumenti della medicina di precisione. In caso di tumore, questo tipo di cure non è scelto soltanto in base alla sede della malattia, ma anche in base alle sue caratteristiche molecolari, che possono essere diverse da paziente a paziente. A volte questi trattamenti sono più efficaci rispetto a terapie più tradizionali, e i loro effetti secondari possono essere minori. Tuttavia, il loro costo è spesso molto superiore. Anche per questo l’utilizzo nella pratica clinica è sottoposto a un severo monitoraggio, anche in relazione al rapporto ai benefici attesi.
Tra i primi farmaci mirati per curare il cancro, alcuni sono nati in altri ambiti della medicina. Per esempio, il primo anticorpo molecolare approvato è stato un farmaco contro l’artrite reumatoide.
La chemioterapia colpisce le cellule tumorali agendo sulla loro tendenza a moltiplicarsi più di quelle normali. Per questa ragione danneggia anche i tessuti dell’organismo soggetti a un frequente ricambio, come le cellule della pelle, i capelli e le pareti dell’intestino. Le terapie mirate, invece, interferiscono in maniera più specifica con una molecola o un processo più tipico delle cellule tumorali, provocando danni in genere minori o diversi alle cellule normali e riducendo così gli effetti collaterali.
I farmaci biologici sono una particolare categoria di terapie mirate. Sono chiamati così perché sono prodotti a partire da sostanze già presenti nell’organismo tramite modifiche effettuate in laboratorio.
Comprendono:
Le terapie mirate in ambito oncologico agiscono su uno o più meccanismi che favoriscono la crescita e lo sviluppo del cancro. In particolare possono essere in grado di:
L’oncologo valuta se le terapie mirate possono essere utili a ciascun paziente in base a diversi criteri, tra cui:
Ecco alcuni esempi di patologie oncologiche in cui le terapie mirate sono già utilizzate da tempo. Intanto, nuove molecole continuano a essere approvate contro diversi tipi di cancro. L’elenco che segue è quindi necessariamente incompleto e soltanto indicativo di una realtà in grande fermento.
Da diversi anni si è osservato che, in circa un caso su 5, anche le cellule del tumore allo stomaco, come quelle di alcuni tumori al seno, esprimono in quantità superiore alla norma, sulla loro superficie, la proteina HER: solo in questi casi, quando la malattia è in fase avanzata, si può utilizzare trastuzumab, da solo o in associazione alla chemioterapia tradizionale.
Un'altra opzione, che non è associata alle caratteristiche molecolari del tumore, ma è comunque riservata ai casi in cui falliscono altre terapie, è rappresentata da ramucirumab.
Negli ultimi anni la ricerca sulle caratteristiche molecolari dei tumori al polmone non a piccole cellule ha permesso di mettere a punto numerosi farmaci mirati.
Nelle forme di melanoma avanzato con determinate caratteristiche molecolari si possono utilizzare alcuni farmaci a bersaglio molecolare, come vemurafenib, dabrafenib, trametinib e cobimetinib. In altri casi si sono rivelati utili l’immunoterapia, con l’ipilimumab o altri trattamenti, anche in via di sviluppo, che sembrano particolarmente promettenti per questa malattia; il vaccino contro la tubercolosi (BCG) e preparati a base di virus modificati in laboratorio che attaccano il tumore (talimogene laherparepvec).
Per il tumore del rene in fase avanzata sono oggi disponibili diversi trattamenti di tipo immunitario (immunoterapia) e farmaci a bersaglio molecolare di vario tipo (sorafenib, sunitinib, temsirolimus, everolimus, bevacizumab, pazopanib e axitinib).
Da diversi anni si è osservato che in circa 1 caso su 5 anche le cellule del tumore allo stomaco, come quelle di alcuni tumori al seno, sulla loro superficie esprimono la proteina HER in quantità superiore alla norma. Solo in questi casi, quando la malattia è in fase avanzata, si può utilizzare il trastuzumab, da solo o in associazione alla chemioterapia tradizionale. Un’altra opzione, che non è associata alle caratteristiche molecolari del tumore, ma è comunque riservata ai casi in cui falliscono altre terapie, è rappresentata dal ramucirumab.
Negli ultimi anni la ricerca sulle caratteristiche molecolari dei tumori al polmone non a piccole cellule ha permesso di mettere a punto numerosi farmaci mirati.
Nelle forme di melanoma avanzato con determinate caratteristiche molecolari si possono utilizzare alcuni farmaci a bersaglio molecolare, come vemurafenib, dabrafenib, trametinib e cobimetinib. In altri casi si sono rivelati utili l’immunoterapia, con l’ipilimumab o altri trattamenti, anche in via di sviluppo, che sembrano particolarmente promettenti per questa malattia; il vaccino contro la tubercolosi (BCG) e preparati a base di virus modificati in laboratorio che attaccano il tumore (talimogene laherparepvec).
Per il tumore del rene in fase avanzata sono oggi disponibili diversi trattamenti di tipo immunitario (immunoterapia) e farmaci a bersaglio molecolare di vario tipo (sorafenib, sunitinib, temsirolimus, everolimus, bevacizumab, pazopanib e axitinib).
Da diversi anni si è osservato che in circa 1 caso su 5 anche le cellule del tumore allo stomaco, come quelle di alcuni tumori al seno, sulla loro superficie esprimono la proteina HER in quantità superiore alla norma. Solo in questi casi, quando la malattia è in fase avanzata, si può utilizzare il trastuzumab, da solo o in associazione alla chemioterapia tradizionale. Un’altra opzione, che non è associata alle caratteristiche molecolari del tumore, ma è comunque riservata ai casi in cui falliscono altre terapie, è rappresentata dal ramucirumab.
Le terapie mirate presentano effetti collaterali diversi da quelli della chemioterapia tradizionale. È importante segnalare la comparsa di questi sintomi al medico, che può prescrivere le terapie opportune per limitarli.
I sintomi più comuni e frequenti includono:
Sono sintomi meno frequenti:
È importante segnalare la comparsa di questi sintomi al medico, che può prescrivere le terapie opportune per limitarli.
La sicurezza di questi farmaci in gravidanza non è stata accertata e inoltre sono possibili interferenze con gli anticoncezionali. Per questo durante il trattamento è bene adottare misure contraccettive efficaci. Inoltre, alcune cure potrebbero compromettere la fertilità successiva alla terapia, per cui è consigliato parlarne con il proprio medico.
Molti farmaci mirati si presentano sotto forma di compressa e sono assunti per bocca. Questo rappresenta un vantaggio per i malati e per le loro famiglie perché permette di ridurre i disagi, i tempi di ricovero e le giornate in day hospital. Altri farmaci devono invece essere somministrati per via endovenosa o sottocutanea.
Come ogni trattamento, anche le terapie mirate presentano vantaggi e svantaggi.
Le terapie mirate sono già una realtà consolidata delle cure contro il cancro. Infatti, molti dati dimostrano che hanno prolungato la sopravvivenza e migliorato la qualità della vita di molti pazienti. Ci sono, in ogni caso, ulteriori prospettive di miglioramento, grazie alla sempre più profonda conoscenza dei meccanismi che distinguono la crescita e lo sviluppo delle cellule tumorali rispetto a quelle sane. Nuove possibilità di azione nell’ambito delle terapie mirate oncologiche riguardano per esempio:
Le informazioni presenti in questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Autore originale: Agenzia Zadig
Revisione di Cristina Da Rold in data 08/12/2024
Agenzia Zadig