Scoprire che cosa provoca un tumore (o almeno che cosa aumenta il rischio individuale di ammalarsi) ci permette di agire per evitare che la malattia si manifesti. Per questo dobbiamo conoscere la storia della malattia fin dai suoi esordi, quando compaiono i primi danni al DNA, il che può avvenire anche anni prima che si presentino i sintomi.
Se non è stato possibile prevenirne la comparsa, occorre anche diagnosticare precocemente il tumore per poterlo curare più efficacemente. La tempestività non sempre basta, serve anche una diagnosi accurata, che identifichi tutte le caratteristiche genetiche e molecolari. In questo modo si può scegliere una terapia più efficace e mirata.
Vediamo quali sono i fattori di rischio sui quali possiamo agire e quelli sui quali non abbiamo potere, e quali gli strumenti che gli scienziati stanno sviluppando per scovare i tumori prima che possano fare danni irreversibili.
Il progetto portato avanti dal gruppo di ricerca di Pier Paolo Di Fiore, presso l'Istituto europeo di oncologia - IEO, sta permettendo di ampliare la comprensione dell’endocitosi nel cancro al seno. Si tratta del processo con cui le sostanze vengono fatte entrare nelle cellule. Le sue alterazioni contribuiscono al potenziale metastatico e invasivo di questi tumori e alla loro capacità di resistere alla terapia.
Il prossimo traguardo per i ricercatori è quello di identificare marcatori molecolari per selezionare le pazienti che rispondono meglio ai trattamenti ed elaborare nuove strategie per superare la resistenza alla terapia.