Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2021
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Il Pap test (test di Papanicolaou, dal cognome del medico che lo ha inventato) e il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) sono due esami di screening, che si effettuano cioè anche in donne sane senza alcun segno di possibile malattia. Lo scopo è individuare precocemente tumori della cervice uterina o specifiche alterazioni, sempre a livello delle cellule del collo dell’utero, che col passare del tempo potrebbero diventare tali. Prima dello sviluppo dell’HPV-DNA test, per questi screening veniva impiegato il solo Pap test, eseguito ogni 3 anni, il cui utilizzo nelle donne dopo l'inizio dell'attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età ha contribuito significativamente a ridurre la mortalità per tumore della cervice uterina. Oggi per le donne sopra i 30 anni si impiega l’HPV-DNA test e solo se questo dà un risultato positivo si effettua il Pap test, che quindi è diventato un esame di completamento.
Il Pap test si effettua con le stesse modalità di una visita ginecologica, durante la quale si applica lo speculum, uno speciale strumento che dilata leggermente l'apertura vaginale e permette di vedere il collo dell'utero e di effettuare un piccolo prelievo di materiale. L’operatore preleva una piccola quantità di secrezioni dal collo dell'utero tramite un piccolo spazzolino e poi le dispone su un vetrino, fissandole con uno spray apposito. Su questo campione, e nello specifico sulle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice nella parte che sporge nel canale vaginale, si farà l’esame citologico in laboratorio, esaminandolo con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato.
L'oncologo medico Sandro Pignata spiega come si svolge il Pap test, offerto in tutta Italia come base dello screening per il tumore della cervice uterina.
Non vi sono controindicazioni particolari per effettuare questo esame, ma prima di sottoporvisi è necessario avere alcune accortezze, per permettere la raccolta di un campione ottimale. Infatti il Pap test non va fatto durante le mestruazioni (si consiglia almeno 5 giorni prima o dopo) e non devono esserci perdite ematiche in atto. Si dovrebbero inoltre evitare i rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti. Se il materiale raccolto non è ottimale è possibile che il risultato del test non sia leggibile e vada quindi ripetuto.
La gravidanza, invece, non rappresenta una controindicazione all'indagine, anche se è bene informare chi esegue l'esame della propria condizione. Ugualmente, l'uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina sono irrilevanti ai fini del test.
Le donne in menopausa dovrebbero continuare a sottoporsi all'esame, anche se non hanno più rapporti sessuali, almeno fino ai 65 anni; infatti il test può fornire informazioni rilevanti sullo stato dell'endometrio uterino. Anche nel caso di assenza di rapporti è, comunque, raccomandabile aderire al programma di screening. Il Pap test può essere eseguito anche nelle donne vergini senza ledere l’imene; in questo caso, informati opportunamente e preventivamente, il medico o l'ostetrica adotteranno una tecnica più delicata, usando uno speculum apposito per le donne che non hanno mai avuto rapporti sessuali. A seconda delle caratteristiche anatomiche della donna, in questi casi potrebbe però essere difficile riuscire a prelevare dal collo dell'utero il campione di muco da esaminare. Il risultato quindi può non essere altrettanto affidabile. Nonostante queste difficoltà, le donne adulte dovrebbero comunque sottoporsi all'indagine perché, sebbene il rischio di cancro al collo dell'utero sia molto basso in una donna vergine, esistono rare forme che si sviluppano indipendentemente dall'infezione da papilloma virus (HPV) trasmessa da un eventuale partner.
Occorre anche chiarire che, mentre è vero che i tumori della cervice uterina dipendono nella quasi totalità dei casi dall'infezione virale, è anche vero che la maggior parte delle infezioni da HPV si risolvono spontaneamente e, anche quando ciò non accade, non daranno necessariamente origine a un cancro. È altrettanto importante sapere che la vaccinazione contro l'infezione da HPV non esonera dall'esecuzione del Pap test. La protezione infatti assicura una copertura solo contro i ceppi del virus maggiormente diffusi e che più spesso possono causare un tumore.
Le donne sottoposte a isterectomia totale (asportazione totale dell’utero) per un tumore dell’apparato ginecologico è bene che proseguano nel tempo i controlli oncologici indicati dal proprio medico specialista, mentre non occorre se l’utero è stato esportato per altre ragioni. Se invece l’asportazione dell’utero è stata parziale e il collo dell’utero non è stato asportato (isterectomia sub-totale), è opportuno che il test venga eseguito come da normale prassi e che la donna continui a partecipare al programma di screening.
Oltre a evitare i rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti, nelle 48 ore precedenti un Pap test sarebbe meglio non effettuare lavande vaginali e non inserire ovuli, prodotti spermicidi, creme, gel o schiume di qualunque tipo in vagina, a meno che siano stati prescritti dal medico, perché potrebbero eliminare o nascondere cellule con anomalie.
All'esame ci si può tranquillamente recare da sole perché non occorre nessun tipo di assistenza né durante l’esecuzione né al termine. Terminata l'indagine si può tornare a casa, anche guidando, senza nessun tipo di limitazione.
L'esecuzione di un Pap test non è dolorosa, anche se per alcune può essere più fastidioso che per altre, in relazione alla sensibilità individuale e alla delicatezza di chi lo esegue. Cercando di rilassarsi e facendo respiri lenti e profondi si può ulteriormente ridurre il lieve disagio legato all'introduzione del dilatatore e al successivo prelievo. Dopo l'esame non si dovrebbe avvertire alcun disturbo. Nei giorni successivi all'indagine si possono verificare alcune piccole perdite di sangue: in caso di dubbio, comunque, è sempre meglio rivolgersi al medico.
L'esecuzione del Pap test non comporta alcun rischio. Solo in caso di allergia al lattice è bene avvisare l'operatore, che si comporterà di conseguenza nella scelta dei guanti.
Assolutamente no. Al contrario: riduce in maniera significativa il rischio di tumore dell'utero e quindi rappresenta un importante strumento di prevenzione nel lungo termine.
L'esecuzione di un Pap test è, di per sé, molto rapida: in genere dura pochi minuti, cinque al massimo.
A meno di indicazioni diverse da parte del personale che ha eseguito l'esame, non occorre un periodo di osservazione al termine dell'indagine: ci si può rivestire subito e tornare a casa. I risultati saranno comunicati nel giro di qualche giorno.
Dopo l'esecuzione del Pap test si può riprendere subito la propria vita normale, senza nessun tipo di limitazione, anche in termini di igiene e attività sessuale.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
DNA Media Lab