Ultimo aggiornamento: 17 dicembre 2015
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In caso di diagnosi precoce e quando la massa tumorale è sufficientemente piccola e circoscritta, la sola operazione potrebbe essere sufficiente da sola a guarire il cancro. In altri casi occorre affiancare la chemioterapia e/o la radioterapia, per eliminare le cellule tumorali che si sono eventualmente diffuse intorno al tumore o in altre parti del corpo attraverso il sangue e il circolo linfatico. La verifica di questa eventualità avviene in genere attraverso l'asportazione dei linfonodi adiacenti al tumore, che vengono esaminati al microscopio, talvolta anche nel corso dell'operazione stessa.
Durante l'operazione può sorgere la necessità di estendere l'intervento oltre i limiti previsti o, al contrario, si può rendere evidente una situazione che sconsiglia di procedere come era stato preventivato.
L'opportunità di affrontare la malattia con un intervento è stabilita dai medici in relazione:
L'intervento è indicato per:
In genere non si consiglia l'intervento quando:
Da quando il medico stabilisce la necessità dell'intervento al momento di entrare in sala operatoria possono passare da pochi giorni ad alcune settimane. Questa attesa, che non deve diventare fonte di ansia, permette di:
A seconda dei casi, l'asportazione di un tumore può essere effettuata in regime di day surgery, cioè senza che occorra pernottare in ospedale. Più di frequente l'intervento richiede uno o più giorni di ricovero.
Per i tumori della pelle che si possono asportare in anestesia locale, per esempio, in genere non occorre il ricovero, a meno che non siano necessari interventi estesi che comportino ampie suture.
La necessità di un'anestesia generale comporta invece di solito, anche se non sempre, almeno una notte in ospedale.
Nel corso dell'incontro con l'anestesista che avviene prima dell'operazione si spiega al paziente il tipo di anestesia che si intende eseguire in base al tipo di tumore, alla sua sede e alle condizioni generali del paziente.
Le opzioni più comuni sono:
In alcuni casi nella valutazione di vantaggi e svantaggi delle diverse possibilità è possibile tener conto anche delle preferenze individuali del paziente, dopo che è stato debitamente informato di rischi e benefici insiti in ciascuna tecnica. Alcuni per esempio temono la totale perdita di coscienza legata all'anestesia generale; ad altri invece crea ansia l'ambiente della sala operatoria e preferiscono svegliarsi solo dopo che tutto è finito.
Per esempio, un intervento sul testicolo può essere effettuato in anestesia generale o spinale: nella scelta l'anestesista terrà conto anche dell'opinione del paziente espressa durante il colloquio pre-operatorio.
Nel corso dell'incontro con il chirurgo che avviene prima dell'operazione il paziente verrà informato su:
Il colloquio con il chirurgo dà la possibilità di chiarire i dubbi residui, eventualmente anche con l'aiuto di una persona cara che può partecipare all'incontro. Al termine, al paziente verrà chiesto di sottoscrivere un consenso informato, cioè un documento con cui si autorizza il chirurgo a intervenire. In questa fase il medico ha il dovere di prospettare tutte le possibili evenienze, anche quelle meno comuni: se qualche elemento del discorso desta preoccupazione è bene chiedere al chirurgo chiarimenti sulla reale frequenza con cui determinate evenienze spiacevoli si possono verificare.
Per l'asportazione di alcuni tipi di tumore il chirurgo potrebbe suggerire un intervento tramite robot, per cui è importante capire i pro e i contro di questa nuova modalità chirurgica che si sta diffondendo nei centri tecnologicamente più avanzati.
Occorre chiarire che in sala operatoria i robot non si sostituiscono al chirurgo, non prendono decisioni come nei film di fantascienza. Il loro software consente solo di ricreare una realtà virtuale in cui si possono amplificare le capacità di visione e di manipolazione del chirurgo in una maniera che sarebbe fisicamente impossibile senza l'ausilio della macchina.
Il campo operatorio infatti è ingrandito di dieci volte, con una visione tridimensionale di insieme per cui l'operatore si sente completamente immerso in quel che sta facendo. Inoltre, mentre la mano umana ha la possibilità di ruotare di 180° e 4 gradi di libertà, quella del robot può muoversi a 360° con 7 gradi di libertà. Infine il movimento è demoltiplicato, per cui a uno spostamento di un centimetro della mano dell'operatore corrisponde un solo millimetro sul campo operatorio: un grosso vantaggio in termini di precisione, che annulla anche l'effetto di qualunque minimo tremore.
Sebbene i vantaggi di questa tecnica possano sembrare a prima vista evidenti, si stanno ancora raccogliendo prove scientifiche della sua superiorità sulla modalità tradizionale per i diversi tipi di intervento, soprattutto in relazione ai costi elevati di queste apparecchiature e alla necessità di avere operatori addestrati ad hoc. Per questo per il momento si consiglia di riservarla agli interventi per i quali l'apporto del robot può essere più rilevante ai fini dell'esito finale.
Nel caso dell'asportazione della prostata, per esempio, i sostenitori della chirurgia robotica sostengono che queste apparecchiature consentono di adottare tecniche "nerve-sparing", che cioè risparmiano l'innervazione locale, con risultati migliori rispetto all'approccio tradizionale, soprattutto in riferimento al rischio di impotenza sessuale e incontinenza urinaria, ma i risultati degli studi che hanno messo a confronto le due modalità di intervento non consentono ancora di sostenere questa affermazione con certezza.
In chirurgia oncologica i robot sono utilizzati anche per l'asportazione di alcuni tumori polmonari e del mediastino, del colon retto e della cervice uterina, ma l'opportunità di ricorrere a questa tecnica invece che a quella tradizionale andrà discussa col chirurgo caso per caso.
Prima di entrare in sala operatoria occorre una preparazione che può variare in relazione al tipo di intervento e di anestesia. In genere si chiede al paziente:
Il personale infermieristico provvederà inoltre a:
L'anestesia fa sì che il paziente non avverta dolore durante l'intervento. Viene somministrata nel blocco operatorio, secondo le modalità decise prima dell'operazione.
In caso di piccoli interventi in anestesia locale il paziente può in genere tornare subito a casa, attenendosi alle indicazioni fornite.
Se invece, come più spesso accade, è stato sottoposto a un intervento che ha richiesto la somministrazione di un'anestesia spinale, peridurale o generale, il paziente viene trattenuto per un certo periodo nel blocco operatorio, dove può essere tenuto meglio sotto controllo.
I tempi previsti per l'operazione non sono quindi quelli effettivi che separano il momento in cui il paziente è prelevato dal reparto a quando vi viene riportato: un ritardo rispetto alle attese, a cui possono contribuire anche fattori organizzativi interni, non deve quindi allarmare i familiari.
Dopo gli interventi più impegnativi può essere necessario mantenere uno stretto monitoraggio del paziente per un tempo più lungo: in questi casi, il paziente, prima di essere riportato in reparto, può essere tenuto per uno o più giorni nell'Unità di terapia intensiva.
Dopo l'intervento chirurgico è normale avvertire sonnolenza, debolezza, confusione, eventualmente accompagnati da un senso di nausea e di freddo. L'entità del malessere dipende ovviamente dal tipo di operazione e di anestesia a cui si è stati sottoposti, oltre che dalle caratteristiche individuali.
In genere ci si ritrova con una flebo al braccio, uno o più tubicini di drenaggio dalla ferita e un catetere per garantire la fuoriuscita delle urine. Tutti questi dispositivi vengono rimossi appena possibile.
La ferita sotto la medicazione può essere fastidiosa e alcuni movimenti possono risultare dolorosi per cui spesso vengono somministrati antidolorifici. Se non risultano sufficienti a controllare la sintomatologia non esitate a rivolgervi a medici e infermieri.
Ogni intervento chirurgico può presentare complicazioni post-operatorie. Le più comuni sono:
La frequenza di questi problemi può essere ridotta con la somministrazione di antibiotici, ma anche alzandosi dal letto e muovendosi il prima possibile oppure, per quanto riguarda la trombosi degli arti inferiori, con esercizi per le gambe, con l'uso di calze elastiche e con appositi farmaci anticoagulanti che a volte dovranno essere proseguiti anche a casa.
Tempi e modi con cui ci si può riprendere dopo un intervento dipendono dal tipo di operazione oltre che dalle caratteristiche di ognuno. Sarà il personale a invitare i pazienti ad alzarsi o a riprendere gradualmente a mangiare e bere in relazione alle diverse esigenze.
Altrettanto variabili possono essere i tempi per la dimissione dall'ospedale e il ritorno a casa.
Prima di lasciare il reparto è bene rivolgere una serie di domande al personale per sapere:
Ci vorrà comunque tempo per ristabilirsi completamente. È normale sentirsi stanchi anche per settimane, se l'intervento è stato particolarmente impegnativo, e avvertire l'esigenza di riposare durante il giorno.
Alcuni problemi possono persistere anche dopo il rientro a casa. Il dolore, per esempio, è più persistente soprattutto dopo gli interventi al torace o al seno, per cui a volte occorre continuare a prendere antidolorifici a lungo. Se questi non sono sufficienti è bene farsi consigliare dal proprio medico un centro specializzato nella terapia del dolore.
Un'altra conseguenza a lungo termine di molti interventi oncologici è il linfedema. Si tratta di un rigonfiamento del braccio o della gamba che può subentrare dopo l'asportazione dei linfonodi ascellari o dell'inguine. È bene informare il proprio medico degli eventuali segni di questo disturbo, perché è importante trattarlo fin dalle fasi iniziali.
Dopo l'intervento chirurgico è possibile che i medici prescrivano cicli di chemioterapia o radioterapia, che in questo caso sono dette adiuvanti. Servono a eliminare eventuali cellule tumorali rimaste in prossimità della sede dell'intervento o diffuse per l'organismo, aumentando le probabilità di guarigione.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zadig