Ultimo aggiornamento: 10 novembre 2021
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La biopsia stereotassica cerebrale consiste nel prelievo di piccoli frammenti di tessuto patologico dall’encefalo, da sottoporre successivamente all'analisi al microscopio. Lo scopo è diagnosticare il tipo di lesione presente e decidere il trattamento più appropriato.
Il raggiungimento della lesione da indagare è guidato dalla risonanza magnetica (RM) o più raramente dalla tomografia computerizzata (TC). Per fare ciò si fissa sulla testa del paziente, in anestesia locale, "un casco stereotassico" che permette di ottenere riferimenti geometrici altamente precisi sul campo operatorio, rispetto all'elaborazione tridimensionale delle immagini ottenute in RM o TC. In questo modo si può guidare con precisione l'ago bioptico, che viene inserito in un piccolo foro creato nel cranio in anestesia generale. Esiste anche un'altra tecnica, più avanzata, chiamata neuronavigazione "frameless", che consiste nella registrazione delle immagini in risonanza magnetica dell’intera testa del paziente nei vari piani dello spazio e nell’inserimento di tale registrazione nel software operatorio. In questo modo il chirurgo avrà a disposizione una ricostruzione virtuale di tutte le strutture dell'encefalo sovrapposta all’anatomia reale. Ciò permette di visualizzare virtualmente anche strutture sottostanti la lesione da analizzare. Tale software permette anche di guidare l'ago e suggerire la direzione di ingresso migliore. In principio questo tipo d'intervento potrebbe essere eseguito interamente da un robot appositamente progettato.
Il neurochirurgo consiglia la biopsia stereotassica prima di un eventuale intervento chirurgico a cielo aperto in base a diversi parametri: le caratteristiche, le dimensioni, la localizzazione della lesione e le condizioni di salute del paziente.
L'esame può avere controindicazioni generali in relazione alle condizioni mediche del paziente (per esempio disturbi della coagulazione del sangue) e controindicazioni specifiche all'esecuzione della risonanza magnetica (per esempio in pazienti con apparecchi elettronici impiantati, protesi metalliche, insufficienza renale o allergie al mezzo di contrasto).
La biopsia stereotassica cerebrale viene eseguita sotto anestesia, è quindi generalmente necessario essere a digiuno dalla mezzanotte precedente. Salvo diversa indicazione del medico, è possibile assumere i farmaci abituali. Particolare attenzione va prestata nel caso si assumano terapie anticoagulanti.
Ci si deve fare accompagnare da qualcuno. L'esame, infatti, è invasivo e richiede un periodo di recupero che può variare in base alle indicazioni che darà lo specialista esecutore della procedura.
L'esame viene eseguito in anestesia generale o, in alcuni casi, in anestesia locale. In entrambi i casi il dolore è ben neutralizzato e un eventuale lieve disagio post-operatorio può essere controllato con semplici analgesici.
Nonostante sia una procedura meno invasiva di un intervento a cielo aperto, la biopsia stereotassica cerebrale è un intervento chirurgico a tutti gli effetti: non mancano perciò i rischi, anche se sono poco frequenti. Questi possono includere possibili sanguinamenti o infezioni nella sede della perforazione. Inoltre esiste la possibilità che non si riesca a fare una diagnosi certa, perché i campioni patologici acquisiti sono insufficienti o perché la zona in cui si è effettuato il prelievo non è abbastanza rappresentativa della lesione.
La biopsia stereotassica cerebrale eseguita con la risonanza magnetica non comporta l'impiego di radiazioni. Se viene fatta con la guida della TC, il paziente viene esposto a radiazioni.
La durata complessiva della procedura è di circa un'ora. La durata dell'intervento dipende anche da come il paziente risponde all'anestesia e dalla posizione della massa da raggiungere.
Dopo avere eseguito la biopsia è necessario un periodo di osservazione la cui durata è variabile. Spesso si preferisce far passare al paziente una notte in ospedale.
La biopsia stereotassica cerebrale è una procedura limitatamente invasiva, ma estremamente delicata. È quindi opportuno rimanere a riposo per qualche giorno dopo l'intervento, anche per il recupero dall'eventuale anestesia generale. Inoltre potrebbero essere prescritti dei farmaci da assumere nei giorni successivi all'esame.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
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