Ultimo aggiornamento: 24 maggio 2024
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L’ecografia tiroidea è un metodo di diagnostica per immagini che sfrutta gli ultrasuoni per visualizzare la struttura della tiroide, i vasi sanguigni e gli organi vicini. Indolore e non invasiva, permette di verificare l’eventuale presenza di noduli, la loro dimensione, la struttura interna (solida, liquida, mista) e il grado di vascolarizzazione. Inoltre, può fornire indicazioni sullo sviluppo di patologie infiammatorie come la tiroidite.
I noduli tiroidei sono delle tumefazioni che si formano all’interno della ghiandola tiroidea e sono per lo più benigni. Si stima che solo il 5-10 per cento sia un tumore maligno: l’ecografia permette di individuare i noduli sospetti su cui procedere con ulteriori indagini. Anche alcuni noduli benigni potrebbero richiedere ulteriori approfondimenti diagnostici, in particolare quelli che potrebbero causare disturbi compressivi o funzionali.
Oltre che in ambito diagnostico, l’ecografia si utilizza per monitorare il decorso di patologie tiroidee e per capire se i noduli cambiano dimensioni nel tempo. È impiegata anche come guida nell’esecuzione dell’agoaspirato di un nodulo tiroideo, perché consente all’ecografista di indirizzare con precisione l’ago.
Il Color Doppler e il Power Doppler sono applicazioni che vengono utilizzate durante l’ecografia per ottenere informazioni sulla vascolarizzazione del tessuto tiroideo o dei noduli. Queste informazioni aiutano il medico a formulare una diagnosi di probabile benignità o malignità dei noduli e a decidere se prescrivere o meno ulteriori approfondimenti diagnostici come l’agoaspirato del nodulo tiroideo o la scintigrafia tiroidea.
L’elastosonografia o elastografia è un’applicazione utilizzata durante l’ecografia per ottenere informazioni sulla durezza del tessuto tiroideo. Può aiutare il medico a discriminare un nodulo benigno da uno maligno, in quanto i tessuti “rigidi” sono in genere considerati espressione di malignità.
L’ecografia tiroidea si effettua attraverso l’ecografo, uno strumento dotato di una sonda che emette ultrasuoni e che viene fatto scorrere sul collo. Gli ultrasuoni permettono di ottenere informazioni sulla struttura e sulla composizione del tessuto della ghiandola tiroidea, le quali vengono visualizzate come immagini su un monitor. In questo modo è possibile individuare zone di tessuto non omogenee quali noduli o cisti.
Per effettuare l’esame, la persona viene fatta sdraiare su un lettino in posizione supina, con il collo in iperestensione e lo sguardo rivolto all’indietro. Una piccola quantità di gel viene cosparsa sulla parte anteriore e laterale del collo per far scorrere meglio la sonda e favorire la trasmissione degli ultrasuoni. L’ecografista, nel muovere la sonda, eserciterà una leggera pressione.
L’ecografia della tiroide è un esame senza alcuna controindicazione. Può essere eseguito da tutti, anche bambini e donne in gravidanza, poiché sfrutta una sorgente di energia che è considerata sicura.
L'ecografia tiroidea dura circa 10 minuti.
Prima dell'esame non è richiesta alcuna preparazione particolare. Al momento dell’indagine basterà rimuovere eventuali gioielli o oggetti metallici portati al collo.
L'ecografia non ha alcun effetto sulla capacità di guidare i veicoli, né limita in alcun modo l'autonomia del paziente. Quindi, non c'è alcun bisogno di farsi accompagnare in clinica.
No. La sonda ecografica che viene fatta passare sulla pelle del collo non provoca alcun dolore.
No.
No. L’esame non sfrutta radiazioni ionizzanti come la radiografia o la tomografia computerizzata (TC), bensì gli ultrasuoni. Si tratta di onde sonore ad altissima frequenza non percepite dall’orecchio umano che, sulla base delle conoscenze disponibili, sono considerate del tutto innocue per l’organismo.
Terminato l'esame si può tornare subito a casa.
Si può riprendere subito la normale vita di tutti i giorni.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Michela Vuga