Ultimo aggiornamento: 26 gennaio 2016
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La conoscenza dei meccanismi molecolari alla base dello sviluppo, della crescita e della diffusione del cancro ha permesso di sviluppare le cosiddette terapie mirate, che agiscono in maniera selettiva su alcuni di questi processi cellulari e, per questo, sono anche chiamati "farmaci intelligenti" o "terapie a bersaglio molecolare". Alcuni di questi farmaci sono in uso da molti anni, mentre altri sono in fase di studio o di sperimentazione.
Le terapie mirate rappresentano uno dei più importanti strumenti della medicina personalizzata, in quanto la cura non è più scelta solo in base alla sede di sviluppo del tumore, ma anche in relazione alle sue caratteristiche molecolari, che possono essere diverse da paziente a paziente.
Tuttavia il loro utilizzo nella pratica clinica è sottoposto a un severo monitoraggio, anche alla luce del rapporto tra i costi molto elevati e i benefici.
La chemioterapia tradizionale colpisce le cellule tumorali agendo sulla loro tendenza a moltiplicarsi più di quelle normali, ma per questa ragione danneggia anche i tessuti dell'organismo, come la pelle, i capelli, le pareti dell'intestino eccetera, che sono soggetti a un maggior ricambio. Le terapie mirate invece vanno a interferire in maniera molto più mirata con una molecola o un processo specifico delle cellule tumorali, non provocando danni alle cellule normali e riducendo così gli effetti collaterali.
I farmaci biologici sono una particolare categoria di terapie mirate. Sono chiamati così perché mimano sostanze presenti nell'organismo, ma sono prodotti in laboratorio.
Comprendono:
Le terapie mirate in ambito oncologico agiscono su uno o più fenomeni che favoriscono la crescita e lo sviluppo del cancro.
In particolare possono essere in grado di:
L'oncologo valuta se le terapie mirate possono essere utili al paziente in base a diversi criteri:
Di seguito alcuni esempi di patologie in cui le terapie mirate sono già in uso da molti anni, ma ce ne sono molte altre per cui nuove molecole continuano a essere approvate. L'elenco che segue è quindi necessariamente incompleto, ma solo indicativo di una realtà in grande fermento.
Negli ultimi anni la ricerca sulle caratteristiche molecolari dei tumori al polmone non a piccole cellule ha permesso di mettere a punto una lunga serie di farmaci mirati.
Nelle forme di melanoma avanzato con determinate caratteristiche molecolari si possono utilizzare alcuni farmaci a bersaglio molecolare (come vemurafenib, dabrafenib, trametinib, cobimetinib o altri).
In altri casi si sono rivelati utili l'immunoterapia (con ipilimumab o altri trattamenti, anche in via di sviluppo, che sembrano particolarmente promettenti per questa malattia), il vaccino contro la tubercolosi (BCG) o preparati a base di virus che attaccano il tumore (Talimogene laherparepvec).
Per il tumore del rene in fase avanzata sono oggi disponibili diversi trattamenti di tipo immunitario (immunoterapia) e farmaci a bersaglio molecolare di vario tipo (sorafenib, sunitinib, temsirolimus, everolimus, bevacizumab, pazopanibe axitinib).
Da diversi anni si è osservato che, in circa un caso su 5, anche le cellule del tumore allo stomaco, come quelle di alcuni tumori al seno, esprimono in quantità superiore alla norma, sulla loro superficie, la proteina HER: solo in questi casi, quando la malattia è in fase avanzata, si può utilizzare trastuzumab, da solo o in associazione alla chemioterapia tradizionale.
Un'altra opzione, che non è associata alle caratteristiche molecolari del tumore, ma è comunque riservata ai casi in cui falliscono altre terapie, è rappresentata da ramucirumab.
Le terapie mirate non presentano gli effetti collaterali tipici della chemioterapia tradizionale, tuttavia possono causare alcuni sintomi.
È importante segnalare la comparsa di questi sintomi al medico, che può prescrivere le terapie opportune per limitarli.
La sicurezza di questi farmaci in gravidanza non è stata accertata e inoltre sono possibili interferenze con glianticoncezionali. Per questo durante il trattamento è bene adottare misure contraccettive efficaci. Inoltre alcune cure potrebbero compromettere la fertilità successiva alla terapia ed è quindi consigliato parlarne con il proprio medico.
Molti farmaci si presentano sotto forma di compressa e sono assunti per bocca. Questo rappresenta un vantaggio per i malati e per le loro famiglie perché permette di ridurre i disagi, i tempi di ricovero e le giornate in day-hospital. Altri farmaci devono invece essere somministrati per via endovenosa o sottocutanea.
Come ogni cura anche le terapie mirate presentano vantaggi e limiti.
Alcuni farmaci mirati per curare il cancro sono usati anche in altri campi della medicina come strumento per regolare le difese immunitarie e i processi infiammatori. Cure di questo tipo vengono quindi usate per esempio per l'artrite reumatoide e altre malattie reumatiche, per le malattie infiammatorie intestinali, l'asma o gravi infezioni.
Le terapie mirate, pur così innovative, e riservate a particolari tipi di tumore in pazienti con precise caratteristiche, sono già una realtà consolidata nella lotta al cancro. Infatti molti dati dimostrano che hanno prolungato la sopravvivenza e migliorato la qualità della vita di molti pazienti.
Ci sono inoltre ulteriori prospettive di miglioramento, grazie alla sempre più profonda conoscenza dei meccanismi che distinguono la crescita e lo sviluppo delle cellule tumorali da quelle sane.
Nuovi campi di azione nell'ambito delle terapie mirate oncologiche riguardano:
Le informazioni presenti in questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zadig