Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2018
Scoperto un nuovo meccanismo capace di rendere metastatico il cancro al seno. Al centro c'è una variante della proteina p63 la cui presenza è a sua volta strettamente legata alle caratteristiche del microambiente tumorale.
Titolo originale dell'articolo: ΔNp63 drives metastasis in breast cancer cells via PI3K/CD44v6 axis
Titolo della rivista: Oncotarget
Data di pubblicazione originale: 1 agosto 2016
A rendere pericoloso un tumore è di solito la sua capacità di formare metastasi, cioè di invadere tessuti e organi lontani dalla sede di origine. Per questo è importante capire quali sono i meccanismi molecolari che guidano la sua diffusione nell'organismo. Nel caso del tumore al seno, un passo in più in questa direzione è stato compiuto dal gruppo di ricerca di Matilde Todaro, dell'Università di Palermo. Grazie a uno studio condotto con l'irrinunciabile finanziamento di AIRC, Todaro e colleghi hanno descritto il ruolo fondamentale di una particolare variante della proteina p63 nel rendere maligne, e dunque in grado di metastatizzare, le cellule di tumore al seno.
"Tutto è iniziato dall'osservazione che diverse varianti della proteina p63 (e degli RNA relativi) sono espresse in cellule tumorali metastatiche e non metastatiche" spiega la ricercatrice. "Più precisamente ci siamo accorti che le cellule tumorali metastatiche avevano una maggiore abbondanza di una variante particolare di p63 chiamata DeltaNp63. Per converso, le cellule in cui era più abbondante un'altra variante - TAp63 - risultavano meno invasive".
Il passaggio successivo è stato cercare di capire le ragioni dell'abbondanza di DeltaNp63 nelle cellule più maligne. Gli esperimenti condotti, descritti nelle pagine di Oncotarget, mostrano che in gioco c'è il microambiente tumorale, cioè l'insieme di cellule e sostanze in cui è immerso il tumore stesso. Sono proprio particolari molecole presenti in questo ambiente a guidare la maggiore espressione di DeltaNp63 a discapito di TAp63.
I ricercatori hanno anche osservato che DeltaNp63 fa aumentare l'espressione di PI3K e CD44v6, due molecole già note per il loro coinvolgimento nella capacità proliferativa e metastatica di cellule del tumore al colon. DeltaNp63 è dunque a monte di una cascata molecolare che aumenta la malignità del tumore. "In pratica - chiarisce Todaro -questa molecola non fa altro che attivare un percorso molto conveniente per il tumore stesso". La buona notizia è che già esistono inibitori di queste molecole e Todaro e colleghi ne hanno dimostrato l'efficacia, in cellule isolate e con animali di laboratorio, nel bloccare la proliferazione e la capacità di diffusione di cellule tumorali con variante DeltaNp63. Un'osservazione che apre al possibile sviluppo di nuove strategie terapeutiche.
Valentina Murelli