La vita quotidiana durante la malattia - attività fisica e riposo

Per la gran parte delle persone che stanno affrontando un tumore, l’attività fisica non è controindicata, anzi è consigliata, quando possibile. Esercizio e moto, se sono svolti senza esagerare e avere fretta di recuperare la propria forma fisica, possono contribuire a migliorare la qualità della vita e contrastare alcuni effetti negativi del cancro o delle cure. Ogni persona è però diversa: si consiglia di rispettare il proprio organismo e mantenere sempre un giusto equilibro tra attività fisica e riposo.

Perché l’attività fisica è importante

Svolgere regolarmente attività fisica è un’abitudine sana per tutti, ma chi sta affrontando il cancro può trarre vantaggi aggiuntivi. Il moto, infatti, può aiutare:

  • ad attenuare la sensazione di stanchezza;
  • a ridurre l’ansia e la depressione;
  • a dormire meglio;
  • a contrastare la perdita di tessuto e forza muscolare, che è associata alla malattia, e a preservare la salute delle ossa;
  • a rafforzare il sistema immunitario;
  • ad aumentare l’appetito;
  • a ridurre alcuni effetti collaterali dei trattamenti;
  • a mantenere un peso ottimale;
  • a prevenire o contrastare il linfedema per le donne con cancro al seno;
  • a migliorare la qualità di vita;
  • a ridurre il rischio che alcuni tipi di cancro si ripresentino.

Inoltre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), adeguati livelli di attività fisica dopo una diagnosi di cancro sono in grado di ridurre il rischio relativo di mortalità per tutte le cause, rispetto a chi nelle stesse condizioni non fa lo stesso livello di esercizio. Le percentuali di riduzione di tale rischio relativo variano nei diversi tipi di tumore. Sono oltre il 40 per cento per i tumori dell’apparato riproduttivo e per il cancro al seno; il 40 per cento circa per i tumori ematologici quelli del rene e quelli della prostata; il 36 per cento per i gliomi e il 25 per cento circa per i tumori del colon-retto, dello stomaco e del polmone.

Con impegno ma senza esagerare

L’attività fisica può apportare molti benefici, ma ogni persona è diversa e ogni tumore ha le proprie caratteristiche. Inoltre, nel corso della stessa malattia si possono alternare fasi in cui può essere più o meno facile mantenersi attivi.

In linea di principio, secondo l’OMS, anche per le persone con cancro, quando possibile, sarebbe bene svolgere almeno 150–300 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata e almeno 75-150 minuti di attività a intensità-vigorosa. Per chi riesce e se non è controindicato, ogni esercizio in più porta a ulteriori benefici. Inoltre è consigliato svolgere attività di rafforzamento muscolare almeno un paio di volte a settimana.

Non bisogna però pensare che queste indicazioni richiedano necessariamente uscire di casa per fare sport: rientra nell’attività fisica anche spostarsi in città, camminando o andando in bici, svolgere le normali attività quotidiane, come le faccende domestiche e il giardinaggio, o attività di svago, come il ballo.

Inoltre queste indicazioni vanno calibrate sulle proprie capacità e sulla propria situazione ricordando che mantenersi attivi è importante, ma senza esagerare.

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In ogni fase della malattia

L’attività fisica può offrire diversi benefici in tutte le fasi della malattia.

Prima del trattamento: le persone che sono fisicamente attive prima di iniziare i trattamenti o subire un intervento chirurgico per un tumore tendono a recuperare con più facilità, per esempio dopo la chemioterapia, e avere un minor rischio di complicanze legate agli interventi chirurgici. Tuttavia questi aspetti sono sempre influenzati da molti altri fattori modificabili e non.

Durante i trattamenti: può essere difficile fare esercizio fisico, anche se la propria situazione dipende da caratteristiche personali, dal tipo di cancro e dal proprio percorso di cure. Cercare di mantenersi attivi, rispettando le proprie capacità del momento, può essere di aiuto nell’affrontare le terapie, attenuare alcuni effetti collaterali e migliorare alcuni aspetti psicologici. Rimane sempre utile chiedere al proprio medico: alcuni trattamenti o condizioni associate alla malattia o alle cure potrebbero infatti richiedere particolari attenzioni.

Dopo i trattamenti: anche per chi ha dovuto limitare il movimento durante i trattamenti è importante riprendere a svolgere attività fisica al loro termine. È importante però farlo gradualmente e senza esagerare.

Quando la malattia è in fase avanzata: l’attività fisica, svolta nel rispetto delle proprie capacità, può anche essere di aiuto alle persone in cui la malattia è in stadio avanzato. Può contribuire a preservare le funzioni fisiche, contrastare la fatigue e migliorare nel complesso la qualità della vita.

Il riposo e il sonno

Svolgere attività fisica regolarmente può contribuire a mantenere una buona qualità di vita, ridurre l’impatto di alcuni effetti collaterali delle terapie e favorire il recupero. Tuttavia il cancro, i trattamenti e lo stress emotivo possono assorbire molte energie e rendere difficile svolgere anche le più comuni attività quotidiane. Per questa ragione il riposo per chi sta affrontando un tumore è molto importante.

È fondamentale non solo non esagerare quando si svolge attività fisica, ma anche ritagliarsi alcuni momenti della giornata per recuperare le energie. Può essere utile anche organizzare la giornata in modo da rispettare i bisogni dell’organismo concentrando, per esempio, le attività nei momenti in cui si sta tendenzialmente meglio.

Anche sonnellini durante il giorno possono aiutare, tenendo conto che dovrebbero essere di breve durata per non interferire con il sonno notturno. In ogni fase della malattia, infatti, l’insonnia può essere un disturbo comune per chi sta affrontando un tumore, per diversi motivi:

  • per i sintomi causati dal cancro, come il dolore;
  • per i trattamenti, che possono avere tra gli effetti collaterali l’insonnia;
  • per il malessere psichico, come le preoccupazioni, l’ansia e la depressione, che sono frequenti durante la malattia.

L’insonnia peggiora la qualità di vita dei pazienti e può interferire con la capacità di affrontare la malattia, per questo è importante parlarne con il proprio medico che spesso può intervenire per risolvere il problema o attenuarne l’impatto.