L’Azalea della Ricerca di AIRC sboccia in 3900 piazze per la salute delle donne  

Ultimo aggiornamento: 24 aprile 2025

Tra gli appuntamenti più attesi del sessantesimo di Fondazione AIRC c’è L’Azalea della Ricerca che, domenica 11 maggio, in occasione della Festa della Mamma, mobilita migliaia di volontari in tutta Italia, con l’obiettivo di raccogliere nuove risorse da destinare ai progetti di ricerca sui tumori che colpiscono le donne. Solo lo scorso anno in Italia sono state stimate 175.600 nuove diagnosi. 

 

L’Azalea della Ricerca torna domenica 11 maggio, in occasione della Festa della Mamma, a colorare 3.900 piazze in tutta Italia. Migliaia di volontari di Fondazione AIRC saranno impegnati a distribuire 600 mila piantine a fronte di una donazione minima di 18 euro, una giornata importante per ricordare sessant’anni di impegno a sostegno della migliore ricerca oncologica indipendente. L’Azalea è disponibile anche su Amazon. Tutte le informazioni e i punti di distribuzione su azaleadellaricerca.it 

 

DAL 1984 IL REGALO PIù SCELTO PER FESTEGGIARE LA MAMMA 

Nata nel 1984, prima campagna di raccolta fondi sulle piazze, L’Azalea della Ricerca continua a rappresentare l’appuntamento di riferimento per festeggiare le mamme e le donne con un fiore, diventato un vero e proprio simbolo della salute al femminile. Questa iniziativa ha consentito ad AIRC di raccogliere fondi per garantire continuità a medici e ricercatori impegnati ad affrontare i tumori che colpiscono le donne. L’appuntamento è anche l’occasione per promuovere l’importanza della prevenzione e raccontare i più importanti traguardi raggiunti dalla ricerca oncologica. In piazza, insieme alla piantina sarà distribuita una pubblicazione speciale sui tumori che colpiscono le donne, con testimonianze e informazioni utili per sfatare molti falsi miti. 

 

175.600 DONNE IN ITALIA HANNO RICEVUTO UNA DIAGNOSI DI CANCRO NEL 2024 

In Italia solo lo scorso anno si sono stimate 175.600 nuove diagnosi nel genere femminile. I tumori più frequenti tra le donne sono quelli della mammella (53.065 nuovi casi), del colon-retto (21.233), del polmone (12.940), dell’utero (8.652), della tiroide (8.322), del pancreas (6.712), il linfoma non-Hodgkin (5.950), il melanoma cutaneo (5.872), il cancro della vescica (5.789) e dello stomaco (5.512), secondo i dati AIOM-AIRTUM. 

  

GRAZIE ALLA RICERCA 2 DONNE SU 3 SONO VIVE A CINQUE ANNI DALLA DIAGNOSI 

Oggi in Italia 2 donne su 3 che si ammalano di tumore sono vive a cinque anni dalla diagnosi grazie ai costanti progressi della ricerca che hanno reso disponibili metodi per diagnosi sempre più precoci, approcci chirurgici meno invasivi e terapie più precise, mirate e meglio tollerate. Esistono però da questo punto di vista notevoli differenze tra i diversi tipi di tumore: dopo un cancro al seno l’88% circa delle donne è viva a cinque anni dalla diagnosi mentre per le donne colpite da un tumore ginecologico le percentuali sono del 79% circa per il tumore del corpo dell’utero, 68% per la cervice uterina e 43% per l’ovaio. La diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nell’aumentare le probabilità di superare la malattia. Nel tumore dell’ovaio, per cui ancora non esistono test specifici per la diagnosi precoce, l’80% circa dei casi viene identificato quando la malattia è già progredita, riducendo notevolmente le probabilità di guarigione. Gli scienziati stanno lavorando al miglioramento delle cure con la messa a punto di nuovi chemioterapici. Tra i composti recenti vi sono alcuni prodotti naturali come un potente maitansinoide estratto da una pianta veicolato da anticorpi che lo concentrano nel tumore. Ed è a volte usata in seconda linea la trabectedina, di origine marina, sviluppata da Maurizio D’Incalci e dal suo gruppo, oggi presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas, grazie al sostegno continuativo di AIRC. Inoltre si sta studiando l’introduzione di terapie a bersaglio molecolare, usate sia come prima linea di trattamento, sia in caso di recidiva. E si stanno cercando metodi innovativi per la diagnosi precoce (La fonte sui numeri di incidenza e mortalità è “I numeri del cancro in Italia 2024” a cura di AIOM-AIRTUM). 

 

LA STORIA DI ROBERTA E MAMMA CARLA: IL FUTURO DELLA RICERCA è NELLE NOSTRE MANI 

Sono sempre più numerose le testimonianze di persone che superano la malattia come Roberta, 37 anni di Rieti, alla quale nella primavera del 2010 è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin: “Ho affrontato un percorso complesso senza mai abbattermi nonostante la chemioterapia, la perdita dei capelli, il ritorno della malattia, il trasferimento a Milano e il trapianto di midollo. Ho provato sulla mia pelle l'importanza della ricerca: le mie terapie erano frutto di studi, sperimentazioni e innovazione. Sono stata seguita da specialisti di altissimo livello che mi hanno mostrato anche il lato umano di questo settore, fatto da medici empatici, vicini al letto del paziente e non chiusi nei loro laboratori”. Accanto a Roberta c’è sempre stata mamma Carla: “La notizia della diagnosi ha fermato tutto il resto. Abbiamo attraversato insieme un lungo tunnel cercando di seguire la lucina in fondo. La cosa peggiore è la sensazione di impotenza, quella per un genitore è devastante, non ti resta che affidarti completamente ai medici e andare avanti con fiducia”. Roberta e Carla raccontano la loro storia in questo video  

 

IL SOSTEGNO DEL PARTNER ISTITUZIONALE BANCO BPM 

Fondazione AIRC può contare sul rinnovato sostegno di Banco BPM, partner istituzionale, impegnato a favorire la divulgazione scientifica e il coinvolgimento del pubblico nel sostegno della ricerca sui tumori che colpiscono le donne. Questa partnership si inserisce in una più ampia visione di responsabilità sociale di impresa per coinvolgere i dipendenti, le loro famiglie, i clienti e le comunità locali. 

 

IL SOSTEGNO DEGLI ALTRI PARTNER: UN IMPEGNO CORALE PER LA RICERCA  

In occasione dell’Azalea della Ricerca, molte aziende hanno scelto di sostenere AIRC per contribuire agli avanzamenti della ricerca sul cancro e per aumentare la consapevolezza sui tumori che colpiscono le donne. 

  • Dolomia, brand di Unifarco, ha destinato una donazione di 25.000 euro per la Borsa di Studio sul tumore ovarico della Dottoressa Laura Formenti con l'obiettivo di contribuire ai progressi della conoscenza di questo specifico tumore e per migliorarne le terapie.  
  • Gillette Venus si è focalizzata sui tumori causati dal Papillomavirus (HPV). L'azienda ha donato 50.000 euro per co-finanziare il progetto Investigator Grant, guidato dalla ricercatrice Alessandra Soriani, sul tumore della cervice uterina. Un impegno concreto rafforzato da una campagna di sensibilizzazione dal nome "Cura il visibile. Proteggiti dall'invisibile", per promuovere l'importanza degli screening e della prevenzione e trasformare la consapevolezza in uno strumento di tutela della salute. 
  • Maire, con una donazione di 25.000 euro, sostiene la Borsa di Studio del Dottor Angelo Velle impegnato in un progetto sul tumore ovarico 
  • Mitsubishi Electric rinnova il suo impegno verso la ricerca scientifica oncologia, sostenendo con una donazione di 25.000 euro una nuova annualità di una Borsa di Studio sui tumori che colpiscono le donne. 
  • MELINDA si è impegnata per finanziare una Borsa di Studio sui tumori che colpiscono le donne con una donazione minima di 25.000 euro.  Nei mesi di aprile e maggio saranno donati ad AIRC 0.10 euro per ogni vassoio di 4 mele renetta venduto nei supermercati Esselunga, Tigros e Iperal. Questa iniziativa rappresenta un gesto tangibile per sostenere la ricerca e fare la differenza nella vita di tante donne.  
  • Stroili ha messo a disposizione un contributo di 25.000 euro che consentirà di bandire una nuova Borsa di Studio sui tumori che colpiscono le donne per un giovane scienziato che potrà iniziare a lavorare nei primi mesi del 2026.   

 

 

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