Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2024
Novembre 2024
Nel progetto SAGITTARIUS, sostenuto dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea, sono già stati reclutati i primi 6 pazienti, segnando l’inizio di uno studio clinico che potrebbe trasformare il trattamento del tumore al colon a livello globale. Nello studio sarà utilizzata la biopsia liquida, un approccio innovativo per la medicina di precisione. L’obiettivo è offrire ai pazienti operati per un cancro del colon locoregionale (di stadio II ad alto rischio e stadio III operabile) una terapia più mirata alle caratteristiche molecolari della loro malattia. In tal modo, i risultati ottenuti da SAGITTARIUS potrebbero contribuire a migliorare l’efficacia dei trattamenti contro questo tipo di tumore, insieme alla qualità della vita dei pazienti e ai costi sanitari rispetto a quanto avviene oggi.
“La partecipazione dei primi 6 pazienti segna l’inizio di un percorso che potrebbe portare a nuove e migliori opzioni di trattamento per milioni di persone. Questo è solo il primo passo verso risultati che potrebbero cambiare radicalmente la qualità della vita dei pazienti con tumore al colon” ha commentato Silvia Marsoni (IFOM), coordinatrice scientifica del progetto, che coinvolge 7 partner in 5 Paesi europei e una rete di oltre 20 centri clinici tra Italia, Spagna e Germania.
Coordinatore e sponsor del progetto SAGITTARIUS è l’Istituto di Oncologia Molecolare - IFOM (Italia), affiancato da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro (Italia), dall’Hospital del Mar Research Institute di Barcellona (Spagna), dall’Università Bocconi (Italia), dell’organizzazione Digestive Cancers Europe (Belgio), di SporeData OU (Estonia), del Vall d’Hebron Institute of Oncology - VHIO (Spagna) e dell’ospedale universitario di Berlino Charité - Universitätsmedizin (Germania).
Una menzione speciale merita l’Ospedale Niguarda, che fa parte della rete clinica di SAGITTARIUS e sarà tra i primi a coinvolgere i pazienti che aderiranno alla sperimentazione. Un compito importante, dal momento che “nella Regione Lombardia i casi di tumore del colon-retto annuali stimati sono circa 7.000. L’Ospedale Niguarda che coordina i centri italiani che partecipano a SAGITTARIUS e, con la Fondazione Oncologia Niguarda, contribuisce alla fornitura di farmaci sperimentali per questa ricerca, è ancora una volta in prima linea per offrire tempestivamente alle persone con cancro del colon le migliori opzioni di cura precauzionale post-chirurgica” ha dichiarato Salvatore Siena, primario di Oncologia dell’Ospedale Niguarda e professore di Oncologia dell’Università degli studi di Milano.
Nel mondo, i tumori del colon, insieme a quelli del retto, rappresentano circa il 10% di tutti i casi di cancro. Solo in Italia ogni anno vengono diagnosticati oltre 50.000 nuovi casi di questi tipi di tumore.
Attualmente, il trattamento principale per i pazienti con un cancro del colon locoregionale è l’intervento chirurgico, per rimuovere il tumore. Tuttavia, talvolta non è sufficiente. Infatti, a seconda delle caratteristiche biologiche, il tumore può presentare micrometastasi che non vengono di fatto rimosse dalla chirurgia, per cui sono necessari ulteriori trattamenti. Queste micrometastasi sono così piccole da non poter essere rilevate dagli esami radiologici, ed è per questo che gran parte dei pazienti dopo la chirurgia è sottoposta anche a una chemioterapia post-operatoria (chiamata chemioterapia adiuvante), per eliminare qualsiasi cellula tumorale residua. Tuttavia, questa terapia potrebbe essere superflua per le persone che hanno un tumore che non presenta micrometastasi, ed evitarla potrebbe risparmiare loro la tossicità del trattamento. Rilevare la presenza di micrometastasi risulta quindi molto importante e in questo la biopsia liquida potrebbe avere un ruolo da protagonista, come è già dimostrato da molti studi clinici recenti. Tra questi vi è lo studio clinico PEGASUS, sostenuto da AIRC e di cui IFOM è sponsor.
È qui che entra in gioco SAGITTARIUS. Sfruttando la biopsia liquida per valutare la presenza o meno di micrometastasi dopo la chirurgia, lo studio ha l’obiettivo di valutare se, analizzando le caratteristiche dei tumori dei pazienti con tumore al colon, sia possibile personalizzare la gestione e la terapia dei pazienti con tumore al colon di stadio II ad alto rischio e di stadio III operabile su due fronti: da un lato, evitando la chemioterapia in chi potrebbe non averne bisogno, e dall’altro sostituendo alla chemioterapia altri trattamenti biologici e immunologici in base alle caratteristiche molecolari del tumore.
Lo studio SAGITTARIUS coinvolge una rete di 26 centri clinici europei e prevede di reclutare circa 700-900 pazienti in Spagna, Germania e Italia, sotto la guida esperta di Clara Montagut, dell’Istituto di ricerca Hospital del Mar (HMRIB), in qualità di coordinatrice dello studio. Elena Élez dell’Istituto di Oncologia Vall d'Hebron (VHIO), Sebastian Stintzing dell’Ospedale universitario della Charité (Charité - Universitätsmedizin Berlin) e Andrea Sartore-Bianchi (Ospedale Niguarda di Milano e Università degli Studi di Milano) saranno i co-coordinatori clinici dello studio, rispettivamente per Spagna, Germania e Italia, insieme a Salvatore Siena (Ospedale Niguarda di Milano e Università degli Studi di Milano) come sperimentatore principale del centro coordinatore in Italia.
Strumento principale della ricerca sarà la biopsia liquida, test innovativo che rileva nel sangue dei pazienti la presenza di DNA tumorale. L’uso a scopo diagnostico di tale test in questo insieme di pazienti è consentito al solo scopo di ricerca e in studi clinici come SAGITTARIUS. Anche se la biopsia liquida risulta essere uno strumento valido e importante per rilevare la presenza di micrometastasi, oggi non rientra ancora nella pratica clinica, anche se prossimamente potrebbe essere inserita nelle linee guida per la gestione dei pazienti.
Dopo la rimozione chirurgica del tumore al colon, eventuali cellule cancerose residue possono rilasciare nel sangue dei frammenti di DNA tumorale circolante (ctDNA, dall’inglese “circulating tumor DNA”). Tali frammenti mantengono alcune caratteristiche importanti del tumore da cui si sono staccati. La biopsia liquida permette di rilevare questo ctDNA. Grazie a test personalizzati per ogni paziente, il protocollo SAGITTARIUS dovrebbe aiutare a identificare le più adeguate strategie di trattamento postoperatorie per ciascun paziente, e a confrontarne l’efficacia rispetto alla terapia standard.
La prima sfida dello studio clinico SAGITTARIUS è reclutare 900 pazienti rispettando criteri medici rigorosi e i tempi necessari per svolgere i test per l’assegnazione a ciascun paziente del trattamento. Infatti, i pazienti dovranno entrare nello studio entro 2-3 settimane dall’intervento, cosa fattibile solo grazie alla stretta collaborazione e coordinazione di chirurghi e patologi con gli oncologi medici dei centri partecipanti.
Come si svolgerà lo studio clinico? Innanzitutto, il tessuto tumorale di ciascun paziente sarà analizzato per identificare la “firma molecolare” del tumore. Questa servirà a personalizzare il test di biopsia liquida per ciascun paziente, individuando così la presenza o meno di una malattia micrometastatica.
Se il test rileverà la presenza di micrometastasi, i pazienti saranno assegnati casualmente a due gruppi: o quello che riceverà la chemioterapia adiuvante standard, oppure al gruppo che sarà trattato con terapie personalizzate, come farmaci a bersaglio molecolare o immunoterapia, in base alle caratteristiche molecolari del tumore.
Se invece le micrometastasi risulteranno assenti, i pazienti, potenzialmente già curati dalla chirurgia, saranno suddivisi casualmente tra un gruppo trattato con terapie blande scelte dal medico o al gruppo con approccio “wait and see” (letteralmente “aspetta e vedi”): un monitoraggio per 2 anni dopo la chirurgia senza ulteriori trattamenti.
In ogni caso, gli esperti di SAGITTARIUS eseguiranno controlli periodici, adattando i trattamenti se necessario.
Il progetto SAGITTARIUS comprende partner ed entità affiliate in 5 Paesi europei: Italia, Belgio, Estonia, Spagna e Germania.
I centri oncologici partecipanti includono:
per l’Italia:
per la Spagna:
per la Germania:
SAGITTARIUS è un progetto composto da 4 sottoprogetti interconnessi.