Ultimo aggiornamento: 13 novembre 2023
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I tumori rari sono neoplasie che si manifestano in un numero limitato di persone. Possono svilupparsi in diverse parti dell’organismo ed essere molto differenti tra loro: la scarsa diffusione è l'unico elemento che accomuna tutti i tumori definiti come rari, raggruppati in 12 famiglie estremamente eterogenee di patologie, elencate in coda a questa scheda.
Un tumore si definisce raro se colpisce meno di 6 persone su 100.000 per anno. Questa definizione è il risultato di un ampio consenso europeo tra esperti, raggiunto nell’ambito del progetto RARECARE e della JARC, la Joint action europea dedicata ai tumori rari. RARECARE ha permesso di arrivare a questa definizione a partire dai dati di incidenza di diversi tumori nell’intera Europa. La definizione di tumori rari, come quella di malattie rare, deve infatti riferirsi all’intera popolazione europea. La Rete Nazionale Tumori Rari, una collaborazione tra centri oncologici italiani per migliorare l’assistenza ai pazienti con questi tumori, utilizza la definizione europea.
Gli esperti concordano nel ritenere essenziale disporre di un unico elenco di tumori rari per promuovere la collaborazione sui tumori rari in Europa. Tuttavia, i tassi di incidenza possono variare da Paese a Paese. Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori, quali per esempio la diversa prevalenza di fattori di rischio nelle popolazioni, come fumo, alcol e virus, o la sovra diagnosi, come nel caso dei tumori della tiroide. In Italia, secondo i della monografia dell’Associazione nazionale dei registri tumori (AIRTUM), i tumori rari rappresentano circa il 20-25 per cento di tutti i nuovi tumori diagnosticati annualmente: in numeri, queste percentuali si traducono in circa 90.000 nuove diagnosi ogni anno e fino a 900.000 persone che convivono con un tumore di questo tipo.
Il numero totale delle persone colpite da tumori rari è molto elevato nel suo insieme, dal momento che esistono circa 200 tipi diversi di tumori rari, anche se naturalmente i numeri dei singoli tumori rari sono più piccoli (per esempio, 13.000 nuovi casi di tumori della testa e del collo, 4.000 nuovi casi di tumori rari toracici e 4.000 nuovi casi di sarcomi dei tessuti molli per anno).
I tumori rari sono molti ed eterogenei tra loro e i fattori di rischio non sono conosciuti per la maggior parte di essi. Le conoscenze sui fattori di rischio sono limitate anche perché la rarità di questi tumori rende difficile studiarli a fondo.
Come per tutti i tipi di cancro, anche per i tumori rari possono essere di aiuto le regole generali della prevenzione, basate essenzialmente sull’adozione di comportamenti e abitudini salutari (alimentazione varia ed equilibrata, attività fisica regolare, astensione da alcol, fumo e comportamenti sessuali a rischio, eccetera).
I circa 200 tipi di tumori rari identificati dal progetto RARECARE si possono raggruppare in 12 famiglie di neoplasie, come suggerito anche dalla JARC. Per convenzione si riconoscono in genere 3 gruppi principali di tumori rari: tutti i tumori pediatrici e, per gli adulti, i tumori ematologici e quelli solidi rari. Quest’ultimo gruppo costituisce la maggioranza dei tumori rari.
Tra i tumori rari più noti ritroviamo alcune forme di leucemie e linfomi, tumori pediatrici come il retinoblastoma o tumori solidi dell’adulto come il tumore gastrointestinale stromale (GIST), i tumori neuroendocrini (PNET) e i tumori della testa e del collo (per esempio il tumore della bocca, quello della laringe e quello della faringe).
In coda a questa scheda è riportata una lista delle 12 famiglie dei tumori rari derivata dalla JARC, per ciascuna delle quali sono indicati anche i principali sottogruppi di neoplasie rappresentate.
TESTA-COLLO
TRATTO DIGESTIVO
CAVITÀ TORACICA
APPARATO GENITALE FEMMINILE
APPARATO GENITALE MASCHILE E UROGENITALE
TUMORI DELLA PELLE E MELANOMA NON CUTANEO
SARCOMI
TUMORI NEUROENDOCRINI (NET)
ORGANI ENDOCRINI
SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC)
TUMORI PEDIATRICI
TUMORI EMATOLOGICI
I tumori rari possono colpire organi e distretti corporei molto diversi tra loro e di conseguenza ognuno di essi si manifesta con sintomi specifici.
Proprio la rarità della malattia può rendere la diagnosi complicata, e l’associazione fra sintomo e malattia meno immediata, anche nelle mani di un medico esperto.
La diagnosi è cruciale nel percorso di cura di un cancro, poiché una diagnosi precoce e precisa permette, in molti casi, di affrontare la malattia con gli strumenti più adatti a sconfiggerla o a tenerla sotto controllo. Nel caso dei tumori rari, però, la diagnosi arriva spesso in ritardo, dopo che i pazienti si sono in genere sottoposti a diverse visite o più esami clinici. La ragione principale di questo ritardo è la difficoltà che incontrano i medici nel riconoscere una patologia rara, con la quale hanno a che fare solo poche volte (o nessuna) nel corso della propria vita professionale.
Può succedere che, di fronte a un sintomo riferito da un paziente, il medico verifichi prima di tutto l’eventuale presenza di malattie più comuni con gli stessi sintomi. Una volta scartata questa prima ipotesi, non è detto che arrivi alla diagnosi corretta, dato che potrebbe anche non conoscere a sufficienza questo tipo di neoplasie. Per diagnosticare una malattia rara, sia tumorale sia di altra natura, servono infatti competenze particolari che può avere solo un esperto del settore, la cui esperienza deriva dal numero di pazienti che vede e tratta. Non esistono esami diagnostici specifici per i tumori rari: le procedure sono le stesse utilizzate per i tumori meno rari, e vengono scelte sulla base dei sintomi dei pazienti e della scelta del medico. Fondamentale per la diagnosi di un tumore raro è la diagnosi patologica, che può essere effettuata solo da un patologo esperto.
Per tutte queste ragioni è importante rivolgersi il prima possibile a centri qualificati.
Superato lo scoglio della diagnosi iniziale, a molti tumori può essere assegnato uno stadio e un grado, proprio come avviene per i tumori più comuni. Lo stadio indica quanto la malattia è diffusa nell’organismo (uno stadio più alto indica una maggiore diffusione), mentre il grado ne indica l’aggressività (maggiore è il grado, più aggressivo è il cancro). Dallo stadio e dal grado del tumore al momento della diagnosi dipendono la scelta del trattamento e la probabilità di cura.
Nel caso dei tumori rari, come peraltro accade anche in molte altre forme oncologiche, in genere più tempestiva è la diagnosi e migliore è la prognosi. Un tumore poco comune non è necessariamente anche poco curabile: le percentuali di sopravvivenza ad alcune neoplasie rare possono essere notevoli.
Le opzioni di trattamento sono varie: chemioterapia, chirurgia, radioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, immunoterapia, a seconda del tipo di tumore e dello stadio e grado alla diagnosi. Nel caso di malattie così poco comuni, però, è di fondamentale importanza rivolgersi a strutture specializzate per evitare perdite di tempo e per essere sicuri di ricevere le più efficaci cure disponibili.
La ricerca sui tumori rari è difficile, data la rarità delle malattie. Il numero limitato di casi e di campioni raccolti non sempre permette di raggiungere risultati statisticamente significativi. Pur con queste limitazioni, i ricercatori oggi stanno cercando di identificare i meccanismi molecolari alla base dei tumori rari, in modo da identificare eventuali farmaci già esistenti che siano in grado di interferire con tali meccanismi o da progettare nuovi trattamenti specifici.
A livello nazionale e internazionale esistono reti e collaborazioni tra i centri che rappresentano i punti di riferimento per le neoplasie rare. In particolare, in Europa sono presenti tre reti di riferimento:
In Italia, già alla fine degli anni Novanta del secolo scorso è stata avviata una collaborazione tra diversi centri oncologici nazionali che, negli anni, si è trasformata in quella che oggi è la Rete nazionale dei tumori rari (RNTR). Un altro servizio utile è quello fornito da Orphanet Italia, una banca dati che fa capo a un ampio progetto europeo. Sul sito www.orphanet-italia.it sono disponibili informazioni anche sui tumori che non sono inseriti nella Rete nazionale dei tumori rari. Infine, sono disponibili anche alcuni libretti rivolti ai pazienti nei quali si cerca di rispondere alle principali domande sui tumori rari. Un esempio è la brochure “Tumori rari - come orientarsi”, curata dal Gruppo di lavoro tumori rari della Federazione delle associazioni di volontariato oncologico (FAVO).
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zoe