Le cellule tumorali non vivono isolate: utilizzano le strutture dell'organismo e dei tessuti circostanti a loro favore per ottenere nutrimento e velocizzare la crescita. Trovare la chiave per rendere ostile l'ambiente intorno al tumore significa tagliargli i viveri ed eliminarlo, riducendo nello stesso tempo l'uso dei farmaci chemioterapici.
In questo settore sono già stati raggiunti alcuni risultati utili per i pazienti. Sono già in commercio farmaci che agiscono bloccando l'angiogenesi, la capacità dei tumori di creare nuovi vasi per portare loro nutrimento. Non tutti i fattori che costituiscono il cosiddetto microambiente tumorale sono tuttavia noti: nei prossimi anni bisognerà andare alla loro ricerca, completando il più possibile la mappa dei "complici" del tumore.
I ricercatori del gruppo di ricerca coordinato da Michele Cavo presso l'Università di Bologna hanno raggiunto nuove conoscenze sul mieloma multiplo in tutte le fasi della patologia, fino alla cosiddetta negativizzazione della malattia minima residua. Quest’ultimo aspetto è attualmente considerato il più potente marcatore prognostico per identificare esiti favorevoli a lungo termine. Il prossimo traguardo per i ricercatori è quello di sviluppare tecniche non invasive per fornire un quadro ancora più completo della patologia.